Il tricolore al tempo del post-fascismo
«Si celebra oggi il 226° anniversario della “Giornata Nazionale della Bandiera”, simbolo della nostra Patria.Era il 7 gennaio 1797 quando i rappresentanti di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia, proclamando la Costituzione della Repubblica Cispadana, innalzarono il primo Tricolore rosso bianco e verde a bande orizzontali, bandiera della loro unità.Sotto questi colori, con questi sentimenti, i nostri avi, nei decenni successivi, si batterono per realizzare l’unità d’Italia.Sotto questa bandiera si compirono le gesta del Risorgimento.Il Tricolore accompagnò la Guerra di Liberazione e, scelto dai Costituenti come vessillo della Repubblica, costituisce il simbolo della unità e indivisibilità del Paese e di quel patrimonio di valori e principi comuni solennemente sanciti dalla nostra Carta costituzionale.Valori che rappresentano la risorsa ideale e morale a cui attingere per affrontare le difficoltà che ogni nazione si trova ad attraversare.Espressione della passione civile del popolo italiano, il Tricolore esprime la volontà di uno Stato democratico, aperto alla collaborazione internazionale e vicino ai cittadini, che persegue, in primo luogo a favore dei giovani, le migliori condizioni per la costruzione del futuro, in un clima di pace, giustizia, coesione sociale.Viva il Tricolore, viva la Repubblica».
Questa l'odierna dichiarazione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata Nazionale della Bandiera.
Da comprendere, però, come il Tricolore, che accompagnò la Guerra di Liberazione e che fu scelto dai Costituenti come vessillo della Repubblica, possa adesso fare da simbolo allo stesso patrimonio di valori e principi, dato che l'Italia è governata da una maggioranza post-fascista che della Resistenza e della lotta al nazifascismo prima e dei principi della Costituzione poi... si è sempre fatta beffe.