«Ricordo nel 2018 una trasmissione, Matrix, in cui Renzi si presenta con il suo estratto conto: "15mila euro, questo è il saldo del mio estratto conto. I politici devono mostrare il proprio conto corrente, se si supera questa cifra", testuale, "vuol dire che qualcosa non va bene, perché i politici non devono fare comitati d'affari". Mi sembra che da allora abbia cambiato completamente idea, sia passato dalla parte opposta, il conto è cresciuto, evidentemente è passato a fare affari, e forse non è più un politico. A meno che non abbia cambiato idea, legittimo, lo spiegherà completamente».

Questo è l'incipit di ciò che Giuseppe Conte, presidente del nuovo Movimento 5 Stelle, ha detto ieri sera rispondendo ad una domanda sulle ultime vicende che riguardano Matteo Renzi rivoltagli da Lilli Gruber ospite di 'Otto e mezzo, su La7. 

«Non è stato pubblicato il conto corrente di Renzi», ha proseguito Conte, «ma da quell'inchiesta che adesso non è più soggetta a secretazione, ci sono stati gli estratti dei pagamenti confluiti sul suo conto corrente, considerati di rilevanza dagli organi investigativi».

Conte si è detto poi preoccupato che i soldi ricevuti da Renzi arrivassero anche da Stati esteri, e scandalizzato dal fatto che un Benetton lo abbia finanziato dopo il disastro del ponte Morandi, insinuando che la sua attività parlamentare e non contro la revoca della concessione per la gestione della rete autostradale alla società controllata dai Benetton possa essere collegata alla somma ricevuta.

Inviperita la reazione del senatore, conferenziere, lobbista, mediatore, finanziere... e chi più ne ha più ne metta, Matteo Renzi:

«L’ex premier Giuseppe Conte attacca con violenza me e Italia Viva sulla revoca delle Autostrade. Egli sostiene che per la mia attività di speaker con alcuni fondi di investimento - tra cui 21 Invest - non avrei giudicato in serenità l’operato del Governo. L'illazione è squallida e dimostra come ormai Conte sia un uomo dominato dal rancore.Le sue frasi sono false come sarebbe facile dimostrare se solo accettasse un confronto TV cosa che ha paura di fare. Dice che non si confronta con me perché io non ho consenso e poi mi attacca senza contraddittorio: se solo non fosse ridicolo, farebbe tenerezza. Voglio che resti agli atti la verità.La revoca delle concessioni autostradali è figlia di una cultura populista e demagogica che ha portato il contribuente italiano a regalare circa 8 miliardi alla società dei Benetton. I Benetton NON hanno pagato: hanno incassato, grazie a Conte e al suo populismo.Italia Viva si è schierata contro - praticamente da sola - e sono grato a Teresa Bellanova e Elena Bonetti per aver avuto il coraggio di smarcarsi dal voto in Consiglio dei Ministri. Ci siamo schierati contro perché Conte stava facendo un regalo al concessionario mascherato con il populismo di chi non pensa alla realtà ma solo ai like sui social. Questa è la verità. E sono pronto a dimostrarla, numeri alla mano, in qualsiasi dibattito pubblico Conte accetti di fare da qui alle elezioni.Su di me e sull’indagine Open, l’avvocato grillino ha detto falsità. Non so se per ignoranza giuridica o per malafede politica. O per entrambe. Quando ho visto il video di Conte, nervoso, agitato, visibilmente provato dalla rabbia per aver dovuto lasciare palazzo Chigi ho ripensato a un anno fa.Un anno fa quello stesso uomo che ieri rosicava in diretta TV su La7, era sorridente a Palazzo Chigi a ordinare banchi a rotelle, tra mascherine al 5% e ventilatori cinesi mal funzionanti. Entrava nelle case la sera per parlarci dei nostri affetti stabili e di cosa avevano deciso con Arcuri.Potremo dire ai nostri nipoti che in uno dei momenti più difficili della storia repubblicana un gruppo di parlamentari ha avuto il coraggio di sfidare l’opinione comune, mandando a casa un premier non all’altezza come Conte e creando le condizioni per l’arrivo di Draghi. Da allora non ci sono più le Azzolina, i Bonafede, i Casalino, l’ABC del populismo. Ma c’è il Governo Draghi e l’Italia ha recuperato prestigio.Conte può insultarmi, può mentire, può fare illazioni. Ma non può cambiare la storia: noi lo abbiamo mandato a casa perché non era capace. E di questa scelta sono e sarò sempre orgoglioso».

A dire il vero, Conte ha detto altro, e naturalmente sull'assurdo annuncio della presunta pubblicazione del suo conto corrente, sull'evidente conflitto d'interessi tra le sue molteplici attività e quella di senatore, sui soldi che riceve dal fondo sovrano saudita... l'indignato Renzi ha sorvolato. Idem dicasi anche per la sua corte di devoti che gli fanno da megafono.

A dimostrazione della supposta "coerenza" che guida l'azione politica di Renzi, vale la pena aggiungere anche la seguente dichiarazione:

«Domani [oggi, ndr] sarò due giorni tra Parigi e Bruxelles, per la collaborazione tra Italia Viva e Renew Europe. Mentre i grillini provano a entrare nei Socialisti seguendo il Pd, noi rinforziamo la casa dei riformisti contro gli opposti populismi. Vi tengo informati».

Adesso per Renzi il gruppo dei socialisti al Parlamento europeo sarebbe il male assoluto. Anche stavolta si è dimenticato che è stato lui ad iscrivere il Pd tra i socialisti europei quando diventò segretario dei dem, "convincendo" gli ex Margherita che fino a quel momento si erano opposti. Adesso, che i 5 Stelle vogliono entrare nelle file dei socialisti, pure i socialisti sono diventati populisti.