Tra le tante contraddizioni che appartengono al Pd di questi ultimi decenni, forse una delle più antipatiche (anche se l'elenco è talmente lungo che risulta difficile poter fare una classifica di merito) è quella di voler valorizzare le donne in politica come nella vita, ma solo a parole e solo se subalterne al potente di turno che deve per forza di cose essere uomo.
L'ultima polemica in casa Pd è sorta per la candidatura della moglie di Franceschini, il vero segretario occulto di un partito sempre piu spaesato e senza bussola, che è stata duramente criticata all'interno del partito. Il fatto che la signora abbia un curriculum di tutto rispetto in politica, spesso nelle retrovie, forse proprio per non scontrarsi con il nome importante del marito, attuale ministro dei beni culturali, non ha alcuna importanza la sua candidatura al suo Municipio nella capitale, poi con un doppio mandato da Consigliera municipale nei quartieri Alessandrino, Centocelle, Tor Sapienza, Quarticciolo, La Rustica.
Tutto questo è avvenuto molto prima di conoscere Dario Franceschini, l’uomo che ha scelto di sposare. Eppure, cavalcando il maschilismo dialettico dilagante, viene perennemente definita “moglie di…”. Ma oggi Michela Di Biase ha detto basta e si è sfogata con un lungo post su Facebook in cui ha ripercorso la sua carriera politica e la sua lunga militanza nel Pd. Ma dalle parti del segretario Enrico Letta che pensa allo jus scholae e alla patrimoniale per dare la mancetta ai giovani, non si è sentita nessuna parola a difesa non tanto della signora Franceschini, ma delle donne.
Ma d'altra parte fu proprio il segretario a finire nella bufera quando appena nominato portò avanti una pantomima a parole sullo scarso peso delle donne, risolto nominando due donne a capo dei gruppi di Camera e Senato. Cosi la ipocrisia è salva e nessuno può avanzare critiche di maschilismo al Pd e al suo segretario.
Segretario che è stato tacciato di misoginia dalla donna forte della politica italiana, Giorgia Meloni, accusata di volersi incipriare (ma proprio un altro termine non si poteva trovare Enrico?) per mascherare le sue amicizie "pericolose" con Orban e Vox. Ma a parte il merito della tristezza di un segretario del Pd che non ha migliori argomenti per contrastare un suo avversario politico che ricordargli le sue alleanze in Europa, la sua frase è sembrata fuori luogo e appunto segno di un problema di Letta e del Pd con il sesso femminile. D'altra parte il fatto che tutte donne di potere in Europa provengano dal lato dei conservatori a cominciare dalla Tatcher per finire alla Merkel e per arrivare alla nostra bravissima Meloni, vorrà dire pur qualcosa o no?
Anche questo aspetto dimostra come effettivamente su molti punti la destra sia molto più vicina ai bisogni della gente e alle proprie istanze, compresa la tanto ventilata a sinistra difesa delle donne, che poi nei fatti si mostra per quello che è l'ennesimo paravento di un partito che da troppo tempo ha perso il contatto con la realtà, con il suo elettorato e con i suoi problemi, Forse perché è troppo impegnato ad occupare le leve del potere, anche senza vincere mai una elezione, e non perde occasione per gridare al pericolo delle destre al governo, passando il tempo a demonizzare l'avversario di turno (in questo caso uomo o donna che sia poca importanza ha).
Il fatto poi che alla guida della coalizione di centrodestra ci sia una donna deve evidente dare ancora maggiore fastidio a chi le donne nel proprio partito è abituato a tenerle sempre un passo indietro, e le donne (forse anche perché anche loro troppo impegnate a non disturbare il manovratore al comando) che zitte e buone accettano tutto quasi passivamente. Quindi ben venga lo sfogo della signora Franceschini sperando che chissà serva a Letta e compagnia a distrarli un po' dalle beghe di coalizione e alle lotte intestine.