Nel febbraio del 1907 Michał ricevette la proposta di un incarico di insegnamento in una nuova scuola presso la parrocchia polacca a Zabrzezie. Il lavoro a scuola gli piaceva molto. L’insegnamento lo interessava e lo attirava, ma nello stesso tempo lo stimolava ad apprendere le tecniche didattiche e metodologiche. Insegnando agli altri, Michał colmava le sue carenze nella conoscenza della buona lingua polacca. Insegnava la grammatica e la stilistica, nozioni che, in una scuola dominata dai russi, si potevano solo sognare. In quei tempi, egli sviluppò e perfezionò attraverso la lettura, la conoscenza della letteratura nazionale. Di giorno e di notte ne divorava i classici soprattutto Mickiewicz[1], scoprendo nelle sue opere la bellezza e la ricchezza della cultura nazionale. Quelle letture indubbiamente formarono la sua personalità, ne rafforzarono il patriottismo, nel desiderio di una vita trascorsa, secondo i principi religiosi e morali[2]. Ricordando nel suo Diario il lavoro a Zabrzezie scrisse: 

 «Era un lavoro piacevole, pieno di fede e volontà; si creavano svariati progetti, piani relativi alla organizzazione della scuola polacca e ai metodi di insegnamento che allora non conoscevo»[3]. 

 La scuola dopo un anno di esistenza, a causa dell’attività svolta a favore della causa polacca e del cattolicesimo, fu chiusa, il parroco e Michał furono condannati dal Tribunale zarista di Oszmiana[4].

Privato del lavoro a scuola, insegnò per alcuni mesi ai figli dei suoi parenti, nel loro podere a Koltów. Là gli suggerirono di partire per Vilnius per trovare la possibilità di un’ulteriore formazione. Nel settembre del 1908, senza alcuna assicurazione materiale, contando semplicemente sull’aiuto di pochi conoscenti, si trasferì a Vilnius[5]. Dopo numerosi tentativi, rimasti senza successo allo scopo di ottenere un aiuto, fu più volte sul punto di rinunciare agli inutili sforzi. Fu sorretto, però, dalla speranza sempre rinnovata, resa più incrollabile attraverso la preghiera davanti al quadro della Madonna di Ostra Brama - “Vergine Maria Madre della Misericordia”[6]. Alla fine, come ricordò lui stesso, riuscì ad ottenere da Maria una felice conclusione delle sue ricerche: 

 «Prostrato mi sono recato un’altra volta presso la cappella della Madonna di Ostra Brama dove, durante la preghiera, mi sono sentito affluire un’energia ed è entrata in me la fiducia: sono tornato in città e mi sono recato in via Baksza dal sig. Zmitrowicz che si occupava dell’educazione della gioventù. Qui ho incontrato la signora J. Waltz, la quale - vedendo il mio imbarazzo - mi propose di tener alcune ore di lezioni di latino per i suoi alunni»[7].

 Nel collegio Bakszta, Michał ritrovò l’atmosfera e l’ambiente che cercava. Ivi regnava, fino in fondo, lo spirito religioso e polacco. Il periodo di soggiorno nel collegio fu anche un periodo di completamento e approfondimento del sapere; intendeva, infatti, sostenere gli esami per concludere l’istruzione ginnasiale. Oltre allo studio del latino e del tedesco, obbligatori per l’esame, si arricchiva con i testi trasmessi nelle orazioni e negli insegnamenti di Zmitrowicz, nelle conferenze e nelle relazioni tenute nel collegio, come pure con le predicazioni fatte dagli ottimi oratori religiosi delle chiese di Vilnius. Utilizzando la biblioteca del collegio, apprese soprattutto la letteratura religiosa, sociale e pedagogica, che in quel periodo lo interessava di più. Soggiornando a Vilnius, una città ricca di monumenti, di opere d’arte e di vita culturale, trovò inoltre il modo di arricchirsi interiormente sviluppando il senso estetico. Nell’aprire del 1909 si recò a Pietroburgo e là nel XX Ginnasio sostenne gli esami complementari. Ancora prima delle vacanze, presentò la domanda al seminario e superò l’esame di ammissione. L’obiettivo desiderato, lo studio in seminario sembrava già raggiunto, in quanto la domanda era stata accettata dall’autorità del seminario. Il governatore di Vilnius, invece, non approvò la decisione delle suddette autorità a causa di una sentenza del Tribunale riguardante l’insegnamento a Zabrzezie. Per un altro anno, rimase tormentato dall’insicurezza, e paventando che la decisione del governatore potesse essere di nuovo negativa, Michał fu costretto a beneficiare della cordialità dei suoi insegnanti, Jadwiga Waltz e Józef Zmitrowicz. Nel collegio gli fu proposto l’incarico di assistente dell’educatore[8]. 

Agli inizi di giugno del 1910 ricevette una lettera dal seminario nella quale il governatore gli consentì di intraprendere il corso di studi desiderati. La via per  il sacerdozio gli si era aperta davanti. Il più difficile ostacolo era stato superato. Tuttavia, di nuovo si fecero sentire i problemi materiali dei genitori[9].

Le condizioni di vita della famiglia Sopoćko diventavano sempre più difficili. Le preoccupazioni, i problemi causarono una profonda afflizione nei genitori del Sopoćko. Molto probabilmente, questa profonda afflizione fu la causa di decesso della madre, ammalatasi nel 1910, proprio quando Sopoćko era entrato nel seminario diocesano[10].

 «Con la sensazione di grande gioia ed involontario dolore nel cuore ho varcato la soglia della casa della scienza teologica, gioia in quanto si sono avverati i miei sogni d’infanzia e il dolore di lasciare i genitori e i fratelli nella triste e addirittura catastrofica situazione»[11] - scrisse Sopoćko nel suo Diario.

sac. don Gregorio Stanislaw Lydek - ks. dr Grzegorz Łydek

 


[1] Adam Mickiewicz nacque il 24 dicembre 1789 a Zaosie, vicino a Nowogródek, «l’antico Gran Ducato di Lituania da una famiglia di antico lignaggio, ma rovinata, fu un poeta e scrittore polacco. La sua formazione culturale, di tipo classico, è stata completata all’Università di Vilnius dal 1815 al 1819. Dal 1819 al 1823 esercitò l’attività di professore a Kaunas. Dopo essersi interessato ai filosofi francesi illuministi come Voltaire, presto cominciò ad appassionarsi ai capolavori dei grandi scrittori romantici Schiller e Byron. Fortemente critico in rapporto al paterno abbraccio russo sul regno polacco, nel 1823 fu arrestato dalla polizia russa con altri accoliti dell’associazione. Fu imprigionato per alcuni mesi e non tornò mai più nelle sue terre. Visse quindi a Odessa, Mosca e San Pietroburgo, stringendo legami con numerosi scrittori russi, tra cui Aleksandr Puškin. Come poeta cominciò a raccogliere i primi successi con l’opera Ballady i romanse (Ballate e Romanze) del 1822 che apre l’età romantica nella letteratura polacca. La prefazione dell’opera  è una fotografia della letteratura dell’Europa occidentale. Tra il 1822 ed il 1832 compose l’opera teatrale Dziady (Gli Avi), nella quale conferì alla Polonia un ruolo di guida per le altre nazioni europee. Il titolo dell’opera è tratto da un’antica festa popolare bielorussa, che ha luogo durante la festa di Ognissanti; celebrazioni alle quali Mickiewicz partecipava durante la sua giovinezza in Lituania. Nel 1825 Mickiewicz si trova in Crimea e pubblica la sua opera erotica Sonety krymskie (Sonetti di Crimea, 1826). Sebbene ispirato dal panorama della steppa, la sua anima e la sua mente sono sempre più assorbite dai suoi sentimenti nazionalisti. Ma l’opera, la più importante per i polacchi, è Pan Tadeusz (Signor Taddeo) - un poema di 12 libri, chiamato epopea nazionale. Quest’epopea è la lettura obbligatoria in tutte le scuole polacche. Adam Mickiewicz ha anche tradotto in polacco le opere di autori italiani: Francesco Petrarca e Dante Alighieri. Sopoćko s’ispirò tanto a questo poeta per lo sviluppo della sua personalità di patriota»: Encyklopedia popularna [Enciclopedia universale], Aa.Vv., vol. II, PWN, Warszawa 2002, pp. 160-164.
[2] Cf. S. Strzelecki, Ksiądz Michał Sopoćko jakiego znałem i pamiętam [Don Michał Sopoćko come lo ho conosciuto  e com lo ricordo], Wydawnictwo Księży Marianów, Warszawa 2004, p. 16. 
[3] Dz., q. I, p. 11.                             
[4] Cf. ibidem, pp. 11-12.
[5] Cf. M. Sopoćko, Życiorys Księdza Michała Sopoćki [La vita di don Michał Sopoćko], AAB, cap. 7, vol. IV, pp. 4-5.
[6] Sopoćko spesso pregava davanti al quadro della Madonna di Porta dell’Aurora. Esso fu probabilmente dipinto a Vilnius negli anni 1620-1630. Nonostante le numerose ricerche, non si conosce l’identità del pittore. Il quadro è dipinto ad olio su una tavola di rovere, coperta da un sottile strato di gesso. «La Porta dell’Aurora fu costruita tra il 1503 e il 1522 come parte delle fortificazioni di Vilnius. Il nome della porta deriva dal quartiere di Ostry Koniec, che era fuori porta. Fu anche nota con il nome di Porta di Medininkai, perché posta in direzione del paese di Medininkai, a sud di Vilnus. La Cappella della porta dell’Aurora contiene una celebre effigie della Vergine Maria Madre della Misericordia, che è ritenuta miracolosa»: Encyklopedia popularna, vol. IX, p. 675.
[7] H. Ciereszko, Il cammino di santità di Don Michele Sopoćko, p. 13.
[8] Congregatio de Causis San Sactorum, Beatificationis et canonizationis servi Dei Michaël Sopoćko (1888-1975). Positio super virtutibus, vol. I, Tipografia Nova Res, Roma 2002, pp. 22-24.
[9] M. Sopoćko, Formacja kapłańska w Seminariu Duchownym, maszynopis, AAB, VI 16, 1948, p. 1.
[10] Ibid. Ivi, em, p. 2.
[11] M. Sopoćko, Jak wstąpiłem do seminarium Wileńskiego [Come sono entrato al Seminario di Vilnius], in Dz., q. I, p. 18 [traduzione nostra dall’originale polacco].