Ancora una volta la propaganda occidentale coglie pronta l'occasione per creare un clima di odio e di propaganda contro la Russia di Vladimir Putin.
La grancassa del 'mainstream' asservito al potere europeo e americano ha tuonato per la morte del presunto oppositore Alexei Navalny in carcere, addebitandone senza alcuna prova il decesso ai servizi segreti russi.

Peccato che questi non avessero ormai più alcun interesse nel cauterizzare la figura ormai pallida e spenta di quello che altro non era se non l'ennesimo 'pollo di allevamento' da parte dei servizi americani, spina nel fianco del governo di Putin mai effettivamente operativa, ignorata dalla massa del popolo russo anche nel periodo in cui agiva in perfetta libertà.

Navalny si trovava peraltro in un carcere a scarsa sicurezza, non era insomma un detenuto considerato pericoloso, né per se né per il potere moscovita. 

Logica impone come da Mosca non possa essere arrivato l'ordine di uccidere Navalny (semmai sia stato effettivamente assassinato, cosa tuttora da dimostrare). Sarebbe forse più logico ipotizzare invece che tale ordine sia giunto proprio da Washington, per eliminare un personaggio scomodo e permettere agli americani e ai Paesi loro complici di poter strillare per l'ennesima volta contro il 'nemico' giurato russo.