Il fumo in Italia è la principale causa di morte: dai 70.000 agli 83.000 decessi l’anno e oltre il 25% di questi è compreso tra i 35 ed i 65 anni di età. Lo afferma il ministero della Salute, che ha presentato oggi una nuova campagna contro le sigarette intitolata: “Ma che sei scemo”.

In Italia il 23,3% della popolazione fuma. Gli ex fumatori sono il 12,9%. Si fumano in media 12,3 sigarette al giorno. I fumatori in Italia sono circa 10,3 milioni (di cui 6,2 mln uomini e 4,1 mln donne) e nel 2017 si registra per la prima volta la più bassa differenza percentuale tra fumatori e fumatrici (sempre più donne fumano).

Nel mondo il tabacco provoca più decessi di alcol, aids, droghe, incidenti stradali, omicidi e suicidi messi insieme. L’epidemia del tabacco è una delle più grandi sfide di sanità pubblica della storia. È quanto emerge dai dati sul tabagismo in Italia e nel mondo, presentati al Ministero della Salute.

A livello mondiale, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) stima che il consumo di tabacco uccida attualmente quasi 6 milioni di persone ogni anno. In Europa, il fumo uccide, ogni anno circa 700.000 persone.

Circa il 50% dei fumatori muore in media 14 anni prima e chi fuma è affetto per più anni da condizioni precarie di salute nel corso della vita.

Infine ogni anno, 19.000 europei non fumatori muoiono per effetto dell’esposizione al fumo passivo, a casa o sul luogo di lavoro.

Il fumo, come già scritto, in Italia è la prima causa di morte e se sei un fumatore e stai leggendo, è molto probabile che tu abbia pensato molte volte di smettere o addirittura che ci abbia provato. Ed è altrettanto probabile che tu abbia avuto scarsi risultati.

La ragione principale è la seguente: la nicotina causa dipendenza!

Quando facciamo un tiro di sigaretta la nicotina raggiunge il cervello in pochi secondi; per diventare dipendenti bastano poche sigarette, e nel momento in cui lo diventiamo non ce ne rendiamo nemmeno conto.

Ma, da quel momento in poi, il desiderio di fumare che sentiamo altro non sarà che un richiamo del nostro corpo ad innalzare i livelli di nicotina che si stanno abbassando.

La sensazione di piacere che proviamo fumando il più delle volte altro non è che un sollievo ai sintomi di astinenza, talmente lievi che un fumatore non li riconosce (ansia, umore depresso, irritabilità).

I fumatori spesso pensano che la sigaretta riduca lo stress: al contrario, non solo non lo riduce, ma lo provoca. Infatti, nel momento in cui fumiamo ci sentiamo meglio perché stiamo alleviando i sintomi dell'astinenza, e quindi lo stress che la sigaretta stessa ci ha causato.

Generalmente le tracce di nicotina spariscono completamente dal corpo entro circa 1-3 settimane dall'ultima sigaretta fumata.

Passato questo periodo la dipendenza "fisica" scompare. Quindi, se sei un fumatore, non puoi dire che tu soffra solo la dipendenza psicologica: finché continui ad introdurre nicotina nel tuo corpo, la tua dipendenza sarà per forza di cose anche fisica.

Il secondo aspetto che caratterizza la dipendenza è dato dal fatto che si è nel tempo associato la sigaretta ad una certa situazione o ad uno stato d'animo preciso e questa è la dipendenza psicologica.

Quando smettiamo di fumare, questa è l'altra faccia della medaglia che ci troviamo ad affrontare, oltre alla dipendenza fisica.

Ma niente paura: questa associazione non dura per sempre, basterà forzare il nostro cervello al processo contrario, ovvero togliere la sigaretta da queste situazioni.

Con il tempo il nostro cervello si dimenticherà e vedrete che potrete bere un caffè o uscire con gli amici senza che vi venga in mente di fumare nemmeno per un secondo. Le difficoltà più grandi saranno nella prima settimana senza sigarette e andranno piano piano diminuendo; già dopo un mese saranno molto più sopportabili.

Cosa può succedermi quando smetto?

Voglia irrefrenabile di nicotina, rabbia, frustrazione, irritabilità, ansia, tristezza, aumento della fame.

Ricorda che sono "sintomi" passeggeri. Se ne andranno.

Fondamentale nel sopportare la prima e per alcuni anche la seconda settimana di questi probabili sintomi sono la motivazione a voler davvero smettere e il dedicarsi ad attività "diverse" dal solito.

Svolgendo attività diverse e non frequentando per un po' le persone che abitualmente associamo anche alle sigarette riusciremo a sopportare meglio tutto questo.

Il cibo può aiutare? Sì, a patto che non diventi una scusa per lasciarsi troppo andare. Smettere di fumare non fa ingrassare; abusare del cibo si.

Anche lo sport aiuta ad abbassare i livelli di stress quindi a sopportare meglio questa assenza.

Smettere di fumare richiede un voler cambiare per un breve periodo le proprie abitudini che costano qualche giorno di sacrificio ma lo vogliamo mettere a confronto con i rischi nel lungo periodo?

 

Le Fonti:
Sito web del ministero della Salute
OMS (World Health Organization)
Sito web Istat

ed indagini annuali:
Ossfad – indagine doxa-iss