Maria Ilva Biolcati, in arte Milva, nata a Goro in provincia di Ferrara il 17 luglio 1939 è morta ieri a Milano. Lo ha confermato la figlia Martina Corgnati, critica d'arte, all'agenzia Ansa, spiegando che la madre era malata da tempo. Avrebbe compiuto 82 anni il prossimo 17 luglio.

"Milva è stata una delle interpreti più intense della canzone italiana. La sua voce ha suscitato profonde emozioni in intere generazioni. Una grande italiana, un'artista che, partita dalla sua amata terra, ha calcato i palcoscenici internazionali, rendendo globale il suo successo e portando alto il nome del suo Paese. Addio alla pantera di Goro",

ha commentato il ministro della Cultura, Dario Franceschini, per commemorare la scomparsa della cantante attrice.

Ma per capire che cosa abbia realmente rappresentato Milva per il mondo dello spettacolo e della cultura, non solo italiano, ma europeo, bisogna ricorrere a ciò che ha scritto di lei Marino Bartoletti:

"Addio a Milva La Rossa. Raramente (forse mai) una cantante di origini musicali "popolari" aveva raggiunto livelli artistici così alti di classe e di cultura. Mi dispiace che le ultime generazioni non l'abbiano apprezzata come avrebbe meritato. Ha dato del “tu” a Brecht, diventandone quasi una musa. E’ passata da Strehler alla “Filanda”, dall’Olympia a Sanremo senza mai rinnegare il suo percorso: men che meno le sue passioni. Del Festival detiene ancora il record di partecipazioni, anche se non è mai riuscita a vincerlo (un secondo e quattro terzi posti). L’ultima volta che vi ha cantato in gara lo fece con una canzone pazzesca di Giorgio Faletti (“The show must go on”) che purtroppo passò inosservataPer fortuna che proprio Sanremo ha fatto in tempo ad omaggiarla con un commosso premio alla carriera ritirato da sua figlia Martina. Dalla bambagia del suo oblio Milva volle che venisse letto questo messaggio:“Gli artisti spazzano via la polvere dalla vita degli uomini ma perché questo accada l’arte deve essere continua ricerca. Bisogna studiare, attingere dal passato e modellare il sentimento, le emozioni e il gusto del presente».Nella parte più importante della sua carriera è stata più apprezzata in Francia e in Germania che non in Italia. Amava il tedesco, lingua in cui cantava e recitava perfettamente. Il cavallo di battaglia che preferiva era: “Keine Stunde, tut mir Leid”. Non rimpiango neanche un’ora. Se n’è andata in silenzio: fiera, come sempre!"