"I reiterati e gravi tentativi di esautorare il Parlamento durante l’emergenza Covid, rappresentano il declino della nostra democrazia rappresentativa".
Ha ragione il filosofo veneziano quando afferma che siamo entrati in una situazione di deriva pericolosissima, in uno stato di emergenza perenne. La situazione politica e istituzionale connessa alla gestione dell'emergenza Covid ha di fatto accentrato tutti i processi decisionali in capo al potere esecutivo, svuotando totalmente i poteri del Parlamento e quindi della democrazia rappresentativa, ammesso che ancora si possa parlare di rappresentatività.
Cacciari ribadisce più volte che “una democrazia non può andare avanti a stati di emergenza”. Condivido pienamente il suo lucidissimo assunto aggiungendo che non è possibile continuare a parlare di emergenza senza fine eludendo i diritti e le libertà dei cittadini italiani costituzionalmente garantiti.
Questa emergenza è diventata ormai un mezzo per continuare ad esautorare il Parlamento aggravando notevolmente la già precaria democrazia rappresentativa italiana consumatasi nel corso dell’ultimo ventennio. Cominciamo a domandarci cosa vi sia oltre l’emergenza e quale sia la sorte della rappresentatività parlamentare. Attenzione! Stiamo mettendo in discussione i principi e i caratteri fondamentali del nostro sistema parlamentare suffragati nella Costituzione repubblicana.
Il declino della democrazia rappresentativa è agevolato soprattutto perché non esiste più quel rapporto di rappresentanza politica che lega l’eletto al corpo elettorale. Da quanto non eleggiamo più i nostri rappresentanti? Ormai assistiamo ad una irresponsabilità politica quasi totale dell’esecutivo nei confronti del Parlamento e quindi del Popolo. La Costituzione torni veramente al centro di questa emergenza e si ripristinino le funzione delle Camere e il loro ruolo centrale.
Non è più ammissibile l’esproprio della funzione legislativa da parte del Governo! Dall’inizio dell’emergenza il Parlamento è stato totalmente marginalizzato e di fatto esautorato anche dalla gestione delle misure anti epidemiche. Credo sia ora che torni e riappropriarsi delle sue prerogative costituzionali! Se è vero che siamo uscendo dalla fase più acuta dell’emergenza allora sarebbe giusto ripristinare con la massima urgenza la centralità politica e istituzionale del Parlamento perché nella nostra Repubblica è quello il luogo e il motore delle fondamentali scelte politiche che ci attendono.
Stiamo attenti e vigili perché la destrutturazione della democrazia parlamentare è un pericolo da non sottovalutare.
Vincenzo Musacchio, associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) di Newark (USA) e ricercatore dell’Alta Scuola di Studi Strategici sulla Criminalità Organizzata del Royal United Services Institute di Londra. Nella sua carriera, il giurista è stato allievo di Giuliano Vassalli, amico e collaboratore di Antonino Caponnetto, magistrato italiano conosciuto per aver guidato il Pool antimafia con Falcone e Borsellino nella seconda metà degli anni ’80.