Politica

Alla Camera aggressione squadrista al 5 stelle Donno durante i lavori sulla riforma relativa all'Autonomia differenziata

In precedenza, un muro tricolore dai banchi della Camera di "tutta" l'opposizione aveva ricordato ai deputati della destra che l'Italia è una e indivisibile che la riforma sull'autonomia differenziata, che era in discussione, spaccherà il Paese.

Successivamente, il 5 Stelle Donno si è avvicinato all'estendore di tale riforma, il ministro Calederoli, leghista, per consegnargli, simbolicamente, uno di quei tricolori che era stato sventolato in precedenza. Calderoli è indietreggiato, probabilmente inorridito dal ricevere la bandiera italiana, mentre due commessi si sono diretti su Donno, bloccandolo e allontanandolo dal ministro. A quel punto è scattata un'aggressione di stampo squadrista, e pertanto fascista, da parte di alcuni deputati della maggioranza. Prima è stato l'onorevole Mollicone di FdI a tentare di avventarsi si Donno, poi sono sopraggiunti altri, tra cui il leghista Iezzi, il più scatenato di tutti che ha più volte tentato di colpire il collega parlamentare. Donno è finito a terra e poi è stato accompagnato in ospedale, al S. Spirito, per accertamenti.

Donno ha poi dichiarato l'intenzione di sporgere denuncia - "Mi hanno colpito allo sterno, mi hanno tolto il fiato" - indicando tra i suoi aggressori anche gli onorevoli Candiani (Lega), Cangiano e Amich (di FdI).

"L'aggressione avvenuta alla Camera ai danni di Leonardo Donno - dichiarano i 5 stelle - è un fatto gravissimo e vergognoso. Il nostro deputato voleva solo consegnare una bandiera italiana al ministro Calderoli, quando è stato aggredito fisicamente da parlamentari della maggioranza tra cui il leghista Iezzi, venendo colpito con pugni e finendo a terra. Chiediamo provvedimenti seri e immediati contro questo atto di vero e proprio squadrismo perpetrato all'interno delle istituzioni che infanga la nostra democrazia e qualifica chi lo ha compiuto".

Successivamente, i responsabili dell'aggressione di stampo fascista e i partiti di appartenenza, invece di condannare l'accaduto, hanno cercato di minimizzarlo, accusando Donno di esserne il responsabile, sia per l'atto, definito provocatorio, sia per le conseguenze di cui è stato vittima, definite sceneggiata.

Precedentemente, la capogruppo dem Chiara Braga era stata interrotta bruscamente con uno "Stai zitta" e i lavori dell'aula erano stati sospesi. Al rientro le opposizioni avevano mostrato le bandiere tricolore e intonato l'inno di Mameli e Bella ciao.

In risposta, dai banchi della Lega, il parlamentare Domenico Furgiuele ha incrociato le braccia  per simboleggiare una “X”, chiaro riferimento alla "Decima Mas" che se lui - vigliaccamente e a sprezzo del ridicolo- ha smentito, dicendo di aver voluto imitare i giudici di X Factor.

Dopo un nuovo stop ai lavori, il pentastellato Leonardo Donno è andato verso il ministro Calderoli porgendogli il tricolore. Al gesto ha fatto poi seguito quanto è già stato descritto.

Autore Informazione Libera
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