Il Senato sfiducia il CdA di Consip e ci riprova (senza esito) con il ministro Lotti
La vergogna, secondo Treccani, è un sentimento più o meno profondo di turbamento e di disagio suscitato dalla coscienza o dal timore della riprovazione e della condanna (morale o sociale) di altri per un’azione, un comportamento o una situazione, che siano o possano essere oggetto di un giudizio sfavorevole, di disprezzo o di discredito...
Questa premessa è necessaria per prendere atto che Matteo Orfini e di conseguenza tutto il Partito Democratico - dato che lui ne è il presidente e il garante politico ed etico - non sono dotati di alcun senso della vergogna, a meno che non di vergogna si tratti, ma di pura e semplice arroganza e che tale arroganza sia giunta al punto di far loro credere che gli italiani siano diventati tutti dei cretini!
Da qualche giorno il PD, da quanto traspare dalle scelte editoriali de l'Unità, il giornale di partito, e dalle dichiarazioni di alcuni dei suoi massimi dirigenti è in fibrillazione per cercare di far credere all'opinione pubblica italiana che l'inchiesta Consip è da considerarsi alla stregua di una macchinazione bella e buona a danno dell'allora presidente del Consiglio Matteo Renzi. Macchinazione che, va da sé, non potrebbe non configurare addirittutra l'ipotesi di un colpo di Stato!
Questa è la tesi su cui da alcuni giorni l'Unità continua a martellare. Questa la dichiarazione più recente in merito, rilasciata da Matteo Orfini: «La vicenda Consip? C’è un’indagine in corso che sta rivelando sorprese, con meccanismi quasi eversivi, con pezzi di apparati dello Stato che falsificano le prove per cercare di fare arrestare il padre dell’ex premier, una roba abbastanza enorme di cui si parla poco.»
A voler esser cortesi, quella sopra riportata è una ricostruzione della vicenda Consip alquanto affrettata oltre che parziale e piena di buchi. A voler essere ironici, si potrebbe imputare a Orfini la colpa di essersi dimenticato di citare la Spectre, Dart Fener e Lord Voldemort.
Ma perché tanto interesse nei confronti di questa inchiesta? Perché, probabilmente, gli inquirenti stanno per trarne le conclusioni dopo aver sentito nuovamente i vertici dell'azienda (l'ad Marroni ed il presidente Ferrara) e tali conclusioni, forse da qualche voce dal sen fuggita, potrebbero non essere gradite al PD che, per parare il colpo, si muove d'anticipo.
Nell'ultimo interrogatorio avvenuto alla fine della scorsa settimana, Luigi Ferrara ritratta ciò che aveva lui stesso confermato mesi fa agli inquirenti, cioé di aver riferito all'ammistratore delegato Marroni che il generale dei carabinieri Tullio Del Settede lo aveva informato dell'esistenza di un'inchiesta su Consip. Come conseguenza, i magistrati che lo hanno interrogato sono stati costretti ad imputargli il reato di falsa testimonianza.
A questo punto, Ferrara annuncia di dimettersi dal CdA e a ruota lo segue un altro membro, Maria Laura Ferrigno. Rimane solo Marroni, ma giuridicamente il Consiglio di amministrazione della Consip è di fatto decaduto e va rinominato.
Una decisione, quella di Ferrara e Ferrigno, capitata proprio a fagiolo. Infatti, al Senato erano calendarizzate per il 20 giugno delle mozioni di sfiducia (e di chiarimento) nei confronti dei vertici Consip e dei politici del PD coinvolti nella vicenda, presentate dalle opposizioni nello scroso mese di marzo. Incredibilmente, seppure con termini più sfumati, il PD ha presentato anch'esso una propria mozione per l'azzeramento del CdA Consip.
Insomma, la scelta del Partito Democratico è quella di trasformare la vicenda in una bufala (messa su tra l'altro da dei renziani) che nulla avrebbe di reale se non il tentativo di screditare Matteo Renzi... attraverso il padre Tiziano.
Martedì, a partire dalle 11, va in scena in Senato questa commedia del PD che, comunque finisca in aula in base al voto delle opposizioni che tentano anche di sfiduciare il ministro Luca Lotti (tra gli indagati nella vicenda Consip), continuerà però a riservare sorprese interessanti, perché, purtroppo per il Partito Democratico, il principale accusatore del modo disinvolto dei renziani di servire la cosa pubblica è l'ad Marroni che ha confermato in toto le sue accuse e che non ha alcuna intenzione né di passar per bugiardo e neppure per tonto, tanto che nei prossimi giorni ha preso appuntamento con il presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone.
Di seguito il resoconto del Senato su quanto avvenuto in aula nella seduta mattutina, in relazione alle mozioni su Consip.
In apertura di seduta il Presidente Grasso ha letto una missiva del Ministro dell'economia Padoan con la quale si informa il Parlamento della decadenza del consiglio di amministrazione di Consip, a seguito della dimissione di due consiglieri, e dell'avvenuta convocazione, da parte dell'amministratore delegato Marroni, dell'assemblea degli azionisti il 27 giugno prossimo al fine di procedere al rinnovo. Il Presidente del Senato ha inoltre dichiarato improponibili, per estraneità alla materia, il primo punto della mozione di Art.1-MDP e un ordine del giorno di M5S che impegnano il Governo a valutare la sospensione delle deleghe al Ministro Lotti fino al chiarimento della vicenda giudiziaria che lo vede coinvolto.
Il sen. Zanda (PD) ha comunicato che il PD ha ritirato la sua mozione e ne ha presentato un'altra in cui chiede al Governo di procedere al rinnovo del consiglio secondo regole di buona amministrazione. Ha quindi invitato l'Aula a prendere atto che le mozioni sulla rimozione dei vertici Consip hanno conseguito il risultato e ha suggerito - senza chiedere una votazione della proposta - di rinviare il dibattito ad una data successiva al 27 giugno. I sen. Quagliarello (FL), Paolo Romani (FI-PdL), Loredana De Petris (SI-Sel), Martelli (M5S), Candiani (LN), Cecilia Guerra (Art.1-MDP) e Di Maggio (GAL) non hanno condiviso la proposta di rinvio suggerita dal Capogruppo del PD: le mozioni non sono superate, l'amministratore delegato Marroni è ancora al suo posto, il Parlamento è tenuto a dare indirizzi sulle procedure da seguire per le nuove nomine e, più in generale, deve discutere dell'intreccio tra affari, politica, cattiva gestione degli appalti pubblici nonché del conflitto paradossale tra il Ministro Padoan, che ha sempre difeso l'amministratore delegato, e il Ministro Lotti, che è accusato di sviamento di indagine e di favoreggiamento.
L'Assemblea ha quindi avviato l'esame delle mozioni sui vertici Consip.
Il sen. Augello (FL) ha illustrato la mozione n. 738 che impegna il Governo a sospendere le gare per le quali i dirigenti Consip siano stati oggetto di richieste di favori e a riferire in Parlamento i risultati di un'inchiesta amministrativa. La sen. De Petris (SI-Sel) ha illustrato la mozione n. 743 che impegna il Governo ad avviare un'inchiesta amministrativa e a rivedere i criteri di definizione delle gare. Il sen. Russo (PD) ha illustrato la mozione sottoscritta dai Gruppi PD, AP e Aut che impegna il Governo a procedere in tempi celeri al rinnovo dei vertici Consip, nel rispetto delle modalità previste dalla normativa vigente. Il sen. Gotor (Art.1-MDP) ha illustrato la mozione n. 800 che impegna il Governo a revocare dall'incarico il dottor Marroni e a procedere alle nuove nomine secondo la direttiva Saccomanni.
La discussione, in Senato, sulle mozioni Consip è proseguita nel pomeriggio con le dichiarazioni di voto e la votazione che, al di là di tensioni e possibili trabocchetti, non ha fornito alcuna sorpresa sull'esito, anche grazie agli accordi tra Forza Italia e Partito Democratico che già gstanno facendo le prove di alleanza per costruire la maggioranza a supporto del Governo nella prossima legislatura.
E tanto perché gli italiani sappiano - a futura memoria - con chi hanno a che fare (in relazione ai parlamentari del Partito Democratico) è utile riportare la parte conclusiva dell'intervento in dichiarazione di voto del senatore PD Mirabelli: «Desidero ricordare a lui [Gotor, senatore di MDP] e a me stesso che il nostro compito oggi, in quest'Aula, non è certo quello di sostituirci alla magistratura, né tantomeno allestire processi sommari, come invece ho sentito fare da diversi colleghi intervenuti.
È ovviamente legittimo, anzi doveroso esplicitare le opinioni diverse, ma trovo meno comprensibile l'idea di risollevare questioni su cui il Senato si è già espresso, respingendo la mozione di sfiducia nei confronti del Ministro per lo sport, e di illustrare mozioni che questa mattina sono state dichiarate inammissibili dal Presidente del Senato.
Ad ogni modo, credo non debba mai mancare il rispetto reciproco, che viene meno se, per sfruttare politicamente e strumentalmente una discussione seria e dai toni pacati come è stata per molti versi quella odierna, si corra a invocare processi sommari, pronunciare invettive o promulgare sentenze. Non è serio nei confronti del Parlamento usare quest'Assemblea e questa discussione sulla Consip (sul suo funzionamento e non sull'inchiesta) per alimentare sospetti, fare insinuazioni, costruire dietrologie e fare accuse gratuite.»
Inutile ricordare al senatore Mirabelli che il renzianissimo attuale ministro dello Sport Luca Lotti è indagato nell'inchiesta Consip a seguito di accuse mosse nei suoi confronti dall'ad di Consip Marroni, anche lui in quota Partito Democratico.
Ma per i rappresentanti del PD, gli italiani devono essere considerati degli idioti... quindi, nulla di cui stupirsi.