Mercoledì la presidente Ursula von der Leyen ha parlato alla plenaria del Parlamento europeo incentrando il suo discorso sulla necessità, da parte dei Paesi membri, di investire nella spesa militare, anche in funzione della sua rielezione all'attuale incarico.
Per farsi rieleggere, la von der Leyen sta ormai facendo petting con le destre sovraniste - almeno quelle un po'meno indecenti, tipo Fratelli d'Italia - per farsi vedere pronta e disponibile a qualsiasi tipo di maggioranza che, nella prossima legislatura, la riconfermi alla presidenza della Commissione Ue.
Visto che per le destre la spesa militare è, chissà perché, sempre irrinunciabile, la von der Leyen ieri ha fatto un discorso che faceva prospettare l'imminenza di un nuovo conflitto mondiale e la necessità di una corsa agli armamenti
"Negli ultimi anni - ha detto - molte illusioni europee sono andate in frantumi. L'illusione che la pace sia permanente. L'illusione che la prosperità economica possa essere più importante per Putin che distruggere un'Ucraina libera e democratica. L'illusione che l'Europa da sola stesse facendo abbastanza in materia di sicurezza, sia essa economica o militare, convenzionale o informatica. Guardandoci intorno, è chiaro che non c'è più spazio per altre illusioni. Putin ha utilizzato il dividendo della pace per prepararsi a questa guerra. Di conseguenza, il mondo è più pericoloso rispetto a come non lo è stato per generazioni. La brutale guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina è giunta al suo terzo anno ed è più radicata e intensa che mai.Stiamo vedendo la potenza e i pericoli di una crescente e inquietante lega di autoritari. La Corea del Nord sta consegnando ordini su ordini di munizioni alla Russia. E l'Iran sta fornendo droni d'attacco, e soprattutto anche la tecnologia che li supporta, per infliggere danni indicibili alle città e ai cittadini ucraini. La continua guerra a Gaza e la destabilizzazione su larga scala in Medio Oriente indicano un'era di insicurezza e conflitto nella regione e oltre [e allora perché non emettere sanzioni contro Israele? ndr]. E stiamo anche assistendo al continuo aumento della concorrenza economica aggressiva e delle distorsioni, che porta con sé alcuni rischi molto reali per la sicurezza europea. Quindi, per dirla senza mezzi termini, come ha fatto il mese scorso il presidente uscente della Finlandia Niinistö: “L'Europa deve svegliarsi”. E aggiungerei: urgentemente. Sappiamo tutti che qui c'è molto in gioco: la nostra libertà e la nostra prosperità. E dobbiamo iniziare a comportarci di conseguenza.Dobbiamo iniziare a lavorare sul futuro dell'architettura di sicurezza europea. In tutte le sue dimensioni e con tutta la rapidità e la volontà politica necessarie. ... Noi europei dobbiamo stare in guardia. Non si tratta solo di sconfiggere i bulli sul campo di battaglia, ma in tutta la nostra società. ... l'Europa ha iniziato a comprendere l'urgenza e la portata della sfida che ci aspetta. Ma c'è molto altro da fare. E dobbiamo muoverci velocemente. La minaccia di guerra potrebbe non essere imminente, ma non è impossibile. I rischi di una guerra non dovrebbero essere esagerati, ma dovrebbero essere preparati. E tutto ciò inizia con l'urgente necessità di ricostruire, rifornire e modernizzare le forze armate degli Stati membri. In tal modo, l'Europa dovrebbe sforzarsi di sviluppare e produrre la prossima generazione di capacità operative vincenti e garantire di disporre della quantità sufficiente di materiale e della superiorità tecnologica di cui potremmo aver bisogno in futuro. Ciò significa potenziare la nostra capacità industriale della difesa nei prossimi cinque anni.Alla base di tutto ciò deve esserci un principio semplice: l'Europa deve spendere di più, spendere meglio, spendere in modo europeo. Presenteremo alcune proposte nelle prossime settimane con la prima strategia europea di difesa industriale. Uno degli obiettivi centrali della strategia, e del programma europeo di investimenti per la difesa che la accompagnerà, sarà quello di dare priorità agli appalti congiunti nel settore della difesa. Proprio come lo abbiamo fatto con successo con i vaccini o ad esempio con il gas naturale. Ciò ci aiuterà a ridurre la frammentazione e ad aumentare l'interoperabilità. Ma per fare questo dobbiamo inviare collettivamente un segnale forte all'industria. Questo è il motivo per cui esamineremo come facilitare, ad esempio, gli accordi di prelievo. Hanno bisogno di sicurezza e della consapevolezza che i prodotti verranno ritirati. O ad esempio contratti di acquisto anticipati in cui forniamo garanzie. Ciò darebbe alle nostre aziende del settore della difesa ordini molto stabili e, soprattutto, prevedibilità a lungo termine.... Fare questo passo insieme in difesa non sarà facile. Richiederà decisioni coraggiose e coraggio politico. E richiederà soprattutto una nuova mentalità di difesa europea da parte delle istituzioni, dell'industria e degli investitori. Ecco perché sono molto incoraggiato dalle parole del Presidente Calviño secondo cui la BEI è pronta a fare di più per contribuire a progetti comuni che rilanciano l'industria europea della difesa. E invito davvero gli Stati membri ad approvare questa proposta. L'industria della difesa in Europa ha bisogno di accesso ai capitali. Vorrei incoraggiare i nostri finanziatori pubblici e privati a sostenere la nostra industria della difesa e in particolare le piccole e medie imprese. Anche nel settore della difesa le piccole e medie imprese rappresentano la spina dorsale del nostro settore. Sono il motore dell'innovazione e un fattore critico nel mercato unico. E l'argomento richiede un'attenzione totale. Questo è il motivo per cui personalmente sostengo la designazione di un Commissario alla Difesa per la prossima Commissione".
La strada è tracciata. Camerati e (post) camerati hanno drizzato le orecchie ed hanno cominciato a sorridere.
Quel che fa rimanere un po' di stucco è il fatto che la von der Leyen è al suo posto perché nell'attuale maggioranza ci sono anche forze politiche di sinistra che, in teoria, dovrebbero auspicare investimenti in altri settori. Evidentemente, la presidente tedesca si immagina che il risultato delle urne del prossimo giugno dia una maggioranza supportata da partiti esclusivamente guerrafondai.
Oggi è arrivata la risposta di Putin nel suo annuale discorso all'Assemblea federale a Mosca. E dopo tale premessa - a cui si potrebbero aggiungere anche le parole dette da Macron in cui non escludeva l'invio di truppe europee in Ucraina - il presidente russo ha dichiarato che i Paesi della Nato rischiano di innescare "un conflitto con l'uso di armi nucleari e di conseguenza la distruzione della civiltà"."Senza una Russia forte e sovrana non ci può essere un ordine mondiale stabile",
ha detto Putin, che non ha certo dimenticato di parlare del conflitto armato in Ucraina, anche in riferimento al supporto militare fornito a Kiev dai Paesi della Nato: "Devono capire che anche noi abbiamo armi che possono colpire nel loro territorio".
Il presidente russo ha poi ricordato che né la guerra in Ucraina, né le sanzioni occidentali hanno indebolito la Russia, che è anzi più forte di prima e si appresta a diventare la quarta economia mondiale:
"Oggi la Russia è la più grande economia d'Europa in termini di Prodotto interno lordo a parità di potere d'acquisto e la quinta nel mondo. Il ritmo e soprattutto la qualità della crescita ci permettono di sperare e addirittura di affermare che nel prossimo futuro potremo fare un altro passo avanti: saremo tra le quattro maggiori potenze economiche del mondo".
E come Putin ha chiuso il suo discorso? Assicurando la platea che le truppe russe in Ucraina otterranno la vittoria e non si ritireranno mai:
"I membri delle forze armate non si ritireranno, non falliranno, non tradiranno".
E tutta questa anormalità, ogni giorno che passa, sta diventando normalità.