Economia

L'Istat pubblica la revisione dei conti economici nazionali: Pil 2017 a +1,6%, deficit/Pil a 2,4%, debito/Pil a 131,2%

Il quadro riassuntivo pubblicato dall'Istat sui conti economici dell'Italia nel periodo 2015-2017 non è certo entusiasmante, come mostrano i grafici nella prima pagina del documento.

L'andamento del Pil è comunque positivo ed in crescita costante da alcuni anni, raggiungendo nel 2017 il valore più alto, pari all'1,6%, con una revisione al rialzo di 0,1 punti percentuali rispetto alla stima di aprile.

Nel 2017 il Pil ai prezzi di mercato risulta pari a 1.724.954 milioni di euro correnti, con una revisione al rialzo di 8.019 milioni rispetto alla stima precedente. Per il 2016 il livello del Pil risulta rivisto verso l'alto di 8.800 milioni di euro.

Sulla base dei nuovi dati, ha rivisto il Pil in volume cresciuto nel 2016 dell'1,1%, di 0,2 punti percentuali in più rispetto alla stima di aprile (+0,9%), mentre il tasso di crescita del 2015 è stato rivisto al ribasso: 0,9% dall'1% della stima precedente.

Ma il Pil rispecchia anche, se non soprattutto, l'andamento economico positivo non di un singolo Paese, ma del contesto in cui quel Paese opera. Insomma, il Pil dell'Italia cresce non tanto perché si è fatto qualcosa di rivoluzionario rispetto a prima, ma perché cresce il Pil in Europa e nel resto del mondo. Il problema, però, è che in Italia cresce al di sotto della media degli altri Paesi... anche in Europa.

L'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche, in rapporto al Pil è pari nel 2017 a -2,4%, in miglioramento, seppur di poco dal -2,5% nel 2016, ma al rialzo rispetto alla stima pubblicata ad aprile (-2,3%).

È visto al ribasso invece il debito pubblico al 131,2% rispetto al 131,8% della stima precedente. Il deficit per il 2016 è stato confermato al 2,5%, mentre il debito è stato rivisto a 131,4%, dal 132% precedente.

Il saldo primario (indebitamento netto meno la spesa per interessi) è rivisto al ribasso all'1,4% nel 2017, dall'1,9%.

Il reddito delle famiglie nel 2017 è cresciuto dell'1,6% in valore nominale e dello 0,5% in termini di potere d'acquisto. Sono così aumentati i consumi, ma la propensione al risparmio delle famiglie è scesa al 7,7% dall'8,6% del 2016.

Per quanto riguarda gli investimenti, nel 2017 sono cresciuti in volume del 4,3%, i consumi finali nazionali dell'1,1%, le esportazioni di beni e servizi del 5,7% e le importazioni del 5,2%.

L'Iva, a prezzi costanti, è aumentata del 3,7% nell'industria in senso stretto, dell'1,1% nel settore dei servizi e dell'1,0% nelle costruzioni. mentre si è registrato un calo nel settore dell'agricoltura, silvicoltura e pesca del -4,3%.

Andando però a vedere le società non finanziarie nel loro insieme, la quota dei profitti è pari al 42,6%, in diminuzione rispetto al 43,2% del 2016.

Nel 2017 la pressione fiscale è rivista al ribasso al 42,2% dal 42,4%.

Autore Mario Falorni
Categoria Economia
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