Continua la via crucis a Piazza Affari, con la magra consolazione che i pesanti ribassi registrati anche questa mattina sono condivisi con le altre borse europee. Dopo il tonfo di Tokyo nella notte, -3,71% con un indice ormai in tendenza ribassista, le borse europee hanno aperto con pesanti perdite. A trascinarle giù è ancora l'incertezza che pesa sui mercati a causa del prezzo del greggio. A questo, in Italia si aggiunge il problema banche. MPS anche questa mattina segna perdite oltre le due cifre in percentuale e la sua quotazione si è portata intorno ai 50 centesimi. Ma non è l'unica, poiché è tutto il comparto bancario in sofferenza. Tra i problemi che sta causando il basso prezzo del petrolio vi è soprattutto quello legato allo oil shale, basato su una particolare tecnica di estrazione che è conveniente se il prezzo di vendita è superiore ai 50 dollari. Proprio per contrastare questo metodo, diffusissimo negli USA, gli arabi si sono rifiutati di controllare il ribasso dei prezzi diminuendo la produzione. Finora hanno potuto permetterselo. I guai, per il momento legati solo all'America, sono dovuti al fatto che le aziende impegnate nello shale system, per finanziarsi, hanno emesso obbligazioni che adesso valgono poco più di zero, perché difficilmente potranno essere ripagate. E questo, di conseguenza, non potrà non avere effetto sulle banche emittenti, sui mercati finanziari e sull'economia. Quanto misurabile in negativo sia questo effetto è ancora da capire, ma l'andamento delle borse non sembra prevedere nulla di buono. In Italia, poi c'è da aggiungere la sfiducia degli investitori nei confronti delle banche che continua nonostante le rodomontate, sempre meno frequenti a dire il vero, del presidente del consiglio. Sfiducia che sembra si sia estesa anche alla speculazione finanziaria che adesso scommette contro l'Italia e le sue banche.