Nella  mattinata del 4 settembre, a circa 10 miglia a sud-ovest di Lampedusa, la Guardia Costiera ha prestato soccorso ad un’imbarcazione alla deriva, ormai semisommersa e in procinto di affondare, con 7 migranti a bordo, tutti uomini di nazionalità siriana.

Sul punto è intervenuta la motovedetta SAR CP 324 della Guardia Costiera di Lampedusa, sotto il coordinamento del 12° Centro Secondario di Soccorso Marittimo (M.R.S.C. – Maritime Rescue Sub Center) della Guardia costiera di Palermo.

Tutti i naufraghi sono stati tratti in salvo, grazie all’intervento del Soccorritore Marittimo della Guardia Costiera imbarcato a bordo della motovedetta.

Le 7 persone, esauste, sono state quindi portate in salvo a Lampedusa.

I migranti, una volta soccorsi, hanno dichiarato di essere partiti lo scorso 1° settembre dalla Libia, con a bordo 28 persone (tra cui 3 minori), 21 delle quali, durante la navigazione, sarebbero cadute in mare per le avverse condizioni metereologiche.

Sono in corso le ricerche dei dispersi con unità navali e un aereo ATR  42 della guardia costiera. Il Centro nazionale di coordinamento del Soccorso Marittimo della Guardia costiera di Roma ha allertato i centri di soccorso libico, maltese e tunisino.

In relazione ad alcuni articoli di stampa pubblicati in questi giorni in merito ai tragici fatti di Cutro, nei quali si fa riferimento a presunte ingerenze e condizionamenti della politica nei confronti della Guardia Costiera nell’attività di soccorso in mare, l’Istituzione ha tenuto a ribadire in un comunicato stampa come l’operato della Guardia Costiera sia da sempre guidato esclusivamente dal rispetto delle normative nazionali ed internazionali in materia di soccorso marittimo e salvaguardia della vita umana in mare.

Il livello politico non ha mai condizionato l’operato della Guardia Costiera, né potrebbe mai farlo: l’attività di soccorso in mare è un compito che lo Stato affida alla Guardia Costiera, con precise responsabilità giuridiche, anche di carattere personale.

La storia e i numeri parlano chiaro, con le oltre 100 mila persone salvate solo nel 2023, che confermano come la missione del soccorso in mare venga svolta quotidianamente, e spesso silenziosamente, dalle donne e dagli uomini della Guardia Costiera, con eccezionale professionalità e umanità.