Domenica 23 luglio, 36 milioni di spagnoli sono chiamati alle urne per le elezioni politiche. Un appuntamento anticipato dall'attuale premier socialista Pedro Sanchez a seguito della pesante sconfitta del PSOE nelle amministrative della scorsa primavera.

Gli ultimi sondaggi ufficiali, di un paio di settimane fa, registravano un leggero vantaggio per il Partido Popular (PP), ma i socialisti davano segnali di recupero. Inoltre, nell'ultimo dibattito televisivo di pochi giorni fa, la scelta di non parteciparvi da parte del leader dei popolari Alberto Nunez Feijoo non sembra sia stata giudicata positivamente dagli elettori.

Al momento, nessuno dei due principali partiti è destinato ad avere la maggioranza assoluta. Il Psoe e il Pp hanno ciascuno circa il 30% delle preferenze, ma il sistema proporzionale rende difficile poter affermare quanti seggi garantiranno questi voti a PP e PSOE. La chiave della governabilità, che è fissata a quota 176 seggi, si trova pertanto nei partiti minori. 

E anche in questo caso vi è un testa a testa, tra Vox, alleato dei popolari, e Sumar, alleato dei socialisti. 

Vox, il cui leader è Santiago Abascal, è un partito neofranchista e proprio per questo motivo è supportato dai neofascisti italiani di Fratelli d'Italia. Così, anche per questo appuntamento elettorale la camerata Giorgia Meloni non ha mancato, stavolta da remoto, di dare il proprio appoggio a Vox. A differenza di altre occasioni, la Meloni, ricordandosi del ruolo di premier, ha dovuto però optare per toni più pacati.  Popolari e Vox hanno vinto le ultime amministrative presentandosi come alleati. Lo stesso hanno fatto in queste politiche. Un'allenza che, a livello nazionale, non è stata però mai sondata in precedenza.

La neonata coalizione Sumar è composta da Podemos e altre formazioni minori di sinistra e, in pratica, è una riproposizione sotto altra veste delle forze politiche che già hanno supportato l'attuale maggioranza di governo.  In pratica, quella a sinistra, è un'alleanza su cui gli elettori possono esprimere un giudizio concreto e non basato solo sulla propaganda elettorale.

Nonostante i buoni risultati economici raggiunti, il governo Sanchez ha perso consensi a causa degli effetti del Covid e del conflitto in Ucraina, oltre che per alcuni provvedimenti sui diritti civili che, al di là delle intenzioni, non sono stati giudicati positivamente dalla base elettorale.

Ago della bilancia di questa tornata elettorale, al momento molto incerta, potrebbe essere la perplessità di una parte dell'elettorato del PP che non vede di buon occhio che i franchisti di Vox possano occupare dei posti chiave nel nuovo governo. Per questo, i sondaggisti non escludono che una parte dell'elettorato del PP possa scegliere di votare per il PSOE o, soprattutto, decidere per l'astensione.

Dato che il risultato è in bilico, non bisogna neppure dimenticarsi che in Spagna vi sono anche partiti "regionali" che localmente hanno un notevole seguito e potranno pertanto incidere sull'assegnazione di alcuni seggi. Tra questi gli indipendentisti catalani di Erc, Junts e Cup, i nazionalisti baschi del PNV e la sinistra radicale di Bildu, che vedono in queste elezioni un'opportunità per ottenere concessioni economiche e politiche dal futuro governo di Madrid, considerando che, come sembra, ogni singolo seggio sarà determinante per formare una nuova maggioranza.

Domenica le urne saranno aperte dalle 9 e alle 20. I primi exit poll saranno disponibili alle 21 (alle 20 per le Canarie), mentre i risultati definitivi saranno disponibili già durante la notte.