Carinaro. La comunità di Carinaro si prepara a celebrare la festa liturgica in onore della santa patrona Eufemia.

Ormai sono già  due anni che in seguito alle misure restrittive dovute al diffondersi della pandemia da Covid19, i festeggiamenti patronali, quelli legati alle tradizioni civili con luminarie e serate canore, non si svolgono; ma la comunità dei fedeli  si prepara comunque a celebrare l'evento più importante, quello che ricade il 16 settembre, giorno della gloria della santa in Paradiso, con solenni funzioni liturgiche.

L'alba  sarà salutata dallo scampanio delle campane a festa e dallo  sparo di numerosi fuochi d'artificio che annunceranno alla comunità  il giorno di festa. 
Alle ore 07.30 e 10:30 nella Chiesa parrocchiale verranno celebrate le ss. Messe. 
Alle ore 19:30 nella piazza principale del paese, p.zza Trieste, alla presenza del simulacro della santa, esposta sopra un magnifico tosello, si terrà una solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta dal Cardinale Crescenzio Sepe Arcivescovo metropolita di Napoli, dal parroco don Antonio Lucariello, con la partecipazione del clero locale. La santa Messa sarà animata dai canti della corale parrocchiale e diretti dal M. Eufemia Barbato. 
Al termine della santa Messa il simulacro della santa verrà riportato in Chiesa e nel rispetto delle misure anticontagio  vigenti i fedeli rimarranno fermi ai propri posti per evitare assembramenti. 

Il culto di santa Eufemia, specie nella comunità carinarese, è molto sentito. La santa è nata in Calcedonia da genitori devoti alla fede Cattolica. 
Fin dall'infanzia si è distinta per le sue virtù e per le sue pratiche caritatevoli.  Ha sempre partecipato alla santa Messa nei giorni festivi e in quelli comandati prendendo parte al gruppo delle giovani ancelle di Cristo (un gruppo di ragazze che aiutano il sacerdote nel servizio all'altare; a loro infatti sono riservati i primi posti tra i banchi della Chiesa). 

All'età di 15 anni, nonostante le insistenze e le pressioni subite, Eufemia  rifiuta le nozze con il proconsole Prisco, e per questo viene sottoposta ai più crudeli ed atroci tormenti. 

Secondo i documenti riportati nell'Acta Sanctorum la giovane Eufemia ha subito i più brutali supplizi: le sono stati strappati i denti con le tenaglie, è stata messa al rogo,  è stata posta tra le ruote trainate dai buoi per sventrarle il corpo, è stata gettata in una fossa con verghe e seghe e, per amore di Gesù, ne è uscita  sempre illesa, fino all'ultimo tormento quando, gettata in un anfiteatro tra orsi e leoni, chiede a Dio di accogliere la sua anima. Così un leone, graffiandole il  braccio, la fa morire dissanguata. 

Il culto di Santa Eufemia  è molto praticato. Tante sono le chiese che si vantano del suo patrocinio.  Finanche il grande pittore ed incisore italiano Andrea Mantegna nell'elogiare le virtù eroiche ed il coraggio della giovane ragazza calcedonese ne ha raffigurato l'immagine con la palma del martirio e con un leone posto alla sua destra in uno splendido dipinto conservato nel museo nazionale di Capodimonte a Napoli. 

A Rovigno D'Istria sono conservate le sue spoglie mortali;  a Carinaro il suo culto é praticato da una secolare tradizione: la santa é invocata come patrona del latte materno. Secondo fonti storiche durante i periodi di carestie, quando le giovani mamme non producevano latte dalle mammelle per nutrire i propri figli si rivolgevano alla santa per chiedere aiuto. 

Il 16 settembre di ogni anno in occasione della festa liturgica, per celebrare l'ascesa al cielo della sua anima, oltre alle  Messe, viene esposta alla visione di tutti i fedeli, per l'intera giornata, la sacra reliquia contenete un ossicino del suo avambraccio.