Le sardine si agitano nuotando e nuotano agitandosi, così non si accontentano e cercano nuovi spazi, nuovi mari... da quelli locali a quelli nazionali e poi di nuovo a quelli locali. Difficile contenerle, improbabile sorprenderle, impossibile fermarle.

Ed ecco così che, mentre nuovi appuntamenti vengono organizzati per subito dopo Natale, le 6000 sardine bolognesi, da cui tutto è partito, hanno già iniziato a pensare ad un nuovo grande evento per la città delle due torri che si svolgerà domenica 19 gennaio a ridosso delle elezioni regionali previste per la settimana successiva.

Quello di Bologna, a gennaio, sarà "un grande evento destinato a rimanere nella storia, dedicato all'Emilia Romagna, alla sua cultura e al suo saper coniugare benessere e solidarietà, dialogo e ascolto".

"La piazza - proseguono le sardine bolognesi - sarà ancora una volta la nostra casa e il bello dello stare insieme vincerà sul sentirsi soli".

Stavolta, però, niente improvvisazione e solo organizzazione, per cui chi volesse contribuire...

Le sardine si finanziano... dal basso. È un primo passo per crescere nel modo di organizzarsi. Inoltre, se insieme all'organizzazione riusciranno a far crescere anche i contenuti, allora le persone che si riuniscono in piazza potrebbero davvero diventare uno stimolo per dare degli indirizzi alla politica, evolvendo così dall'antisalvinismo - comunque ben accetto e dovuto ma limitato nella prospettiva anche dalla "caratura" del personaggio - a qualcosa di più utile che possa cambiare le regole della vita pubblica del Paese, in modo da renderle effettivamente e non surrettiziamente al servizio dei cittadini.

A parte i due punti che riguardano social e informazione, il programma delle sardine non è certo una gran cosa, pur elencando contenuti sicuramente condivisibili. Quel che manca è una prospettiva ed una visione che vada al di là della Lega e che possa coinvolgere ed esser da stimolo a tutti i partiti.

E tanto per non parlare a vuoto, questo è un piccolo esempio di come dovrebbe essere un programma che le sardine potrebbero promuovere.

Rappresentatività.
Legare i parlamentari al collegio di appartenenza con un sistema elettorale uninominale a doppio turno (alla francese) dove un candidato, per essere eletto, deve raggiungere o superare la soglia del 50%+1 dei voti espressi per essere eletto al primo turno. Se nessun candidato ci riesce, si va al secondo turno tra i primi due che hanno conquistato più voti.

Responsabilità.
Perché è importante un sistema elettorale uninominale? Perché i deputati, oltre al segretario (o presidente) del partito, finiranno per rendere conto anche, se non di più, al proprio collegio, mantenendo ciò che in campagna elettorale hanno promesso. Perché sarebbero "costretti" a farlo? Perché è l'unico modo che avrebbero per avere qualche certezza in più di essere rieletti. Inoltre, la responsabilità dei deputati nei confronti dei propri collegi di riferimento si rifletterebbe, a cascata, anche sull'andamento delle istituzioni. Sarà loro interesse, infatti, verificare che la macchina dello Stato funzioni e che i cittadini siano realmente tutelati e siano realmente offerti loro i servizi promessi.
Oggi, per farsi eleggere o rieleggere un deputato deve fare il cavalier servente al capo politico di turno e, grazie al livello di untuosità raggiunto, potrà ottenere di essere messo in lista da nord a sud... in modo che una poltrona la possa comunque trovare anche nella legislatura a venire. E con un sistema elettorale simile, lo abbiamo ampiamente sperimentato, nessun parlamentare ha il minimo interesse nel raccogliere le istanze del proprio collegio... ammesso che si ricordi dove è stato eletto!

Credibilità.
Avete presente la castroneria della flat tax che gli estremisti della destra si sono inventati per raccoglier voti? Una bella presa in giro. Chiunque, se possibile, vuol pagare poco o nulla di tasse. Il problema, però, è stabilire se lo Stato sociale debba o non debba sopravvivere. Infatti, se si rinuncia ad una parte consistente delle attuali entrate, bisognerebbe poi capire con quali soldi pagare la pubblica amministrazione, l'esercito, l'istruzione, la sanità, la giustizia...
Oh... ma gli altri lo fanno! Vedi Trump! Certo... però il debito pubblico americano è fuori controllo, anche se sono in pochi a ricordarlo o a farlo notare. L'Italia parte da un debito pubblico già insostenibile... se lo facciamo aumentare il risultato è molto semplice. Eventuali benefici che deriverebbero da una tassazione ridotta (purché arrivino) verrebbero poi ampiamente azzerati da un costo più elevato dei tassi di interesse pagati.
Per questo, ai partiti, sarebbe opportuno chiedere che quando presentano delle riforme, queste siano sostenute da dati credibili e riscontrabili e non da affermazioni del tipo oh bella, punto, è così, basta... ed altre fesserie simili. È chiedere troppo?

Rivoluzione o normalità.
Il percorso che la Terra compie intorno al Sole viene definito rivoluzione ed è assolutamente normale. La società, i costumi, le abitudini, l'economia... rispetto al passato sono in continua e costante evoluzione. Cambiano moto più velocemente rispetto a quanto accadeva un tempo. Questi cambiamenti è possibile governarli rimanendo ancorati a logiche e procedure di decenni e decenni fa? No, ma nessuno guarda a riforme che siano "normali" in relazione ai tempi ed in base alla necessità di anticipare futuri bisogni. Quindi, perché non rivoluzionare per pretendere di ottenere qualcosa che possa essere giudicato "normale"?


Se riuscissero anche a presentare un programma che potesse incalzare la politica su temi "seri", allora le sardine avranno raggiunto il loro obiettivo.