Ripreso il traffico sul ponte di Crimea, gli ucraini continuano la controffensiva, i russi continuano a colpire i civili
Per i servizi segreti britannici, il ponte di Crimea è seriamente danneggiato. Al contrario, le agenzie di stampa russe fanno sapere che la circolazione stradale e ferroviaria è ripresa normalmente... nei limiti del possibile, visto che un tratto di strada è ancora in mare.
In ogni caso, vengono mostrate foto e video in cui macchine e treni hanno ripreso a percorrere il ponte fatto saltare ieri a seguito dell'esplosione di un camion bomba. Per questo, il traffico commerciale su gomma al momento non è ripreso e i camion sono destinati a raggiungere la Crimea solo via traghetto.
In relazione all'attentato, Putin ha firmato un decreto sul rafforzamento delle misure di sicurezza per il ponte di Crimea, nonché per le altre infrastrutture che dalla Russia arrivano nella penisola ex ucraina tramite il Mar d'Azov.
L'attentato ad una delle opere che il presidente russo ritiene uno dei fiori all'occhiello del suo "regno" (essendo uno zar a tutti gli effetti) ha fatto dire a molti che a Mosca si respiri adesso un'aria da resa dei conti, con Putin che ormai sarebbe in bilico, abbandonato persino da molti di suoi fedelissimi. Sarà così? Difficile crederlo, considerando i report che in passato davano Putin gravemente malato e, per alcuni, persino destinato a morire entro pochissimi mesi.
Quel che sappiamo per certo è che gli ucraini continuano ad avanzare su tutto il fronte, in special modo nell'oblast di Kherson a nord del Dnipro, mentre i russi non sembrano ancora aver messo sul campo i riservisti finora mobilitati, limitandosi ad intensificare solo ciò che ultimamente sono in grado di fare... sparare su obiettivi civili.
Nelle ultime ore lo hanno fatto a Zaporizhzhia, distruggendo un condominio dove sono decedute finora 12 persone, mentre 49 sono quelle rimaste ferite. Ma anche nell'oblast di Donetsk dove alcuni insediamenti hanno registrato l'intensificarsi dei lanci di razzi e missili balistici Tochka-U. Lo stesso sta avvenendo nel distretto di Nikopol dove risultano colpite case, edifici produttivi e infrastrutture ad uso dei civili.
Questa è la risposta russa al fallimento della "operazione speciale" di Putin.
Un fallimento che finora è costato al Cremlino la perdita, secondo fonti ucraine, di 62.500 soldati, 2.486 carri armati, 5.133 veicoli corazzati da combattimento, 3.890 veicoli e serbatoi di carburante, 1.477 sistemi di artiglieria, 348 sistemi di lancio multiplo di razzi, 180 sistemi di difesa aerea, 266 aeroplani, 235 elicotteri, 1.086 droni e 15 imbarcazioni.
In ogni caso, è doveroso riportare che secondo il quotidiano filo-governativo turco Milliyet, Erdogan avrebbe chiesto a Stati Uniti, Francia, Germania e Regno Unito di avviare negoziati con la Russia e "figure influenti" a Washington avrebbero già reagito positivamente all'invito. Nessuna conferma ufficiale è però arrivata da rappresentanti dei Paesi citati.