Esteri

Da manifestanti a terroristi

Premetto: condivido le motivazioni per cui protestano i gilet gialli. Detto questo, non posso esimermi dal biasimarne i metodi.

Un gruppo di persone che manifesta per chiedere il calo del prezzo della benzina e il calo delle tasse è da apprezzare, i cittadini devono muoversi quando la politica diventa sorda (e non fondare movimenti di cialtroni capitanati da una srl oscura). Quando però si cade nel vandalismo, tutto è perduto.

Nella mente ho ancora le immagini delle auto in fiamme. Chi le ha bruciate, si è chiesto di chi fossero? E ha pensato a quale danno stesse causando? I paladini del proletariato, dei diritti dei più deboli, probabilmente hanno bruciato l'auto di un povero Cristo che guadagna due soldi e che da domani dovrà andare al lavoro pagando un biglietto d'autobus, mentre magari sta ancora pagando le rate dell'auto. Che senso ha quest'azione? Nessuno, è solo vandalismo.

Spero si rendano conto gli organizzatori della manifestazione, perché molto spesso gli organizzatori non se ne rendono conto, che il vandalismo può solo danneggiarli. Distruggendo vetrine e auto a casaccio, non faranno altro che tirarsi addosso la rabbia di cittadini che magari condividono le loro idee, quindi potenziali alleati, inoltre danno ampia risonanza alle violenze sottraendone alla causa, facendo un regalo ai potenti che contestano, i quali hanno buone ragioni per gestirli (almeno mediaticamente) come un problema di ordine pubblico e non come cittadini che muovono una legittima richiesta.

E' il difetto della violenza, quello che non riusciamo a capire: attira su di sé tutta l'attenzione e arreca danni solo a chi non ha colpe.

Autore Francesco Abate
Categoria Esteri
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