Per Giorgia Meloni la terza riunione della Comunità Politica Europea di giovedì e la riunione informale dei Capi di Stato e di Governo del Consiglio europeo di oggi, entrambe svoltesi a Granada, per Giorgia Meloni sembra che abbiano avuto un solo tema: quello della migrazione, nonostante tra i temi in discussione (del Consiglio europeo) vi fossero sicurezza, difesa e ciber-resilienza, competitività a lungo termine e mercato unico, preparazione alle crisi, transizioni verde e digitale, multilateralismo e partenariati globali, allargamento e capacità di assorbimento.

Di migrazione, Meloni ne ha parlato ieri con il premier britannico Rishi Sunak, ne ha parlato oggi con il Cancelliere federale della Repubblica di Germania, Olaf Scholz, e ne ha parlato, a fine vertice, durante una conferenza stampa.

Il tutto per esprimere la sua soddisfazione per l'intesa sul regolamento crisi e forza maggiore nella gestione del fenomeno ,di cui lei avrebbe indirizzato la linea.

"In realtà, il patto europeo sulla gestione dei flussi migratori - spiega il segretario nazionale e deputato di +Europa Riccardo Magi - consente a tutti di dire di aver vinto, ma la bozza di accordo non contiene alcun passo avanti: si rinuncia ai collocamenti obbligatori, tranne quando si dichiara lo stato di crisi, e l'obbligo potrà comunque essere aggirato dai Paesi Membri... pagando.Per quanto riguarda l’Italia, ci sarà un periodo di tempo più lungo nel corso del quale gli altri Stati possono rimandare indietro le persone che hanno effettuato movimenti secondari, cioè che provengono dall’Italia come Paese di primo approdo ma che poi vengono respinte dal Paese in cui vorrebbero andare.Quindi ora avremo una possibilità maggiore, ma questo il governo non lo dice, di riprendere i richiedenti asilo di ritorno da altri Paesi.In sintesi, la sconfitta politica di tutti sta nel fatto che si è rinunciato alla modifica del regolamento di Dublino, che solo qualche settimana fa il Presidente della Repubblica Mattarella ha definito “preistorico”.L'unica cosa che porta a casa Meloni è l'accanimento verso le ONG. Ma capisco che lei preferisca favorire chi uccide i migranti come Saied piuttosto che chi salva vite umane". 

Un'intesa, quella sulla gestione delle crisi migratorie che però, come ha spiegato o il presidente francese Emmanuel Macron, al termine del Consiglio europeo informale, ha creato un disaccordo tra diversi Stati membri, che ha bloccato la dichiarazione ufficiale a 27, prevista in conclusione del vertice. Ovviamente Ungheria e Polonia ne sono i primi responsabili.

Nonostante ciò ecco come Giorgia Meloni si è arrampica sugli specchi per giustificare il comportamento dei suoi alleati, oltre a voler far credere che l'accordo Tunisia - Ue, di cui si è intestata la regia, sia ancora in essere...