Il 1900 è stato un secolo terribile, vi sono stati eventi sconvolgenti e tragici che hanno coinvolto l’Europa e  i Paesi del Sud America e del continente africano.

I libri di storia offrono una visione miope e talvolta fuorviante dei fatti perché sono narrazioni “prodotte” per il sol fine di nascondere le vere ragioni che hanno determinato gli accadimenti. Se ci si sofferma un attimo a riflettere non solo su singoli avvenimenti, ad esempio i due conflitti mondiali pur gravi ed eclatanti, ci si accorge che è un tassello di un mosaico, una fase che ha le radici in un lontano passato e allo stesso tempo ha già posto le premesse per un futuro già prestabilito. Nei secoli il potere è andato concentrandosi sempre più nelle mani di pochi attraverso l’accumulo e lo sfruttamento delle risorse naturali mondiali soprattutto quelle adatte allo sviluppo tecnologico ed energetico. Attribuire la personalità giuridica al capitale ha aperto scenari apocalittici per l’intera umanità. E in ragione del profitto che si sono compiuti e continueranno a compiersi omicidi politici e aziendali, colpi di stato che sovvertono la volontà popolare, ingiustizie, violenze, torture e stragi alle quali non corrisponderà un atto di giustizia per le vittime.

Parliamo del periodo post-bellico partendo dal 1945 in poi. In Germania si celebrarono alcuni processi a carico dei nazisti responsabili del genocidio degli ebrei, delle popolazioni nomadi, dei minorati di mente, dei dissidenti al fine di purificare la nazione dalle scorie e far emergere la super razza ariana e delle aggressioni armate a vari Stati europei e africani. Furono i giudici americani a presiedere le corti di giustizia per conto di un popolo sconfitto: simbolo di tale operazione rimane a memoria il processo tenutosi a Norimberga che rappresenta la reale sconfitta e umiliazione per un popolo vinto.  Il trattato di Yalta stabilì un nuovo confine che ha diviso l’Europa in due zone di influenza fino alla fine degli anni ‘80: ad ovest gli Stati Uniti e ad est l’URSS. L’orrore dei campi di concentramento: le torture, lo sfruttamento del lavoro di esseri umani ridotti in schiavitù, la sperimentazione su esseri umani; l’annientamento fisico, psicologico, la privazione della dignità e della propria individualità; l’uccisione nelle camere gas e la cremazione delle vittime nei forni rimase a lungo nella memoria delle generazioni che avevano vissuto in quel momento storico e nelle generazioni nate negli anni ‘40/’50. Ma con il passar del tempo è subentrato l’oblio, coloro che sono sopravvissuti all’olocausto con le loro testimonianze cercano di tenere in vita la memoria dei fatti accaduti come patrimonio universale.

In Italia un popolo vinto salutava festosamente l’ingresso dei nuovi “liberatori/padroni”. Una volta insediatisi i vertici militari USA salvavano dalla fucilazione Julio Valerio Borghese, capo dell’esercito fascista che aveva difeso la repubblica di Salò, per usarlo contro i comunisti italiani. Sia in Germania che in Italia gli USA adottarono la linea leggera per avere a disposizione un’arma locale e motivata per combattere il fenomeno del comunismo inoltre il trattato di Yalta garantiva una linea rossa che divideva l’Europa in due parti sotto l’influenza politica/economica/militare degli americani ad ovest e dell’Unione Sovietica ad est.

In Italia i principali crimini perseguiti furono i rastrellamenti, in particolare della popolazione civile, partecipazione a incendi e distruzioni, collaborazione allo spoglio di opere d’arte o alla rapina di beni; partecipazione alla deportazione di ebrei; partecipazione a plotoni d’esecuzione, partecipazione a tribunali speciali della repubblica di Salò, sevizie ai danni di civili e partigiani, delazione nei confronti di civili e partigiani, attuazione di forme di collaborazionismo economico.

Gli imputati fascisti italiani, pur giudicati e condannati sulla base del codice militare di guerra, non saranno definiti criminali di guerra. In secondo luogo, il termine “collaborazionista” implicherà sottintendere un ruolo minore, minimizzare o negare le responsabilità dei reparti e delle bande della Repubblica sociale italiana rispetto all’esercito tedesco in reati come stragi, omicidi, sevizie, deportazione di ebrei. Sarà un pretesto formidabile offerto dal legislatore ai fascisti di Salò per scaricare le responsabilità principali dei crimini sull’esercito tedesco.

Fu concesso ai padri costituenti di stilare una Costituzione che contenesse dei principi guida per un reale sviluppo democratico di un Paese ridotto ad un ammasso di rovine, screditato politicamente a livello internazionale, sottoposto alla tutela degli alleati vincitori.

Sin dall’occupazione, gli alleati hanno ritagliato un ruolo servente per l’Italia dal quale non le è stato mai più possibile uscire; la loggia P2, il terrorismo, la svendita del patrimonio pubblico, una corruzione divenuta sistemica sono state usate come arma politica che hanno segnato inevitabilmente la via verso la decadenza del nostro Paese.

Abbiamo vissuto momenti terribili e sanguinosi dei quali, a tutt’oggi, nessuno se ne assunto la responsabilità, non curandoci di quanti rischi mortali ha corso la nostra Repubblica, un esempio per tutti: il Piano Solo, un golpe commissionato dal Presidente della Repubblica Segni e affidato in esclusiva al generale dei carabinieri De Lorenzo passato in sordina.

Ma chi cercò di superare quella pace fondata sull’equilibrio del terrore atomico fu Gorbaciov che ebbe il coraggio di fare il primo e fondamentale passo per una riunificazione delle due Europe e la fine della guerra fredda. Chi ha osteggiato, sabotato tale apertura furono gli Stati Uniti che approfittarono per mettere in ginocchio economicamente un Paese da sempre considerato nemico e un antagonista da cancellare.

Se in Europa non vi erano stati più conflitti, in altre parti del mondo avvenivano interferenze gravissime a carico di alcuni Paesi del Sud America in special modo Argentina e Cile dove erano espatriati numero fascisti e soprattutto nazisti che aiutati da entità straniere presero il potere al manifestarsi di movimenti armati comunisti.

La loggia P2 è sempre stata il “tre d’union” tra l’Italia, l’Argentina e tutte le amministrazioni statunitensi, se pur lontano il destino di quel Paese è stato legato al nostro infatti alla morte di Licio Gelli la CIA ha provveduto a sequestrare tutti gli archivi della loggia P2 e portarli in America dove sono custoditi con cura: un altro pezzo di verità che riguarda direttamente la nostra storia viene sistematicamente occultata.

Il periodo che va dalla fine degli anni ’60 fino ai primi anni ’80 è stato terribile e sanguinoso, siamo stati “risparmiati” dal cadere sotto un regime militare ma abbiamo subito il terrore dei gruppi fascisti ai quali “entità straniere” in accordo con parte delle “istituzioni statali” aveva affidato il lavoro sporco degli attentati.

Gradualmente il comunismo è andato decadendo e con l’allineamento passivo alla pesante ingerenza della politica americana nella vita del nostro Paese il terrorismo sanguinario è scomparso lasciando comunque la sinistra presenza di un fascismo che non ha mai rinunciato a realizzare le sue aspirazioni di potere.

Nel nostro Paese si sono celebrati numerosi processi che di fatto non hanno sciolto in particolare gli “enigmi” dei mandanti delle stragi. Indagini viziate da depistaggi, false testimonianze, collusioni con zone oscure di un potere occulto che ha gestito il Paese in nome e per conto di interessi stranieri che si sono appoggiati ai settori istituzionali, economici e militari che hanno garantito riservatezza e impunità hanno portato ad un nulla di fatto, un esempio per tutti Ustica. La Magistratura italiana ha processato per anni senza addivenire a conclusioni certe e, in alcune volte, emanando assoluzioni clamorose e soprattutto contraddittorie: Mori, Del Donno, Dell’Utri.

In Argentina troviamo una prova di coraggio e di maturità giuridica e un buon inizio per una democrazia che vuole vivere e crescere per il bene di tutti i suoi cittadini. Con un golpe militare venne istaurato un regime militare che perdurò dal 1976 al 1983 e poté contare sul sostegno o la tolleranza dei principali testate giornalistiche private e gruppi economici del Paese, della chiesa cattolica e della maggior parte della comunità internazionale. Si stabilì un nuovo modello economico-sociale, sulle linee guida del neoliberismo, imposto attraverso una generale violazione dei diritti umani di un settore della popolazione classificato come populista, gauchista e sovversivo. Il potere fu esercitato tramite la violenza e la tortura, l'esilio forzato, l'appropriazione di minori, e provocò un numero stimato di circa 30.000 sparizioni (desaparecidos). Entrato in carica, il nuovo Presidente Raùl Alfonsìn con l'accordo del senato, nominò la Corte Suprema alla quale affidò l’incarico di processare i responsabili militari.  

Quel processo fu definito la “Norimberga” argentina e la requisitoria finale curata dal procuratore Strassera e dai suoi giovani collaboratori rimane una testimonianza storica contro la violenza e gli abusi del potere.

Le sentenze furono emanate il 9 dicembre 1985: il generale Jorge Videla e l'ammiraglio Emilio Massera furono condannati all'ergastolo; il generale Roberto Viola fu condannato a scontare 17 anni in prigione; l'ammiraglio Armando Lambruschini fu condannato a 8 anni; il generale Orlando Agosti fu condannato a 4 anni e mezzo.

Omar Graffigna, Leopoldo Galtieri, Jorge Anaya e Basilio Lami Dozo furono assolti per poi essere processati da una corte marziale per la mala-gestione della guerra delle Falkland nel 1982.

Diversi altri processi si tennero negli anni successivi, in particolare ebbe risalto quello contro Miguel Etchecolatz, un ex poliziotto di Buenos Aires, accusato di diversi omicidi, sequestri e torture, e poi condannato all'ergastolo nel 2006.

Con la loro condanna la nuova e fragile democrazia aveva avuto la forza di chiudere i conti con il passato attraverso la sola via praticabile: un atto di giustizia non concesso ma dovuto.

Le 147 videocassette del processo furono trasferite in Norvegia il 25 aprile 1988 e sono conservate presso il palazzo del parlamento norvegese. 

Rimane indelebile nel ricordo la frase che concluse la requisitoria finale: “Signori giudici vorrei rinunciare all'originalità nel chiudere quest'arringa. Perciò vorrei usare una frase non mia, poiché già appartiene a tutto il popolo argentino. “Nunca más!” - “Mai più”.  

Anche in Italia si celebrò un processo a carico della giunta militare argentina per crimini commessi nei confronti di cittadini italiani o naturalizzati, chi spinse per l’attivazione della procedura penale fu l’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini che ricevette ed ascoltò le madri di Piazza De Mayo e si commosse profondamente: era stato eletto Presidente un mese prima.          

“Mai più” non appartiene solo al popolo argentino ma a tutti i popoli.