Nella pratica sanitaria la malnutrizione rappresenta un problema diffuso, con gravi conseguenze per la salute.
L’infermiere è responsabile della nutrizione dei pazienti, poiché ne vale la salute degli stessi.
Oggi l’approccio vede una maggiore attenzione alla persona, ai sui bisogni ed alle sue possibilità, con un coinvolgimento attivo nella valutazione e nel percorso che ne deriva, ma soprattutto viene superato il concetto di peso ideale.
Il livello operativo della valutazione dello stato nutrizionale deve tenere presente cinque aree:
1. Stile di vita
2. La variabile psico sociale
3. Composizione corporea
4. Bilancio Energetico
5. Funzioni Corporee
che insieme allo stile di vita determinano lo stato nutrizionale e di conseguenza quello di salute dell’individuo.
La valutazione di tutte queste variabili deve essere realizzata da un team nutrizionale (psicologo, dietologo e medico), che non si limiti a valutare il peso del paziente (non esiste più il concetto di peso ideale), ma più complessivamente:
Lo stile alimentare
Peso-altezza-massa corporea
Stile di vita
Storia famigliare e sociale
In caso di disturbi comportamentali, può essere richiesto l’intervento del counsellor.

L'infermieristica ha recepito che ormai è superato il vecchio paradigma con cui si affrontavano i problema derivanti da disturbi alimentari: prescrizioni severe, riduzione degli alimenti in caso di sovrappeso, approccio psicologico manipolativo e frequente insoddisfazione dei risultati.
Lo studio della composizione corporea nell’intervento dietetico è di ausilio per:
1. inquadrare appieno la relazione tra stato nutrizionale e stato di salute nell’uomo
2. comprendere i meccanismi che regolano eventi fisiologici e fisiopatologici
3. stabilire il grado di adiposità – magrezza, idratazione, mineralizzazione come indicatori di rischio di malattia sia nel singolo soggetto che studi epidemiologici.
Oggi l’approccio vede una maggiore attenzione alla persona, ai sui bisogni ed alle sue possibilità, con un coinvolgimento attivo nella valutazione e nel percorso che ne deriva, ma soprattutto viene superato il concetto di peso ideale.
Il momento della valutazione dello stato nutrizionale non considera perciò solo il peso, ma un insieme di fattori: stile alimentare, stile di vita, storia famigliare e sociale. Per fare questo non è però sufficiente l’intervento di un solo professionista, occorre un team nutrizionale costituito da: psicologo, dietista, medico ed in caso di disturbi del comportamento alimentare, anche di un caunsellor.
Da un punto di vista operativo la valutazione deve prendere in considerazione: le variabili psicosociali, la composizione corporea, il bilancio energetico e le funzioni corporee, in pratica tutti gli elementi che associati allo stile di vita contribuiscono a determinare un buon stato nutrizionale e di conseguenza una condizione di salute.
Per ciò che riguarda le variabili psico-sociali è ormai dimostrato che interferiscono sul comportamento alimentare, in quanto influenzano l’atteggiamento dell’individuo nei confronti degli alimenti, atteggiamento che può essere legato ad una visione dicotomica, fobica, pseudo-salutista o culutrale religiosa.
Per ciò che riguarda la composizione corporea, occorre tenere presente che l’organismo è costituito da massa grassa, che non necessita di energia, e massa magra, costituita da BCM, cellule attive da un punto di vista metabolico. Gli strumenti principali disponibili per determinare la composizione corporea sono: antropometria (peso, altezza, misure varie, conseguente calcolo dell’indice di massa corporea …), livello di idratazione (bioimpedenzometria), potassio corporeo totale e sistemi meno accessibili come: TAC, RMN, DEXA.
La valutazione del bilancio energetico invece, permette di individuare il metabolismo basale, cioè il consumo energetico del soggetto a digiuno, da 12 ore in riposo fisico e mentale ed in neutralità termica. Il bilancio energetico prende in considerazione l’energia introdotta ed il dispendio energetico, se questi due fattori non sono in equilibrio si determina riserva di energia.
Per l’analisi delle funzioni corporee, viene coinvolto il medico. Si realizza attraverso una anamnesi patologica prossima, famigliare e farmacologica ed un esame obiettivo. Possono essere svolti esami di laboratorio per valutare la funzionalità dei diversi organi nell’assorbimento e nell’utilizzo dei principi nutritivi.
Ultima considerazione per l’analisi degli stili di vita, che deve riguardare in particolare l’attività fisica e le abitudini alimentari. L’attività fisica, che può realizzarsi in vario modo, ha importanti risvolti fisici (aumenta il dispendio energetico, migliora l’assetto lipidico, migliora la tolleranza al glucosio, riduce la PA e migliora la qualità del sonno) e psicologici (riduzione della depressione e dell’ansia, aumentata autostima, migliore socializzazione), mentre una ridotta attività fisica favorisce l’insorgenza di obesità e diabete oltre a favorire l’instaurarsi di una possibile sindrome ipocinetica con compromissione dell’attività dei diversi organi. L’attività fisica può essere misurata attraverso l’osservazione, questionari e l’utilizzo di sensori meccanici. Di recente introduzione il SenseWear Armband che misura alcuni parametri fisiologici, attraverso il suo posizionamento sul braccio dell’individuo durante le attività della vita quotidiana. Infine deve essere fatta una valutazione delle abitudini alimentari con particolare riferimento a: distribuzione dei pasti, qualità del pasto, frequenza di assunzione delle categorie alimentari, frequenza di assunzione dell’alimento “a rischio” più presente.

Conclusioni
Se tutto viene svolto in modo corretto sarà possibile individuare le situazioni in cui è richiesto un regime dietetico specifico e personalizzato che dovrà però essere comunicato tenendo in considerazione che:
• non è mirato solo al peso ma soprattutto alla salute
• non esiste il peso ideale, ma un peso desiderabile governato dal benessere psico-fisico
• comporta un cambiamento nella regola di vita
• il cibo è amico, gustalo

Il vecchio paradigma
• riduzione dell’alimentazione o di alcuni alimenti
• severità nella prescrizione
• controllo esterno
• obesità come problema morale
• approccio psicologico manipolativo
• insoddisfazione con i risultati

Il nuovo paradigma
• centralità della persona
• attenzione ai suoi bisogni/capacità
• individuo coinvolto nella valutazione
• qualità della vita
• utilità dell’intervento
• accettazione della complessità eziologica e terapeutica

Bibliografia
· Battistini N, Bedogni G (1999): Composizione corporea: modelli analitici di valutazione. In: Mariani Costantini A., Cannella C., Tomassi G., editors. Fondamenti di Nutrizione Umana. Il Pensiero Scientifico

Dott. Mirco Magri