Tutto ha avuto inizio quando alcune agenzie hanno anticipato che domenica sera (NdR: 21 ottobre), sul canale televisivo di RAI1, dovrebbe andare in onda l'intervista di Domenico Lucano, Sindaco “sospeso” del comune di Riace.

Lucano, come oramai sanno anche i sassi, è indagato dalla Procura di Locri per il “presunto” favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Per questa ipotesi di reato, dapprima è finito agli arresti domiciliari e, poi, una volta revocati è stato “confinato” a vivere lontano da Riace.

Il presunto “favoreggiamento” consisterebbe nell’aver combinato un matrimonio tra un residente a Riace ed una donna nigeriana per consentire alla sposa di rimanere in Italia.

In parole povere avrebbe fatto il paraninfo o il mezzano di matrimonio, mestiere d'altri tempi non sanzionato dal codice penale.

Sarebbe, però, anche accusato di illeciti nell'affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti”, anche se il Prefetto ha riconosciuto trattarsi solo di gestione superficiale dei fondi senza che sia stato commesso alcun illecito.

Ora in un Paese come il nostro, dove indagati di reati penali ed amministrativi molto gravi sono in libertà e possono addirittura occupare un posto in Parlamento, sorprende la solerzia ed il rigore con cui, invece, la magistratura si stia accanendo contro Lucano.

Vuoi vedere che stiamo assistendo al primo processo politico del nuovo regime totalitario?

La vera colpa di Domenico Lucano è quella di aver realizzato, nei tre mandati da sindaco, eletto dai riacesi con voto democratico (NdR: 2004 – 2018), un progetto di accoglienza e di integrazione di migranti finalizzato a ridare vita ad un paese oramai in agonia a causa dell’esodo.

A rendere inviso ai leghisti il Sindaco Lucano, però, è sapere che il “Modello Riace” riscuota interesse ed approvazione a livello internazionale, tanto che nel 2010 il Premio World Mayor lo ha classificato al terzo posto tra i migliori sindaci al mondo.

Ma torniamo a domenica 21 ottobre.

Ad apprendere dell'intervista in programma su RAI1 i parlamentari della Lega, quelli componenti la commissione di Vigilanza, hanno indirizzata una nota alla Direzione RAI invitandola a non mandare in onda l’intervista per “non divulgare modelli distorti sull’onda di strumentalizzazioni ideologiche”.

È incredibile e se non fosse vero ci sarebbe da scompisciarsi dalle risate!

Innanzi tutto perché che il “Modello Riace”, apprezzato nel mondo civile, sia un “modello distorto” è una visione molto personale dei parlamentari leghisti e, quindi, non ha nessun rilievo universale ed ancor meno giuridico.

A meno che intendano affermare, con la loro nota, che in Italia vada bandita qualsiasi persona, atto o cosa non osservante del “credo salviniano” e, perciò, da considerarsi “distorto”.

Sembra che il loro chiodo fisso sia quello di imporre agli italiani, tutti, una dittatura leghista che persegua chiunque non si adegui ai diktat del despota, dapprima infliggendogli la censura, poi la tortura, a seguire il confino, quindi il carcere ed il campo di concentramento, e perché no anche il forno crematorio.

Se, invece, per i leghisti Lucano non dovrebbe comparire in TV perché indagato, allora da molte settimane dovrebbe essere radiato dagli schermi televisivi il loro capitano, Matteo Salvini, che è indagato per un reato ben più grave, cioè il sequestro di persona aggravato.

Grazie però alla corbelleria di questi parlamentari oggi posso comprendere finalmente cosa intendesse Salvini quando su twitter scriveva “Via i veti, e si parte! #andiamoagovernare”.