Mercoledì, il presidente turco Tayyip Erdogan ha annunciato che le esportazioni di grano dall'Ucraina sono riprese a partire dalle 12:00 ora di Mosca.

Erdogan ha dichiarato che il ministro della Difesa russo Sergey Shoigu ha informato del nuovo via libera il suo omologo turco Hulusi Akar. Secondo il leader turco, l'accordo prevede la fornitura di grano ai paesi poveri dell'Africa, in particolare Gibuti e Sudan.

In una conversazione telefonica tra Erdogan e Putin, quest'ultimo ha ribadito che la seconda parte degli accordi per sbloccare l'esportazione di prodotti agricoli e fertilizzanti russi verso i mercati mondiali non era stata attuata. Il presidente russo ha anche affermato che da quando sono entrati in vigore gli accordi sull'esportazione di grano ucraino tre mesi fa, le consegne di cibo in via prioritaria ai paesi più bisognosi non sono state assicurate.

In precedenza il ministero della Difesa russo, aveva dichiarato il ritiro di Mosca dall'accordo sulle esportazioni di grano ucraino a seguito dell'attacco al porto di Sebastopoli, in Crimea, per il quale l'esercito di Kiev avrebbe usato la rotta definita per il corridoio umanitario riservato al grano.

Per questo, Mosca mantiene il diritto di recedere dall'accordo, se Kiev infrangerà la sua promessa di non utilizzare il corridoio umanitario per scopi militari, ha dichiarato mercoledì Putin in una riunione del Consiglio di sicurezza.

Il presidente russo ha detto che Kiev aveva dato a Mosca garanzie che non avrebbe utilizzato il corridoio del grano per scopi militari.

Putin ha richiamato l'attenzione sul fatto che inizialmente lo scopo dell'accordo sul grano era aiutare i paesi più poveri. Per questo è stato creato un meccanismo per l'esportazione di grano dai porti del Mar Nero controllati dall'Ucraina.

"Tutti sanno che, sfortunatamente, l'Ucraina ha utilizzato questo corridoio umanitario per tentare di attaccare la flotta russa del Mar Nero. Per questo motivo, abbiamo deciso di sospendere la nostra partecipazione a questi convogli del grano", ha detto Putin.

Ha poi aggiunto che Mosca ha chiesto a Kiev "promesse e garanzie che nulla di simile accadrà in futuro e che i corridoi umanitari non saranno utilizzati per scopi militari".