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Il salario minimo? Peggio del RDC!

Il gioco dell’attuale governo è chiaro: mantenere gli equilibri consolidati da più di un secolo! Landini sindacalista di sinistra “spara” durante un incontro pubblico il tema molto caro al M5S quello del salario minimo garantito e Letta si accoda, ecco una un tema sul quale condurre una battaglia in comune tra due forze di governo ma il bel sogno dura poco: Bonomi si mette a tuonare e Draghi lo tranquillizza assicurandogli che il “tema” non è in “agenda” e subito Landini conferma, anzi tutti gli altri sindacalisti confermano che l’argomento è rimandato a chi sa quando.

Con il RDC gli aspiranti lavoratori preferiscono il divano al “sudore della fronte” per 500 euro al mese, senza limite di orario, 7 giorni su 7: questi sono i fortunati. Poi c’è il sommerso a 2/3 euro all’ora a spaccarsi la schiena 10/12 ore a giorno: questi sono i meno fortunati ma tutti hanno il pregio di “mettersi in gioco” per un futuro luminoso.

Perché i contratti nazionali fanno comodo a Confindustria? Perché i sindacati piacciono a Bonomi? Perché il salario minimo fa saltare il “banco” ad entrambi i contraenti togliendo loro “potere contrattuale” infatti, alla fine, sedersi a un tavolo diviene inutile perché l’aspetto retributivo è il reale argomento che sta a cuore ad entrambi. Questo ha permesso gradualmente di lasciare senza tutela moltissimi lavoratori,  ha permesso a Confindustria  di ottenere leggi che ledono legalmente i diritti di migliaia di individui costretti a prendere una partita IVA e subire i ricatti degli imprenditori: essere di fatto dei dipendenti precari costretti ad accettare le condizioni riportate sui singoli contratti che vengono inviati al lavoratore (prendere o lasciare); non avere alcuna tutela in caso di malattia o infortunio sul lavoro e, soprattutto, essere assoggettati al regime fiscale dei liberi professionisti che prevede una miriade di prelievi (normali per un indipendente che li scarica sul cliente e lavora molto al nero) ma micidiali per un lavoratore  dipendente “truccato” da libero professionista.  

La sinistra ha votato favorevolmente questa nuova forma di sfruttamento legalizzata permettendo a Confindustria di servirsi di migliaia di persone a proprio comodo, usarle per “scaricare” il peso fiscale sui malcapitati che dovevano pagarle a loro posto gonfiando gli importi riportati sui modelli da allegare alla dichiarazione dei redditi: prendere senza dare nulla in cambio.

Per anni la sinistra e i sindacati hanno speculato su una massa di esseri umani mandati allo sbaraglio a proprie spese, preferivano mettersi a tavolino a trattare per migliorare le condizioni delle categorie “protette” che di rimando gli hanno sempre garantito un notevole pacchetto voti.

Oggi si è incominciato a parlare di contratti “pirata”, finalmente emerge il grido di dolore di un mondo del lavoro infernale che reclama giustizia e rispetto per la dignità umana: ci definiamo un paese civile, allora dimostriamolo. In Germania gli immigrati sono una ricchezza perché vengono utilizzati in settori carenti di offerta di lavoro, vengono regolarizzati e pagano le imposte, in Italia accade esattamente il contrario: arricchendo i disonesti e impoverendo gli onesti.

A causa della mia attività ho avuto l’occasione di parlare in “camera caritatis” con dei dirigenti di Confindustria: quello che è uscito da quelle bocche è stato terrorizzante. Riassumendo:  la loro struttura morale e operativa si regge su un totale disprezzo (se non peggio) per i lavoratori considerati alla stregua di zerbini per i loro piedi infatti non vi sono persone ma schiavi da sfruttare  e da sacrificare alla loro insaziabile sete e fame  di profitto; sono afflitti da un irreversibile egocentrismo strutturale che viene trasmesso di generazione in generazione allo scopo di provocare un sempre più profondo distacco dal resto della collettività in una sorta di imperialismo economico nazionale.

Il salario minimo garantito limita le opportunità di fare profitto facilmente, Bonomi è l’espressione della strafottenza di una categoria che ormai non ha più nessuna forza che gli si opponga; una democrazia che si rispetti è fatta di pesi e contrappesi, oggi abbiamo un pericoloso sbilanciamento che, da un lato, sta trascinando verso la rovina e la povertà milioni di persone e, dall’altro lato, determina la concentrazione delle ricchezze collettive nelle mani di pochi.

Se i sindacati ed in particolar modo Landini, Letta & C. non hanno il coraggio di opporsi democraticamente con iniziative degne di un paese civile almeno abbiano il pudore di tacere. Le riforme poste in essere dal M5S come il Decreto dignità, il RDC, la legge contro le delocalizzazioni sono stati validi strumenti per ristabilire un rapporto più equilibrato tra le forze sociali per queste sono state “spazzate” via come la riforma della giustizia sostituita da quella anomalia giuridica della Cartabia: l’improcedibilità non c’entra nulla con la prescrizione, hanno due funzioni diverse nelle procedure, un Parlamento che approva una “stranezza” del genere andrebbe “licenziato” in tronco per malafede e incompetenza.

Chi ha combattuto tale processo di rinnovamento democratico ha scelto di mantenere i propri privilegi a danno della collettività e in questa squallida partita hanno giocato entrambi gli schieramenti partitocratici.

È inutile continuare a confonderci con i termini sinistra o destra, occorre realizzare concretamente i contenuti costituzionali: ma come si può ragionare con gente che non ha rinunciato agli schemi mentali del vecchio regime eversivo di destra? Mussolini è stato usato dal potere economico per mantenere nell’arretratezza un intero popolo e continuare a vivere sulle spalle di un’intera collettività, oggi invece si usano le teste di legno fatte eleggere al Parlamento che danno vita a governi compiacenti che impongono ai cittadini le linee decise dai loro mandanti.

Gli studiosi che hanno avuto la possibilità di accedere a documentazione riservata dimostrano che la storia italiana sostanzialmente da più di un secolo non è cambiata, lo testimoniano le “sparate pubbliche” del presidente di Confindustria e le decisioni dell’attuale governo che ha spazzato via tutte le più significative riforme veramente democratiche dei due governi precedenti.

Il minimo salariale ieri ha sconfessato i sindacati e il PD: nel giro di 24h hanno fatto marcia indietro e si sono allineati con Confindustria lasciando Conte e LEU con il cerino in mano inoltre Letta è convinto che Renzi aiuterà la sua elezione: l’ex sindaco di Roma Marino l’ha capito e non se lo è dimenticato, Letta ne dubito.

Autore Lucia Pomponi
Categoria Politica
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