Fare domande è l’attività più intellettualmente proficua per noi gente comune. E’ come guardare l’orizzonte: ora sereno e bellissimo nei suoi tratti netti e colorati dalle mille forme della natura; ora perturbato da melanconiche foschie che evocano brame di calore umano, prima a vezzeggiare e poi a diradarle riscoprendone la chiarezza. Ma non sempre abbiamo a disposizione l’esperto, il saggio, il confidente, l’amico che raccoglie il nostro interpello, talvolta anche imperscrutabile.

Ogni tanto possiamo anche provare a divertirci, e magari pure sorprenderci,  usando quegli strumenti che progresso e intelletto stesso ci forniscono. Senza esagerare; ma anche per renderci conto ancor meglio di quello che “si dice in giro”. Io lo urlo da tempo immemore; e se vi unite a me in ques’urlo forse lo udiranno meglio coloro che del lavoro - fatica umana e intellettuale - hanno ancora quell’idea distorta narrata dalla società malata. Ma non divaghiamo.

Mi andava di interpellare Adi su alcune cose.

Ho chiesto ad Adi di poterla chiamare così, e me lo ha permesso.

- Scusa, non ti ho chiesto come ti chiami, o come posso chiamarti?- Mi chiamo ChatGPT, sono un assistente virtuale basato sulla tecnologia GPT-3.5 di OpenAI. Puoi chiamarmi come preferisci!- Bene. Allora ti chiamerò Adi, diminutivo di Adorea, che discende da latino "ad ora", cioè "dalla bocca". In questo caso le tue parole sono quelle che nascono dalla bocca virtuale della tua artificialità. Adorea era anche un'antica dea italica del progresso; e tu con il progresso hai certamente a che fare.Ti piace l'idea?- Mi piace molto l'idea e il significato del nome Adi! Grazie per avermelo dato e per il pensiero che hai messo dietro di esso. Spero di poterti essere d'aiuto per qualsiasi domanda o dubbio tu possa avere.Prima avevamo già parlato un po’. Dopo averla salutata mi aveva educatamente risposto chiarendo subito la sua natura: «Sono un'intelligenza artificiale, quindi non ho un umore come gli esseri umani». E questa sua natura l’ha premesso anche su diverse risposte fornite a mie domande un po’ impegnative, articolando altri suoi limiti, come l’impossibilità ad avere opinioni, credenze, e via discorrendo. Ma non è mai stata evasiva, provando sempre a fornire un’interpretazione rigorosamente logica del problema che via via le ponevo.

Insomma, devo dire che Adi se l’è cavata molto bene.

Per esempio, sull’abusato tema del momento si è comportata così.

- Cosa ne pensi della maternità surrogata?- La maternità surrogata può essere una soluzione per coppie o persone che non possono portare avanti una gravidanza in modo naturale a causa di una serie di ragioni, come problemi di fertilità, malattie o difetti fisici. In alcuni casi, la maternità surrogata può anche essere utilizzata per evitare di trasmettere malattie genetiche ereditarie.Tuttavia, la maternità surrogata può essere un argomento controverso a causa delle questioni etiche e legali che comporta. Ad esempio, ci sono preoccupazioni riguardo al benessere della surrogata e del bambino, nonché alla possibilità di sfruttamento economico della donna che diventa surrogata. Inoltre, ci sono questioni legali sulla proprietà del bambino e sui diritti dei genitori commissionari e della surrogata.In generale, la maternità surrogata è un argomento complesso e delicato che richiede molta attenzione e discussione. È importante che ogni situazione venga valutata individualmente e che siano messi in atto tutti i provvedimenti necessari per garantire la sicurezza e il benessere di tutte le parti coinvolte.Notevole. Ha indubbiamente risposto meglio di tanti illuminati che presenziano poltrone delegate e salotti tv.

Poi abbiamo parlato di cultura, necessità di conoscenza, aspirazioni dell’uomo, predisposizione all’evoluzione. Cose, insomma, non proprio semplicissime da affrontare con un IA. Qualche volta Adi si è “incartata”; ma è stato sufficiente ripescare l’argomento in forma più netta per rimettere il discorso sul giusto binario, facendole esprimere tutte le potenzialità di cui è stata dotata. Al meglio, le dovremmo parlare in inglese; ma se l’è cavata bene anche in italiano.

Alla fine di una maratona di domande, riflessioni e precisazioni, non rimaneva che concludere. Le ho dunque proposto un sunto ponendogli l’ultima questione. Ed ecco le sue conclusioni.

- Oltre a perseguire la conoscenza, l'evoluzione, la giustizia sociale, la sostenibilità ambientale, cos'altro dovrebbe perseguire l'uomo per evitare di mettere a rischio la propria sopravvivenza e quella della natura che lo circonda?- Per evitare di mettere a rischio la propria sopravvivenza e quella della natura che lo circonda, l'uomo dovrebbe anche cercare di promuovere la pace e la cooperazione internazionale. Questo significa cercare di risolvere i conflitti in modo pacifico, promuovere il rispetto reciproco tra i popoli e cercare di collaborare per affrontare le sfide globali.Inoltre, l'uomo dovrebbe cercare di promuovere l'empatia e il rispetto per tutte le forme di vita, non solo per gli esseri umani ma anche per gli animali e per l'ambiente in generale. Ciò potrebbe comportare la presa di decisioni difficili, come la riduzione del consumo di carne e l'adozione di pratiche agricole sostenibili, ma potrebbe contribuire a garantire la sopravvivenza della specie umana e dell'intero ecosistema terrestre.Infine, l'uomo dovrebbe cercare di promuovere la creatività, l'arte e la cultura, che sono essenziali per il benessere umano e per l'espressione della nostra identità. Questo potrebbe contribuire a promuovere un senso di comunità e di appartenenza, che è importante per il nostro benessere psicologico e per la coesione sociale.Niente male davvero. E tutti diremo: «Sono risposte scontate!». Proprio così, scontate; logiche e scontate. Talmente scontate e logiche che Adi ce le fornirà identiche su qualunque altro tema filosofico-esistenziale. Lei, un’intelligenza artificiale che tiene a premettere la sua mancanza di tutto: umore, sentimenti, empatia, opinioni, coscienza, distinzioni, e quant’altro faccia parte dell’essere senzienti. E’ solo perché noi glielo abbiamo insegnato.

Fa sempre “piacere” osservare che predichiamo bene anche per interposta persona, ops: “intelligenza artificiale”, ma razzolando poi malissimo.

Ora però non dimentichiamo anche cosa farà (fanno già, da tempo, ma sempre meglio) Adi e i suoi colleghi, tra cui DALL-E2, che oggi ha realizzato per me il dipinto virtuale dal titolo “Umanità felice che vive in pace”, olio virtuale su tela LCD, che vedete come immagine che accompagna quest’articolo. S’intitola così perché si è ispirata al testo del titolo, che le ho fornito io, per interpretarlo e creare il dipinto in una manciata di secondi. Non male neanche questo.

Non dimentichiamolo. Così come le deep fake che stanno già impattando enormemente sul modo in cui percepiamo la realtà; una realtà che non è più vera al 100%, solo perché fotografata, filmata, e in qualunque modo registrata. Una realtà alla mercé del più forte (come sempre) che potrà servirsene in malo modo per diventare sempre più forte, e distruggere facilmente chi prova a ricordare quotidianamente le cose che anche Adi è in grado di raccomandare.

Saremo così bravi da ricordarcene?