In meno di un mese, da quando ne è stata data notizia per la prima volta, la nuova epidemia causata dal coronavirus che si è sviluppata in Cina sta acquisendo, ogni giorno che passa, dimensioni che fanno presumere che ormai non possa più considerarsi solo un problema cinese.
L'OMS, forse per non generare panico, non ha ancora dichiarato uno stato di emergenza globale, ma, in base a certe affermazioni, dà la sensazione che sia intenzionato a farlo quanto prima. "Sebbene i numeri al di fuori della Cina siano ancora relativamente piccoli - dicono dall'OMS - hanno comunque il potenziale per diventare un focolaio molto più grande".
Già oggi, in Cina, sono state contagiate più persone di quante ne siano state contagiate per l'epidemia di Sars che colpì il Paese nei primi anni 2000, anche se il bilancio delle vittime rimane molto più basso.
Però, secondo quanto dichiarato da Roberto Burioni, l'attuale percentuale di decessi rispetto al numero di persone contagiate che si attesta tra il 2% ed il 3% non è affatto irrilevante, visto che è identica a quella della cosiddetta "spagnola" che si diffuse a partire dalla fine della prima guerra mondiale. Al tempo, oltretutto, gli spostamenti non erano così rapidi come lo sono adesso. Per questo, le conseguenze di questo coronavirus, anche se meno "aggressivo" della Sars, potrebbero essere devastanti.
Al 29 gennaio, i casi accertati in Cina sono 7.711, mentre il numero di decessi è salito a 170. Sono invece 15 i Paesi in tutto il mondo in cui sono stati accertati casi di infezione.
Nel frattempo, istituti di ricerca e azienda farmaceutiche hanno annunciato di aver iniziato a lavorare sullo sviluppo di un vaccino contro questo virus. Un laboratorio in California ha dichiarato di poterne avviare la sperimentazione umana entro giugno o luglio. Sempre secondo quanto affermato da Burioni, ben che vada, un vaccino simile, comunque, non potrebbe esser pronto prima di un anno.
Quindi, nel frattempo, come fermare l'epidemia?
Con la prevenzione, anche se quest'arma potrebbe risultare "spuntata", visto che il virus da tempo si sta trasmettendo direttamente da uomo a uomo e, cosa ancor peggiore, riuscirebbe a farlo anche senza che una persona contagiata ne manifesti i sintomi.
Per questo, i Paesi stranieri che stanno evacuando i propri connazionali da Wuhan, città dove si è sviluppato il virus, al loro arrivo hanno previsto di metterli in quarantena. Una misura non esagerata, visto che il coronavirus, ormai si è esteso a tutte le province cinesi.
In Italia, per il momento, non sono ancora stati accertati casi di infezione, anche se l'allerta è massima.
Così, a Civitavecchia, questo giovedì 6mila passeggeri sarebbero bloccati sulla nave da crociera Costa Smeralda attraccata in porto, dopo che una coppia di cinesi ha manifestato i sintomi di un possibile contagio, che però potrebbe anche essere una banale influenza.
Se questo è il "clima" si può facilmente immaginare che le conseguenze di questo coronavirus, nel prossimo futuro, potrebbero avere ricadute importanti sia sul piano sociale che economico.