"Quando una storia volge al termine, vale la pena dirsi le cose senza che rimanga niente in sospeso: pensiamo che il suo Governo non sia il più bello, né - come lei ha detto - il migliore del mondo; pensiamo che per la drammaticità della pandemia e per la tragedia in corso ci sia bisogno di un governo più forte. Non pensiamo che, davanti alla tragedia che questo Paese sta vivendo e che lei ricorda puntualmente qui e altrove, possa bastare questa narrazione politica: gli altri Paesi ci copiano, siamo un modello.Non è stata aperta ancora una crisi istituzionale, perché lei non si è dimesso al Quirinale, ma ci sono tre crisi grandi, enormi e drammatiche, che sono aperte da tempo e non certo per colpa sua, signor Presidente. La prima è la cisi economica: l'Italia è il Paese messo peggio di tutti dal punto di vista della caduta del PIL nell'anno 2020, con una diminuzione del 10 per cento, e le previsioni ottimistiche del Ministero dell'economia e delle finanze, che prevedono una crescita del 6 per cento, sono smentite innanzitutto dalla Banca d'Italia, che per il 2021 prevede una crescita dimezzata rispetto a quella dell'Esecutivo. Abbiamo dunque un record negativo: siamo i peggiori al mondo nell'economia.C'è un secondo elemento drammatico, ovvero la crisi sanitaria. I nostri infermieri, i nostri medici e il nostro personale sono straordinari, ma l'Italia è il Paese al mondo che ha il peggior rapporto tra popolazione e decessi per Covid. Questo porta a fare una riflessione: non può bastare la narrazione del «come siamo stati bravi» o dell'«andrà tutto bene». Occorre investire di più in sanità, farlo meglio e farlo adesso.Il terzo e ultimo punto, che voglio citare, tra i tanti, riguarda il fatto che abbiamo il record negativo nella crisi educativa e scolastica. Non se ne parla mai in modo strategico e compiuto e quando ho provato, insieme ai miei colleghi, nel marzo 2020, a proporre di organizzarsi per tempo per ripartire con la scuola, c'è stato un coro unanime, nel dire che quello non era il momento. Il dato di fatto è che l'Italia è il Paese che ha mandato i propri ragazzi a scuola meno di tutti gli altri in Europa".

Questo l'inizio dell'intervento di Renzi al Senato, nel pomeriggio di martedì. Come si può capire dall'incipit, in più di un anno di governo l'irresponsabile Renzi e i suoi irresponsabili ministri hanno bivaccato nella stanza dei bottoni senza essere consapevoli di cosa stesse accadendo, salvo nell'ultimo periodo, grazie ad una sorta di illuminazione  si sono resi conto che il governo e il presidente del Consiglio, entrambi voluti da Matteo Renzi, non fossero in grado di svolgere il loro compito. Così dopo averli "creati", adesso Renzi li vuole "distruggere".

Naturalmente i motivi sono di alto profilo, come vogliono far intendere le parole del senatore di Rignano sull'Arno. Il problema, però è che non sono convincenti, oltre che palesemente falsi (almeno in un caso).

Il Pil si basa sulle previsioni, ma non è detto che quelle della Banca d'Italia siano o debbano essere corrette. Si tratta per l'appunto di previsioni. Per quanto riguarda la scuola, le affermazioni di Renzi tengono conto dei lockdown di Gran Bretagna e Germania? Le scuole tedesche, ad esempio, non riapriranno prima di metà febbraio. Infine, è da giorni che Renzi dice che l'Italia è il Paese al mondo che ha il peggior rapporto tra popolazione e decessi con Covid. Ma è da giorni che chiunque può rendersi conto che non è così.

Su 1 milione di persone i decessi Covid in Italia sono stati 1.307, nella Repubblica Ceca 1.357, nel Regno Unito 1.385, in Belgio addirittura 1.986. Ma di cosa sta parlando Renzi? L'erista vaniloquente vuole volare alto, ma non riesce a trovare le pezze d'appoggio per nascondere le sue mire. Infatti, benché dica di non essere interessato alle poltrone, è proprio a quelle che mira.

Nella sua replica, Conte ha controbattuto a Renzi punto per punto, ma vale riportare soprattutto la conclusione del suo intervento: 

"Concludendo, voi parlate sempre di poltrone; quando sento questa parola, penso - e lo dico anche ai cittadini che ci ascoltano - che io non mi vergogno di dire che stiamo seduti su queste poltrone. Secondo me non è importante dire che non si è interessati alla poltrona, ma essere interessati a stare seduti con disciplina e onore".

Un promemoria che chi dice di rappresentare gli interessi degli italiani badando soprattutto che possano, anche pur vagamente, coincidere con i suoi, dovrebbe tenere bene a mente.