Nel 2016 il Mibact avvia una procedura per la concessione della struttura di Collepardo, centro benedettino frequentato sin dall'anno mille. Tra i requisiti del bando vi è la "documentata esperienza" nella valorizzazione del patrimonio culturale e nella gestione di un immobile culturale, pubblico o privato.

Ad aggiudicarsi il bando, e la struttura, è l'istituto para-religioso Dignitatis Humanae, collegato a Steve Bannon (ex stratega di Donald Trump che contribuì alla sua elezione alla Casa Bianca), che vuole trasformare il monastero in una scuola di "formazione e addestramento" per sovranisti.

In seguito a successivi accertamenti, il ministero contesta a Dignitatis Humanae di non aver avuto le carte in regola per partecipare al bando e annulla d'ufficio la concessione, salvo poi incappare in una pronuncia contraria da parte del Tar che blocca lo sfratto dei sovranisti. Di qui il ricorso al Consiglio di Stato che lunedì si è espresso sulla vicenda definendo

"legittimo il decreto del Ministero dei beni culturali ed ambientali che ha ritirato l'affidamento in concessione del bene immobile culturale denominato della Certosa di Trisulti, in provincia di Frosinone, alla Dignitatis Humanae, a causa della mancanza dei requisiti richiesti dal bando che riguardavano non solo la personalità giuridica, ma anche lo Statuto dell'associazione, che al tempo della presentazione della domanda non riportava gli indirizzi di tutela e valorizzazione richiesti dal ministero. Il limite temporale dei 18 mesi per l’esercizio del potere di autotutela, introdotto dall’art. 21-nonies, l. n. 241 del 1990, in ossequio al principio del legittimo affidamento con riguardo alla posizione di colui che ha ottenuto un provvedimento autorizzatorio o di attribuzione di vantaggi economici, è dedicato dal legislatore e, quindi, trova applicazione, solo se il comportamento della parte interessata, nel corso del procedimento o successivamente all’adozione dell’atto, non abbia indotto in errore l’amministrazione distorcendo la realtà fattuale oppure determinando una non veritiera percezione della realtà o della sussistenza dei presupposti richiesti dalla legge e se grazie a tale comportamento l’amministrazione si sia erroneamente determinata (a suo tempo) a rilasciare il provvedimento favorevole". 

Questo il commento del presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti: