Questo l'esito dell'ottava votazione che si è tenuta sabato alla Camera per l'elezione del 13° presidente della Repubblica:

Mattarella 759; Nordio 90; Di Matteo 37; Berlusconi 9; Belloni 6; Casini 5; Draghi 5; Casellati 4; Berrino 2; Cassese 2; Primo Di Nicola 2; Giorgetti 2; Filippo Grassia 2; Pera 2; voti dispersi 18, schede bianche 25; schede nulle 13.

Questa mattina i presidenti del Senato e della Camera, Maria Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico, si sono recati al Quirinale ed hanno comunicato a Sergio Mattarella l'esito della votazione.

Il contemporaneamente ex e neo presidente ha accettato il rinnovo dell'incarico con questa dichiarazione:

"Ringrazio i Presidenti della Camera e del Senato per la loro comunicazione. Desidero ringraziare i parlamentari e i delegati delle Regioni per la fiducia espressa nei miei confronti.I giorni difficili trascorsi per l’elezione alla Presidenza della Repubblica nel corso della grave emergenza che stiamo tuttora attraversando - sul versante sanitario, su quello economico, su quello sociale – richiamano al senso di responsabilità e al rispetto delle decisioni del Parlamento.Queste condizioni impongono di non sottrarsi ai doveri cui si è chiamati – e, naturalmente, devono prevalere su altre considerazioni e su prospettive personali differenti – con l’impegno di interpretare le attese e le speranze dei nostri concittadini".

Per il pomeriggio di giovedì 3 febbraio è prevista la riunione del Parlamento in seduta comune per il giuramento del Presidente della Repubblica e il messaggio alle Camere.


Adesso una breve valutazione di quelle che saranno le conseguenze del voto per i vari schieramenti, visto che in base all'esito e alle dichiarazioni dei politici che lo hanno commentato, sebbene tutto sia rimasto come prima, in Parlamento e nel Governo vedremo invece molti cambiamenti. In pratica è accaduto l'esatto contrario di ciò che scriveva Tomasi di Lampedusa nel Gattopardo:

«Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi».

Vediamo il centrodestra. La lega ha sconfessato Salvini che ha cercato di intestarsi prima l'elezione della Casellati, poi quella della Belloni e infine quella di Draghi. Salvini ha sconfessato Forza Italia per averlo lasciato in braghe di tela sui primi due nomi. Meloni ha sconfessato Salvini, la Lega e Forza Italia per non aver mantenuto una linea comune sulla base degli accordi pre-voto e per aver accettato di rieleggere Mattarella.

Il centrosinistra è riuscito a fare l'ennesima figuraccia anche senza fare nulla. Infatti, Letta e Speranza di nomi non ne hanno proposti, salvo auspicare l'elezione di Draghi o la riconferma di Mattarella, ma come atto di stima sapendo che quest'ultimo aveva anticipato di non voler essere rieletto. Così, dopo aver rimandato al mittente la proposta Casellati, balbettato su quella di Casini e Belloni, le innumerevoli correnti dei dem, a cui va aggiunta quella degli infiltrati renziani neppure tanto in incognito, hanno accolto con sollievo la proposta della rielezione di Mattarella, che li toglieva così da un imbarazzo che ormai non sarebbe più stato possibile nascondere all'opinione pubblica... anche a quella meno accorta.

La Meloni, dal mercato degli ultimi giorni, è quella che ne è uscita con più dignità. Al di là dei nomi da lei caldeggiati e supportati (irricevibili per la funzione che avrebbero dovuto svolgere nel caso di elezione), la leader di Forza Italia ha dimostrato coerenza e disponibilità, facendo capire che la Belloni non sarebbe stata sgradita ai grandi elettori del suo partito.

Ma i veri artefici dell'indecoroso spettacolo della settimana trascorsa sono i centristi che hanno l'Italia come denominatore comune nel nome del partito - Forza Italia, Coraggio Italia e Italia Viva - che hanno utilizzato questa elezione come prova generale per una prossima coalizione da presentare alle politiche... che non è detto che non finiscano per essere anticipate rispetto alla scadenza prevista. Dopo aver valutato Frattini (sgradito a FI), i centristi avevano trovato l'accordo su Casini ma non sono riusciti a farlo digerire né alla Lega, né a tutti i 5 Stelle.

La nuova coalizione di cui Renzi si vorrà intestare la guida - c'è da giurarci - non voleva sorprese e non avrebbe potuto accettare che al Quirinale potesse andare una figura che, anticipatamente, non aveva dato ampie garanzie di agire in base a come vanno e di solito devono andare le cose nel mondo, specialmente in Italia. Così lo statista originario di Rignano sull'Arno è andato in escandescenze per spiegare che la Belloni, eticamente, non poteva essere eletta, rendendosi peraltro più ridicolo del solito vista che l'associazione tra etica e Renzi è l'esempio migliore per spiegare cosa significhi ossimoro. Quindi, se non fosse stata eletta una persona di "provata garanzia" l'elezione sarebbe durata per l'eternità... a causa dei centristi e dei loro infiltrati nel Pd.

Per ultimo non bisogna dimenticare il Movimento 5 Stelle che ha usato il voto per mettere in imbarazzo Conte... più precisamente quella parte di parlamentari grillini che vedono nell'ex bibitaro del San Paolo, il loro leader di riferimento... sono i famosi scappati di casa che si riconoscono nello scappato di casa per eccellenza. Di Maio è l'eccezione che conferma la regola... dell'abito che non fa il monaco. Infatti, come il Ken della Barbie, basta mettergli un nuovo abito e lui diventa ministro del Lavoro, dello Sviluppo degli Esteri,  leader politico... la qualunque... basta solo non fargli credere che possa persino fare qualcosa di concreto. Infatti, se date il camice di un cardiochirurgo a uno come Di Maio, non sarebbe sorprendente che lui si creda capace pure di operare a cuore aperto.

Adesso, Di Maio pretende di scalzare Conte dal M5S, perché sta tentando di farlo diventare una forza politica responsabile e utile al Paese. In questo, bisogna ammetterlo, c'è una logica, perché in un movimento così riformato uno come Di Maio che ruolo potrebbe mai svolgere?

Quindi, questa elezione che ha lasciato apparentemente immutato il quadro politico in Italia, in realtà ha dato la stura all'otre dei venti, con Ulisse Draghi che adesso sarà completamente in balia di eventi che in precedenza avrebbe controllato senza troppe difficoltà. E per questo non è da escludere che non decida si salutare tutti e andarsene anticipatamente. 

Infine, non è da dimenticare che la presidente del Senato si è legata al dito la mancata elezione, cosa che le era stata ventilata come possibile, e soprattutto si è legata al dito che il centrodestra non abbia votato compattamente il suo nome. Non è da escludere così che alla prima occasione la Casellati non decida di rivedere certe applicazioni del regolamento. 

Pertanto, non essendo cambiato nulla, tutto non potrà rimanere come prima.