Il mondo della musica classica, lirica e sinfonica, inopportunamente, viene visto come se fosse un mondo a sé, spesso inavvicinabile, dedicato solo ad un numero ristretto di persone... colte! Una stupidaggine assoluta, sia perché la musica classica era una volta quella che adesso definiremmo musica pop, sia perché molte produzioni di successo dell'attuale musica pop utilizzano melodie, se non addirittura pagine di spartito, di opere e sinfonie di cento e più anni fa.

Ma c'è un altro aspetto che ultimamente avvicina o dovrebbe avvicinare il mondo della musica classica alla cosiddetta massa. Il fatto che anche in quel mondo, nonostante eleganza ed apparente educazione, è o sarebbe pieno di "porcelloni"... specialmente tra i direttori d'orchestra.

Dopo il caso di Harvey Weinstein e del movimento #MeToo, a decine sono state le segnalazioni di artisti che hanno subito avance, abusi, se non addirittura vere e proprie violenze, da parte di produttori, registi... direttori d'orchestra.

In relazione a quest'ultima categoria viene alla mente l'esempio di James Levine, a cui il Met ha dato il "benservito" per una denuncia di un presunto abuso avvenuto anni e anni fa. James Levine, adesso in avanti negli anni e non in perfette condizioni fisiche, era comunque al limite della sua carriera... peraltro splendida.

Ma sempre tra i direttori d'orchestra è da segnalare la vicenda, di qualche giorno fa, che ha visto protagonista in negativo, uno tra i migliori direttori d'orchestra oggi in attività, l'italiano Daniele Gatti.

A fine luglio, il Washington Post ha pubblicato un articolo in cui parlava di molestie nel mondo della musica classica. A dimostrazione che sia popolato da veri e propri maiali, i quotidiano americano ha riportato due testimonianze che hanno come protagonista Daniele Gatti.

La prima risale al 1996, 22 anni fa, in cui il direttore d'orchestra allora 34enne, in camerino avrebbe messo la lingua "in gola" e le mani sul... di dietro del soprano Alicia Berneche, allora 24enne.

Quattro anni dopo, un altro soprano, Jeanne-Michèle Charbonnet, avrebbe subito più o meno lo stesso trattamento durante l'allestimento dell'Olandese Volante di Wagner messo in scena a Bologna. Anche in questo caso, stiamo parlando di fatti avvenuti 18 anni fa.

Daniele Gatti, in seguito alle accuse che gli sono state rivolte, ha diffuso un comunicato in cui esprimeva tutta la sua "sorpresa", dichiarando di essere "estraneo a qualsiasi comportamento che possa essere identificato con il termine molestie, "sia psicologiche che sessuali".

"Ogni volta che mi sono avvicinato a qualcuno - ha aggiunto Gatti - l'ho sempre fatto pienamente convinto che l'interesse fosse reciproco. I fatti riferiti si sono verificati molto tempo fa, ma se ho offeso qualcuno, mi scuso sinceramente."

Fatti di vent'anni fa, non denunciati all'epoca, possono influenzare una carriera artistica? Parrebbe di sì. Infatti, pochi giorni dopo la pubblicazione di quell'articolo, la Royal Concertgebouw Orchestra di Amsterdam ha rilasciato un comunicato in cui dichiara di interrompere, con effetto immediato, la collaborazione con il direttore Daniele Gatti. 

"Il 26 luglio - è scritto nella nota - il Washington Post ha pubblicato un articolo in cui Gatti è stato accusato di comportamento inappropriato. Queste accuse e le reazioni di Gatti hanno provocato molta confusione tra i musicisti e il personale.

Inoltre, dalla pubblicazione dell'articolo sul Washington Post, un certo numero di colleghe della Concertgebouw Orchestra ha riferito di esperienze con Gatti che non sono state ritenute appropriate, in considerazione della sua posizione di direttore.

Ciò ha causato un danno irreparabile alla fiducia tra l'orchestra ed il suo direttore."

È possibile che fatti avvenuti tanto tempo fa, mai denunciati all'epoca, e basati solo su dichiarazioni di parte possano essere sufficienti e credibili per danneggiare la reputazione, e in questo caso anche la carriera artistica, di una persona?