È stato pubblicato dalla LUISS University Press il prezioso volume di Tom Nichols: “Il nemico dentro”, il cui sottotitolo è “Perché siamo noi stessi a distruggere la democrazia”.
Nichols è professore alla Harvard Extension School e allo U.S. Naval War College ed è tra i più popolari e quotati commentatori politici statunitensi.
Nel suo bestseller La conoscenza e i suoi nemici (Luiss University Press, 2018) l'autore aveva descritto l’ascesa dell’era dell’incompetenza – il nostro tempo, in cui le persone si sono rese disponibili a sacrificare la democrazia sull’altare della presunzione di una conoscenza nutrita solo dai social network e dal web, senza più dar peso ad alcun tipo di autorevolezza di tipo accademico o scientifico. In quel libro, Nichols scriveva che solo un improbabile evento catastrofico, ad esempio una guerra o una pandemia, avrebbe posto fine a tutto ciò rimettendo le società occidentali sulla giusta traiettoria. La Pandemia di COVID-19 è in atto e sta sfidando il mondo e l’autore si è spinto a scrivere “Il nemico dentro” perché, a suo dire, si era sbagliato.
Risentimento e malcontento sembrano dominare ogni spazio della vita comune in Occidente dove pure le condizioni materiali di vita sono le migliori al mondo e continuano a migliorare: élite ciniche e corrotte, stranieri e immigrati, banchieri e intellettuali sono di volta in volta i “colpevoli” di una decadenza che tanti cittadini dei paesi più evoluti al mondo vivono ormai in modo tanto drastico da mettere in discussione la stessa democrazia liberale.
Perniciosi indicatori di tali tendenze illiberali sempre più diffuse sono rappresentati dal consenso ottenuto da autocrati populisti, dall’ orientamento di molti cittadini per un governo di funzionari non eletti o dalle giustificazioni per l’uso politico della violenza: dopo aver superato malattie, tensioni sociali, guerre e tragedie di ogni tipo, i paesi occidentali rischiano il paradosso di non superare la sfida della prosperità e del benessere.
Tom Nichols presenta questo suo volume il cui titolo originale è: “Our Own Worst Enemy” come una sfida alle attuali rappresentazioni dell'ascesa dei movimenti illiberali e antidemocratici negli Stati Uniti e altrove, mentre collega il crescente narcisismo e le crescenti aspettative degli elettori all'ascesa dell'illiberalismo. Nel contempo, l’autore sostiene soluzioni sociali e istituzionali, anche difficili, per fornire ai lettori una guida per il cambiamento e l'azione.
La risposta che Tom Nichols dà del fallimento della democrazia ha la forma di un’altra, scomodissima questione: e se invece fossero le società occidentali a non aver superato la prova della democrazia?
Quando Edward Banfield teorizzò il “familismo amorale” nella Basilicata degli anni ’50 – riporta Nichols- stava descrivendo una società disfunzionale in cui le persone erano capaci di pensare soltanto in termini del proprio benessere e di quello della loro ristretta cerchia familiare: uno schema che sembra descrivere ancora meglio le società che stanno vivendo la pandemia, quei cittadini globali del Ventunesimo secolo, ormai inidonei, e impossibilitati dal distanziamento sociale, a dedicare tempo, motivazione, impegno e persino intelligenza alla politica – a meno che i temi da portare alla ribalta non siano di vitale importanza personale.
Secondo Tom Nichols, quelle occidentali sono ormai società narcisistiche e infantili, affamate non di alimenti, come nel Terzo e Quarto Mondo, ma di conferme tribali e nazionalistiche, nelle quali le tentazioni autoritarie stanno mettendo sempre più a repentaglio la tenuta dei sistemi democratici.
Per l’autore, comunque, non tutto sembra essere perduto e resuscitando virtù dimenticate come amore per la comunità, compromesso, orgoglio civile e sacrificio, è possibile continuare a difendere la democrazia, ancora oggi il più prezioso bene comune.