Il bisogno di spiritualità per curare anima e corpo
Il terremoto delle coscienze in atto, provocato dal terrorismo mediatico riguardo le notizie della pandemia contagiosa’’Coronavirus’’, causata da un virus sconosciuto ai vaccini tradizionali, sta creando un cortocircuito nella coscienza collettiva, e lo shock che ne deriva, costringe, tramite il meccanismo del caos, a riorganizzare il pensiero verso forme più complesse e creative.
La TERAPIA D'URTO E’ DI ORDINE SPIRITUALE
Dobbiamo svegliarci dall'illusione della separazione. Siamo individui interconnessi da uno scopo superiore. Lo shock emotivo in atto sta interrompendo le connessioni neurali di un vecchio modo di vedere le cose. Tutti noi siamo responsabili del tessuto umano e che è possibile un cammino insieme, liberandoci dai pregiudizi e dall’egoismo di credere che ciascuno di noi tutti sia il vero possessore della Verità. La Spiritualità deve essere un’aspirazione cosciente per stimolare un serio impegno individuale e si dimensiona come “Movimento consapevole”, destinato a radicarsi nel sociale.
Quando la consapevolezza svanisce, "il cervello si scompone in isolette che non possono parlarsi". Il mondo, governato dal Dio denaro, allontana le persone dal sentimento e dal vero scopo della vita : Riconoscersi parte della grande famiglia umana. Una nuova coscienza sta bussando alla porta del mondo… Il suo scopo essenziale è di aiutare l’Essere Umano a sviluppare il suo più alto potenziale , esercitando un enorme ascendente sull’economia, sulla politica, sulla medicina, sulla psicologia, sulla religione intesa come ricongiunzione dell’uomo al divino, nell’affrontare in maniera costruttiva il problema centrale dell’esistenza: le diversità di espressione come realizzazione della stessa Unità. La vera essenza sta nel comprendere che non è il mondo ad essere diviso, ma è la Coscienza umana che ha bisogno di separare per fare una propria esperienza del mondo.
Ogni divisione, apparentemente in opposizione, appartiene alla stessa Unità: l’Amore, la tolleranza, la solidarietà rappresentano l’unico collante in grado di realizzare una coesione tra le coscienze degli uomini per avviare un autentico processo di pace.” Amatevi l’un l’altro come fratelli”... In questo processo fra dualismo e non-dualismo, si manifesta tutto il gioco della vita e della coscienza. E' come se il sistema Natura intendesse operare un'accelerazione involutiva ed evolutiva sulla specie umana in una direzione ancora ignota e mentre l'umanità si dibatte per cambiare i comportamenti sociali e anche quelli soggettivi, registriamo crisi profonde nell'economia mondiale, nei rapporti tra popoli e stati, assistendo all'appannamento delle tendenze alla globalizzazione. Ed è in frangenti drammatici che l' uomo non può non fare ricorso anche alla sua dimensione più alta, quella spirituale.
C'è urgente necessità di una maggiore attenzione spirituale. La spiritualità risulta essere una dimensione essenziale dell’essere umano in quanto collega tutte le altre dimensioni (fisica, psichica e sociale). Inoltre, la spiritualità ha un ruolo di coordinamento di tutte queste dimensioni umane finalizzato al raggiungimento dell’autorealizzazione che si può manifestare maggiormente nelle esperienze di sofferenza, come durante situazioni patologiche sia fisiche sia psicologiche. La dimensione spirituale quindi risulta essere non solo una dimensione complementare alle altre dimensioni umane, bensì potrebbe interagire con esse nel determinare sintomi psicosomatici, reazioni psicologiche e relazioni sociali. L’esperienza della sofferenza e del dolore provocata da una malattia, più o meno grave, potrebbe determinare nella persona un turbamento della dimensione spirituale. Nel dettaglio, la sofferenza spirituale, secondo Chochinov, si manifesterebbe nella persona malata attraverso le altre dimensioni che la compongono: fisica (es. dolore refrattario), psicologica (es. ansia, depressione, disperazione) e sociale (es. disfacimento dei rapporti umani). Tuttavia, la sofferenza spirituale non sarebbe riconoscibile solo dai sintomi, bensì sarebbe una combinazione tra i sintomi summenzionati e i comportamenti caratteristici.
Possiamo quindi affermare che il concetto di spiritualità è sempre presente ogni volta che si fa riferimento ad uno stato patologico o semplicemente ad un disagio fisico o psicologico. Lo stato di salute non vuol dire solo assenza di patologie ma bensì un benessere psicofisico e una salute fisica, psicologica e familiare. In questo modo, in caso di patologie, quello che viene trattato non sono solamente i sintomi evidenti ma l’intero individuo considerato non più solamente come paziente ma come paziente-persona. In questo caso il paziente-persona viene considerato nella sua interezza individuando nell’organismo la capacità di auto-guarigione. Quello che vale per la nostra salute individuale si può traslare alla dimensione della comunità. Occorre prendere coscienza che viviamo in una società malata nel profondo, Una gioia da condividere costruendo nuove reti di comunità solidali. I muri sono contagiosi più del virus ma noi possiamo abbatterli se avremo il coraggio di “capovolgere il mondo”.
Attualmente questa visione meccanicistica-riduzionistica è ancora prevalente nella medicina tradizionale, si cerca la lesione biochimica correlata a ciascuna diversa malattia. Il rapporto tra mente e corpo - spiega Veronesi - è sempre stato un dilemma, da quando è nata la civiltà. Nel campo medico la regola, fino al 1600-1700, era che la Medicina dovesse essere olistica e dovesse avere il compito di curare corpo e mente simultaneamente, proseguendo l’idea platonica di “Curare l’anima, se si vuole curare anche il corpo”. Nel 1600 qualcosa cambiò: si incominciarono a fare le autopsie, poiché la Chiesa accordò il suo permesso. Si scoprì, così, che il nostro corpo non è altro che una sommatoria di organi, tenuti insieme da quell’involucro che è la nostra pelle.
La scienza ha aperto questo involucro e ha cominciato ad analizzare ogni organo. Così ha avuto inizio la medicina d’organo e super-specialistica. La scienza ha compiuto progressi clamorosi, creando specializzazioni sempre più circoscritte: chi cura il rene non cura il polmone, chi cura il polmone non cura il cuore, e via dicendo. Questo certamente ha regalato progressi straordinari, che viviamo ancora oggi, ma il rovescio della medaglia di una conoscenza sempre più approfondita e specializzata è rappresentato dal fatto che la medicina tende gradualmente a dimenticare la persona, obiettivo finale di questa disciplina. Non si può curare una persona senza sapere chi abbiamo davanti. Io penso che la medicina del futuro dovrà essere, invece, la medicina della persona, proprio per un’esigenza diffusa di tornare a una cultura olistica, che non perda di vista l’uomo’’ da curare nella loro interezza.
Bisogna curare la parte organica per curare ogni forma di malessere La soluzione a tutto è, quindi, sempre e solo di tipo psichico e/o psicoterapeutico. Bisogna curare la mente per curare l’uomo e la sua malattia. C’è, inoltre, chi vede nell’uomo soprattutto la dimensione sociale, per cui all’origine di ogni malattia vi è una disfunzione sociale, una patologia della società, per cui per curare l’uomo è necessario modificare la società malata. La malattia del singolo è solo il sottoprodotto inevitabile della malattia della società, in cui il singolo vive e lavora. La malattia colpisce prima la società e solo poi l’uomo. Bisogna curare la società per curare l’uomo. Ognuno di questi diversi modi di vedere l’uomo coglie una parte della verità, perchè ogni essere umano ha in realtà, contemporaneamente, tutte e tre le dimensioni viste: biologica, psicologica e sociale. La soluzione, anche quella terapeutica, va pertanto sempre cercata agendo su tutti e tre i fronti.
Ogni malattia è di origine multifattoriale, con una radice nella dimensione biologica, nella dimensione psicologica , nella dimensione sociale e nel suo ambiente di vita e di lavoro, di conseguenza per essere più efficace anche la cura deve essere multifattoriale. Dal caos sorgerà una nuova visione. Dalla nebbia, vedremo sorgere un mondo nuovo. La gentilezza, lo spirito di collaborazione, la compassione e l'empatia saranno il dono che emergerà dallo scompiglio attuale.
M. Gabriella Lavorgna Pres. Fondazione "Il Mandir della Pace" - www.shantimandir.eu