E' eticamente sostenibile utilizzare un robot che trasporta una bomba per uccidere una persona, che è circondata dalle forze di polizia e non ha in mano nessun ostaggio?
E' questo l'interrogativo che è stato sollevato all'indomani delle informazioni fornite dalla polizia di Dallas sulle modalità con cui è stato ucciso il cecchino responsabile della morte di cinque agenti.
Si tratterebbe della prima volta in assoluto in cui un'apparecchiatura controllata a distanza viene utilizzata in modo offensivo, fatta eccezione naturalmente per quanto riguarda l'impiego di droni su suolo straniero.
Fino ad oggi, le forze di polizia americane avevano impiegato dei robot a scopo unicamente difensivo e preventivo, soprattutto per il controllo di bagagli e involucri sospettati di contenere degli esplosivi, o comunque in casi in cui l'impiego di agenti poteva risultare rischioso.
Come ha fatto sapere David Brown, capo della polizia di Dallas, ci sono state lunghe trattative con il sospetto cecchino e, infine, si è deciso per l'intervento con una modalità che non mettesse in pericolo le vite degli agenti.
Un'iniziativa che si è guadagnata anche il plauso del sindaco della città, che si è augurato che la stessa strategia possa essere messa in atto anche in futuro, qualora se ne presenti la necessità.
Quanto sopra significa che ad un certo punto si è deciso che l'assediato doveva morire. Quando e perché è stata presa questa decisione? Da cosa si è capito che le trattative non potevano continuare oltre?
E comunque, anche nell'impossibilità di negoziare, perché non lasciar passare il tempo e aspettare che il cecchino si arrendesse, stremato dalla fame e dalla sete, dal momento che non c'erano ostaggi in pericolo? Quali altre motivazioni hanno spinto ad intervenire? Questi gli interrogativi cui forse non verrà mai data risposta.
Forse si è trattato di un esecuzione sommaria, dettata dalla necessità di mostrare alla pubblica opinione che la polizia aveva il controllo della situazione. Dall'altra parte non c'era un colpevole, ma solo una persona sospettata di esserlo, innocente fino a che un processo non decreta la condanna.
E anche questa volta si trattava di un afroamericano…