Le parole che usiamo con noi stessi!
Dovremmo badarci, starci attenti alle parole che usiamo. Quando parliamo con gli altri, certamente. Lo so, oggi abbiamo poco tempo per dirle quelle cose che vorremmo e come vorremmo; ma l’attenzione è fugace, si deve fare in fretta, e poi anche il nostro vocabolario diventa sempre più povero e sintetico.
Usiamo parole ed espressioni che velocemente devono dare l’idea, ma che sono contenitori entro i quali ognuno ci ha messo del suo, della sua esperienza e fatichiamo a capirci. E questo è un problema dei nostri tempi. Ma dobbiamo badare anche molto, e con molta attenzione, alle parole che usiamo quando parliamo a noi stessi. Si, io lo faccio eccome, molto spesso anche; voi no?
Quella cosa come quel motivetto che a volte ci risuona di continuo nella testa, chissà come e perché. Solo che a volte sono parole, frasi con cui ci diciamo qualcosa che riguarda la nostra vita, il nostro modo di essere, il nostro rapporto con gli altri e le cose che ci accadono. A volte per dirci quanto siamo belli bravi e grandi e invincibili, altre per compatirci per quanto siamo sfortunati o trovare colpevoli fuori di noi.
Dobbiamo badarci però, perché il nostro cervello non è così furbo da questo punto di vista. Non è che si inventa da solo delle cose, ma usa e rielabora e mette insieme solo quello che gli facciamo arrivare. E succede che se certe cose che ci ronzano in testa finiamo per ripetercele tante e troppe volte poco importa quanto ci sia di vero o sbagliato, perché lui allora poi ci crede, e se ne convince. E sai che cantonate!!!
Cit. Treccani: Cantonata …Angolo esterno formato dalle mura di un edificio tra una strada e l'altra!