Dalle grandi cave sulle Alpi Apuane intorno a Carrara, in quella zona aspra e verdeggiante della Toscana che prende il nome di Lunigiana, si estrae uno dei marmi più pregiati al mondo. Per la sua straordinaria lucentezza e la struttura compatta, che lo rende perfetto per essere lavorato con lo scalpello, è da secoli il materiale preferito dagli scultori: basti ricordare Antonio Canova con i suoi gruppi scultorei (Amore e Psiche, le Tre Grazie), Gian Lorenzo Bernini che lo utilizzò anche per la realizzazione di edifici come il complesso di piazza dei Miracoli a Pisa, e soprattutto Michelangelo, autore fra gli altri di quei due capolavori assoluti in marmo bianco di Carrara che sono la Pietà e il monumentale David.
Ma che cosa conferisce al marmo che si estrae da queste montagne il pregio che fin dall'epoca romana gli viene universalmente riconosciuto?
Una montagna nata dal mare
Il marmo di Carrara è una roccia metamorfica formata da cristalli di carbonato di calcio di dimensioni microscopiche. La roccia originaria era un calcare simile a quello che si oggi si può osservare nelle scogliere coralline dei mari tropicali. Circa 190 milioni di anni fa questa parte della Toscana settentrionale era in effetti coperta dal mare: ma in seguito a una serie di sommovimenti della crosta terestre il fondo marino emerse trasformandosi in montagna. Le formazioni calcaree furono soggette a una forte pressione, che le fece ripiegare più volte su se stesse, comprimendole e dando così origine ad una complessa struttura cristallina. E infatti all'interno delle cavità del marmo si trovano spesso piccoli cristalli di minerali diversi, tra cui quarzo, wurtzite, sfalerite, dolomite, calcite, fluorite e albite. I campioni i roccia che contengono queste cristallizzazioni sono molto richiesti dai collezionisti, per via della bellezza e della trasparenza dei cristalli e del pregevole contrasto che si ha tra i loro colori e il candore della base.
La pietra che ha fatto la storia dell'arte
Ma il notissimo marmo bianco di Carrara è caratterizzato da una struttura omogenea, con un colore che va dal bianco al grigiastro più o meno venato. Sulla base del colore di fondo si distinguono le diverse varietà: il più chiaro è detto Statuario, perché fin dall'epoca romana è il più utilizzato dagli scultori, anche se rappresenta solo il 5% del minerale estratto. Michelangelo ad esempio lavorava solo questa particolare varietà di marmo, e sceglieva personalmente i blocchi nei quali realizzare le proprie opere. Una caratteristica particolare dello Statuario è quella di schiarire ulteriormente con il passare del tempo, perché tende a perdere l'acqua accumulatasi al suo interno per capillarità.
Le mille varietà di un materiale unico al mondo.
Il variare del colore di fondo e delle venature ha dato origine nella zona di Carrara ad altri tipi di marmi bianchi, tutti molto ricercati. Quando il fondo tende all'avorio e le venature vanno dal grigio al giallo, o talvolta al verde, disponendosi in strisce, il marmo viene chiamato Calacatta. Quando invece le venature hanno forma e strutture reticolari si parla di marmi arabescati, così chiamati perché ricordano i motivi decorativi tipici dell'arte araba. Quando il fondo è grigio scuro, a tratti quasi blu, il marmo prende il nome di Bardiglio.
Uno stile che non tramonta
In oltre 2000 anni di storia, il marmo di Carrara non è mai passato di moda. La sua bellezza e il modo peculiare di riflettere la luce, oltre all'inalterabilità nel tempo e alla straordinaria caratteristica di prestarsi sia a lavorazioni imponenti che alla realizzazione di piccoli oggetti diafani come ricami, ne fanno un materiale senza tempo e capace, da solo, di nobilitare qualsiasi ambiente. Oggi viene utilizzato sia per pavimentazioni che sia per scale, piani di cucina, rivestimenti, e ha un posto speciale nell'arte funeraria. Ed è ancora la pietra principe per le grandi opere e gli spazi pubblici più spettacolari. Anche l'atrio del nuovo grattacielo 432 Park Avenue, che sarà il più alto grattacielo residenziale del mondo, sarà rivestito in marmo bianco di Carrara.
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