Amarcord: Moreno Ferrario
Moreno Ferrario, ha rappresentato per me, la salvezza del mio tifo, della mia simpatia per il Napoli. Devo a lui e a Pasquale Casale, nei miei ricordi di bambino, la mia simpatia verso la maglia azzurra. Quando ero piccolo mi sembrava quella maglia, cosi umile, ma cosi celeste da provare affetto sconfinato.
Devo ringraziare Casale e Ferrario se tifo, simpatizzo per il Napoli. Soprattutto i rigori calciati da Moreno, che all’inizio degli anni 80, hanno dato alla squadra campana, molto spesso, la permanenza in Serie A.
Moreno Ferrario è nato a Lainate il 20 marzo 1959. Ha iniziato la sua carriera nel Varese, prima nelle Giovanili, poi, in prima squadra, dal 1975 al 1977 con 40 presenze. Ruolo: Difensore. Poi passò al Napoli, dove militò dal 1977 al 1988, perdendo nel 1981, un campionato, purtroppo per mezzo, di una sua sfortunata deviazione, in un Napoli-Perugia 0-1. Nel 1984, realizza molti rigori decisivi, per la salvezza dei partenopei. Con l’arrivo di Maradona (peraltro giocò anche con Ruud Krol), nel 1986-87 vince il primo storico scudetto azzurro, realizzando anche la rete dell’1-1 in un Juventus-Napoli, terminato poi 3-1 per i napoletani. Nello stesso anno, vinse anche la Coppa Italia. Il 30 settembre del 1987 fece il suo esordio in Coppa dei Campioni in Real Madrid-Napoli 2-0, manifestazione in cui collezionò due presenze, le uniche in carriera. Vanta inoltre 10 presenze in Coppa UEFA.
L’anno successivo, dopo, un primo posto mantenuto, fino alla terz’ultima giornata, il Napoli, cede al Milan di Sacchi lo scettro di leader del campionato e lo scudetto. Lui, Bagni, Giordano e Garella furono i rivoltosi, con un comunicato, contro il tecnico Ottavio Bianchi, malvisto da alcuni giocatori partenopei, per non dire tutti. Con i campani, 311 gare e 8 reti.
Fu, quindi ceduto, nella stagione 1988-89, alla Roma, dove però, giocò, solo 12 partite. Poi, l’Avellino, dal 1989 al 1991 con 43 presenze. Poi Siena, Carrarese e Saronno, dove chiuse la carriera.
Attualmente è un allenatore di calcio.
(ILGIORNO.IT di Dario Crippa)
Intervista de “Il Giorno” a Moreno Ferrario, storico giocatore del Napoli di Maradona. Ecco un estratto.
Moreno Ferrario, ex giocatore di serie A, stopper titolare del Napoli che vinse il primo scudetto della sua storia nella stagione ’86-’87. Al fianco di una leggenda: Diego Armando Maradona.
Moreno Ferrario, classe 1959, aveva cominciato sin da giovane a farsi rispettare, coi suoi modi seri e pacati. “E dire che io volevo fare l’avvocato… mio padre era muratore, vedevo la fatica che faceva e sognavo un giorno di non dovermi spaccare la schiena come lui, ma di andare al lavoro in giacca e cravatta”.
Un giorno a Napoli sbarca l’uomo del destino, Maradona. “Per me, il più grande. E non solo come giocatore, ma come persona. La gente che giudica per quello che ha fatto fuori dal campo non lo ha mai conosciuto. Diego era fatto così, ha sempre vissuto la vita che voleva vivere. Ma era di una generosità straordinaria”.
Ferlaino, il presidente, ci venne a minacciare: se non avessimo vinto, avrebbe cacciato l’allenatore, Rino Marchesi. Maradona si alzò, prese la parola e gli disse: “va bene, ma prima caccerai me, e poi lui”. E alla fine tutti, “perché in campo ci andiamo noi e se perdiamo la colpa è solo nostra.Ferlaino ammutolì”.
L’anno dei Mondiali in Messico Maradona fa l’impresa e conduce l’Argentina alla vittoria. “Eravamo preoccupati: pensavamo, se Diego vince quando torna non avrà più voglia, si era preparato come un matto tutto l’anno per quel Mondiale, temevamo che sarebbe stato appagato… E invece quando tornò, vincemmo lo scudetto”.
“Anni dopo quando ci vedemmo una sera con i vecchi compagni, Diego ci mostrò le immagini di una gara con la Sampdoria in cui aveva segnato di testa… e ci dimostrò che – anche se nessuno se ne era accorto, neppure noi compagni – aveva usato il pugno anche quella volta… anche se io francamente ancora non riesco a crederci, neppure quando riguardo quelle immagini”.