Esteri

Trump e chi ne sostiene la causa sta tentando in ogni modo di ribaltare l'esito del voto... senza successo

Sono passati 15 giorni dalle presidenziali Usa e Trump continua a negare l'esito del voto e la realtà  dei fatti, con assurde dichiarazioni via social che puntualmente Twitter bolla come non veritiere, accompagnate da decisioni vendicative e compiacenti da parte di chi lo asseconda in questa farsa che, come tale, rischia seriamente di finire in tragedia.

Trump nelle scorse ore ha licenziato il capo della Cybersecurity and Infrastructure Security Agency, che fa capo al Dipartimento della Homeland Security, responsabile della protezione dell'infrastruttura che regola il voto elettronico a livello nazionale. Nei giorni scorsi Christopher Krebs, questo il suo nome, aveva categoricamente smentito le affermazioni di Trump e dei suoi sostenitori, secondo i quali il software utilizzato per il voto elettronico avrebbe attribuito a Biden dei voti non validi.

Nel frattempo, i repubblicani degli Stati in cui il voto è andato inaspettatamente ai democratici stanno tentando di non certificare il risultato delle urne. Ci hanno provato ieri in Michigan, nella contea di Wayne, in cui si trova la città di Detroit.

I due repubblicani presenti nel comitato elettorale, in un primo momento si sono opposti alla certificazione del risultato perché molti distretti della contea avevano dati contrastanti tra il numero di voti espressi e quello di coloro che avevano votato, in relazione però ad un numero limitato di schede. Successivamente, a seguito delle proteste che stavano iniziando a montare, hanno accettato di certificare il risultato, ma solo dopo aver tentato, anche in questo caso invano, di escludere almeno i voti della città di Detroit!

Sempre ieri, il senatore della Carolina del Sud, il repubblicano Lindsey Graham, ha telefonato a Brad Raffensperger, segretario di Stato della Georgia e anche lui iscritto al partito repubblicano, per informarsi sulla possibilità di eliminare tutti i voti per corrispondenza nelle contee dove si era registrato un certo numero di voti non validi.

Il "suggerimento" di Graham è divenuto notizia, perché un alquanto sorpreso e scandalizzato Raffensperger ne ha parlato in un'intervista al Washington Post, avanzando l'ipotesi che il senatore repubblicano potesse aver fatto la stessa richiesta anche ai segretari di altri Stati.

E mentre Trump "gioca" per non perdere le tutele garantitegli da un secondo mandato da presidente degli Stati Uniti, questo è quello che sta accadendo nel suo Paese, nella città di Dallas in Texas, dove a causa del Covid migliaia di famiglie non possono acquistare cibo.

Autore Alberto Valli
Categoria Esteri
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