Politica

Di Maio ovvero anche le formiche nel loro piccolo...

È stato un incontro che si è svolto nel giorno nel quale l'Istat conferma purtroppo alcuni dati negativi per la nostra economia sia dal punto di vista della crescita che degli investimenti, dati –anche quelli di oggi- che confermano la necessità di una svolta e l'esigenza di aprire in Italia quella che lo stesso presidente incaricato ha chiamato una nuova stagione politica per il nostro Paese.

Noi siamo contenti e notiamo che l'avvio di questa possibile nuova stagione politica è stato salutato dai mercati in maniera positiva, con un calo significativo dello spread, che apre anche per politiche espansive e di investimento nuove possibilità e nuove prospettive.

Abbiamo indicato al presidente incaricato quelle che a nostro giudizio devono essere le colonne e i principali elementi di novità che diano corpo a questa nuova stagione politica. In primo luogo, ovviamente, ribadiamo il taglio delle tasse sui salari medio bassi del Paese, come incentivo alla ripresa, al rilancio dei consumi e come elemento di giustizia rispetto alla condizione di tante famiglie italiane.

In secondo luogo, il tema del lavoro, con un vero e proprio piano che passi per il rilancio di investimenti pubblici fermi da tempo e incentivi per lo sviluppo di investimenti privati, investimenti per le infrastrutture green, il rilancio dell'industria 4.0 e della politica sull'economia digitale.

Abbiamo posto il tema del rilancio della scuola e della formazione come grandi priorità del sistema Paese.

Abbiamo riproposto al presidente l'idea che per i redditi medio-bassi si studino formule che rendano possibile la formazione gratuita per i figli delle famiglie a reddito medio basso dall'asilo nido fino all'università, portando, di fronte ai dati sulla dispersione scolastica ormai drammatici, una vera e propria rivoluzione dello stesso concetto del diritto allo studio in questo nostro Paese.

Poi la sanità pubblica, perché sappiamo che l'innalzamento dell'età media della popolazione ormai rende di fondamentale importanza riaprire una grande discussione sulla qualità e sulla capacità di coprire nel nostro Paese l'universalità del sistema delle cure. Serve un investimento che abbiamo quantificato in almeno 10 miliardi nel prossimo triennio e l'apertura di una stagione di assunzioni.

Abbiamo posto il tema di riaprire una stagione di vere politiche per la sicurezza urbana. In questi mesi c'è stata molta propaganda ma vere politiche per la sicurezza urbana significa innanzitutto chiudere il contratto con le forze dell'ordine, significa investire sulle forze dell'ordine, sui presidi nei quartieri; vuol dire riaprire la stagione del grande piano periferie, cioè di investimenti nelle nostre città nel campo della cultura, dell'aggregazione, dello sport, e quindi di una strategia per rendere più sicure le città del nostro Paese. E abbiamo proposto al presidente che anche sui cosiddetti “decreti sicurezza” si proceda nelle forme dovute almeno al recepimento delle indicazioni che sono prevenute dal Presidente della Repubblica.

Questi ovviamente sono solo dei punti che abbiamo affrontato nel lungo incontro col presidente incaricato che ha preso nota e ci ha dato appuntamento nel percorso che lo porterà a stilare il prossimo programma di Governo ascoltando anche le altre forze politiche per capire quali di questi punti faranno parte e come del programma che noi vogliamo sia di svolta per il nostro Paese.


Quanto sopra riportato è il riassunto del segretario del Partito Democratico, Nicola Zingaretti, nel primo colloquio da lui avuto quest'oggi con il presidente del Consiglio incaricato, Giuseppe Conte, per la formazione del nuovo governo.

Una dichiarazione, nei contenuti e nei modi, in linea con la situazione attuale: proporre i punti di vista del programma, discuterne i nodi politici perché possa smussarne gli angoli in modo da farlo coincidere con quello dei 5 Stelle... insomma, le solite cose che ci si aspettano al "primo" colloquio con colui che dovrebbe essere il futuro premier.


Poi, ad incontrare Conte è stata la volta di Di Maio, le cui parole riassunte alla stampa sono contenute in questo video:


Che cosa ha detto il capo politico 5 Stelle?

"Siamo stati molto chiari. O siamo in grado di realizzare il nostro programma di governo votato da 11 milioni di italiani, oppure non si va avanti. Non facciamo nascere un governo per vivacchiare. ...

Siamo certi che Conte saprà fare la migliore sintesi per realizzare i contenuti del programma che milioni di italiani hanno votato.

Non ha alcun senso parlare di modifiche ai decreti sicurezza. Vanno tenute in considerazione le autorevoli osservazioni del presidente della Repubblica, ma non rivedere la ratio o le linee di principio. L'immigrazione è un problema serio, reale, concreto e che deve essere affrontato con grande competenza e capacit. Nel rispetto delle diverse sensibilità dell'opinione pubblica, crediamo sia necessaria una revisione totale del regolamento Dublino e l'abrogazione del folle principio europeo che chi prima accoglie poi gestisce.

Il M5S è stato determinante per l'elezione del nuovo presidente della commissione europea, faremo valere i nostri voti e chiederemo che si riconosca all'Italia la procedura di emergenza per la redistribuzione dei migranti in altri paesi europei. Siamo stati lasciati soli in questi anni ora occorre che sia l'Europa a occuparsene".

Poi Di Maio si è soffermato sugli incarichi ministeriali lamentandosi del fatto che da fonti del Pd (pur senza rammentarle direttamente) si siano avanzati dei nomi, ritornando pure sul discorso vicepremier (anche in questo caso mettendolo sul piatto senza rammentarlo) ribadendo che Conte è un premier terzo, non appartenente ai 5 Stelle e che, come logica conseguenza di ciò, a lui dovrà spettare la poltrona di vicepremier.


Ma è sicuro, Di Maio, di aver capito la situazione? Qualche perplessità alcuni membri del Pd l'hanno espressa al rigurdo. Infatti, lo stesso Di Maio che solo poche ore fa ha detto a Mattarella di essere disponibile a formare un nuovo governo pretendendo Conte come presidente incaricato senza nulla obiettare o quasi, adesso dice di aver posto a Conte diktat e paletti, condizioni imprescindibili senza le quali, assolutamente, il nuovo esecutivo non potrà partire.

Insomma, Di Maio non ha perso l'occasione per fare l'ennesima figuraccia... perfettamente in linea, d'altronde, con lo spessore umano e culturale che supporta la persona.

In ogni caso, l'apparente illogicità nel suo comportamento è in gran parte giustificabile. Infatti, è dettata dalla convinzione, più che giustificata, di essere caduto in disgrazia anche nei confronti di Beppe Grillo oltre che di una larga fetta del suo gruppo parlamentare.

E invece di far buon viso a cattiva sorte, cercando di rabberciare la situazione nella speranza che in futuro per lui le cose possano andar meglio, ha scelto la via sbagliata, cioè quella di far credere che lui nel movimento 5 Stelle e nel Paese conti ancora qualcosa. E più cerca di apparire come tale, e più Di Maio mostra di avere i piedi di argilla... senza dimenticare che, nel suo caso, non si può neppure parlare di colosso!

Per questo, le sue parole sono da considerare come neve al sole. Il rapporto 5 Stelle Pd - anche nell creazione del Governo - sarà dettato da Conte e se Di Maio continuerà a far finta di non averlo capito, allora può star certo che la prossima votazione su Rousseau sarà quella sulla sua leadership... ed in quel caso il risultato non sarà a lui favorevole... perché la piattaforma non mente!


A conferma della tesi le parole di Conte che, alla domanda di un commento a quanto detto da di Di Maio, ha risposto: "Non le ho ascoltate".


E ad ulteriore conferma, si riportano anche le parole della deputata Pd, Paola De Micheli: "All'incontro con il Presidente incaricato, il nostro segretario nazionale Nicola Zingaretti ha illustrato quelli che per noi sono gli aspetti più importanti di un futuro e duraturo programma di governo, a partire da economia e lavoro.

Il comportamento di Di Maio è oggettivamente incomprensibile. A questo punto, immagino il problema sia tutto interno al M5S.

In questa fase si deve parlare solo degli Italiani e si deve pensare a come dare loro delle risposte, non ci può essere spazio per la tattica. Noi non possiamo arretrare sulle condizioni di serietà e dignità con cui le forze politiche si devono fare carico della responsabilità di governare".

Autore Carlo Airoldi
Categoria Politica
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