"In quel Cagliari non c’era bisogno che io, Domenghini o gli altri pensassimo al gol. C’era già chi lo faceva e lo faceva molto bene. Tutti noi fungevamo da preparatori dell’azione perché avevamo davanti un giocatore che bene o male segnava sempre, in qualunque modo.

L’importante era, oltre a segnare tanti gol, non subirne. Infatti abbiamo incassato solo 11 reti in tutto il campionato. Le caratteristiche di ognuno di noi si completavano per rendere la formazione più solida anche in difesa. Io ero più una seconda punta che tornava e aiutava in difesa ma quell'anno feci anche dei gol importanti.

Non era un sacrificio, ma un’esplosione di caratteristiche adatte a quella formazione... Il valore di quell'impresa l'ho compreso realmente col passare del tempo. Quando sono tornato a Cagliari a fine carriera, la gente veniva ancora a chiedermi gli autografi o ricordava quelle partite. Mi ha dato l’impressione di essere stato compartecipe di un qualcosa che rimaneva nel tempo, soprattutto per la Sardegna e i sardi, per le rivalse dei lavoratori in Continente."

Sergio Gori approdò a Cagliari nel '69, nell'ambito della trattativa che portò Boninsegna a vestire i colori nerazzurri dell'Inter. Nel Casteddu si rivelò spalla ideale di Gigi Riva ed elemento fondamentale dello scacchiere di Scopigno. È stato inoltre uno dei sei giocatori italiani ad aver vinto il campionato italiano con tre maglie diverse (Inter, Cagliari e Juventus).

Il 24 febbraio del 1946 nasceva il compianto Bobo Gori.