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Amarcord: Carletto Mazzone

 
“Sono sempre stato un cane sciolto. Mai avuto padrini, né sponsor. Mai fatto parte di lobby di potenti dirigenti, mai goduto del favore di giornalisti condiscendenti o di raccomandazioni.
Mai avuto qualcuno che rappresentasse i miei interessi, quello che oggi si chiama "il procuratore" e che va così di moda. Ho sempre viaggiato da solo, in autonomia e libertà.
Se ho ottenuto qualcosa lo devo a me stesso, alla mia determinazione e alla passione che ho messo nella mia carriera.
E sono orgoglioso di essere un grande professionista, magari non un grande allenatore, ma certamente un professionista e un uomo perbene.

Oggi nel calcio le partite si vincono grazie alla qualità del gioco che i calciatori più bravi e più costosi sono in grado di garantire.
I pochi che hanno tanti soldi comprano senza limiti tutti i calciatori più bravi esistenti sul mercato. E vincono i campionati.
Ovviamente spendendo a dismisura, sono sempre sull’orlo della bancarotta.
La soluzione sarebbe costruire un buon settore giovanile da cui attingere i futuri campioni: ma non c’è posto per la pazienza. Né per i tempi lunghi.
Si vuol vincere. Anzi, si deve vincere. E subito, perché lo show business così impone.

Prima i calciatori più bravi erano attaccati alla maglia, era una cosa molto seria. Oggi invece il denaro ha vinto. E comanda tutto.
Sulla psiche dei campioni del calcio, incombono pressioni fortissime: da parte dei procuratori, dei tifosi, ma soprattutto di chi investe milioni di euro e pretende risultati immediati, prestazioni continue e performance sempre al top.
E poi i calciatori pagano le conseguenze, facendo i conti con l’ansia, lo stress, la solitudine.

Per me allenare è stata una grande passione; rendere felici i tifosi, una missione. Ho dato tutto me stesso, è stata una bellissima avventura.
Non ho coppe in bacheca, solo tre promozioni. Ma ho tante salvezze, alcuni miracoli e il trofeo più bello: l’affetto di tutti i tifosi, dei miei giocatori e la stima infinita, umana e professionale, dei più grandi come Totti, Guardiola e Baggio".

Autore Alessandro Lugli
Categoria Sport
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