Ivan Venerucci: il mio ricordo del maestro e amico Umberto Borbonese
Erano gli anni '90.
Ero ricoverato presso la casa di cura "Ville Turine Amione"di San Maurizio Canavese, a causa di una sindrome soggettiva post cranio traumatica, derivante da un grandissimo incidente stradale che ebbi il 27 ottobre del 1994.
Il tempo scorreva lento e le mie giornate, come quelle degli altri pazienti, erano monotone ed interminabili, tra terapie e visite mediche.
Ricordo che un giorno, quel giorno, stavo disegnando su di un foglio, nel tavolino esterno del parco della clinica.
Disegnavo un motivo che in quel momento mi dava serenità, e mi rilassava mentalmente, quando un ombra proveniente da dietro di me, si sostituì alla luce del sole, di quel giorno che ricorderò per sempre.
Un uomo con la barba folta ed un paio di occhiali da vista mi stava guardando commosso, avvolto dal fumo della sua sigaretta.
Io quell'uomo non lo conoscevo allora, e vista la sua evidente commozione, lo invitai a sedere al mio tavolo.
"Piacere Umberto", queste furono le sue prime parole.
Prese il mio foglio, si voltò verso di me, mi guardò fisso negli occhi e mi chiese: "Lo hai fatto tu solo, questo? "
"Si", gli risposi deciso.
"Dentro questa immagine sento la vita", mi disse.
Sopraggiunsero due pazienti, i quali prendendomi da parte, mi dissero: "Sai chi è l'uomo con cui stai parlando?"
"No", risposi.
"E' il grande stilista Umberto Ginestrone Borbonese".
Io non conoscendolo, piovevo letteralmente dalle nuvole, ma comprendendo la grandezza di quella persona così particolare, ritornai da lui, e stringendogli nuovamente la mano, mi presentai.
Ricordo che per un mese, io e Umberto, passavamo le giornate a parlare, vuoi delle nostre vite e delle nostre esperienze personali, vuoi della vita, dei sogni e delle ambizioni.
Vi è un giorno che ricorderò per tutta la mia vita.
Avevamo a disposizione un ora di uscita dalla clinica, e lui insisteva affinchè la passassimo assieme.
Voleva portarmi in un posto, ma non mi diceva null'altro in merito.
Ricordo che avevo una macchina fuori dalla clinica, che non usavo da quasi un mese, ma che presi in direzione Ciriè.
Umberto Borbonese mi chiese di entrare nel primo negozio di dischi che incontrassi, e così facemmo.
Ricordo che al nostro entrare, la gente sbarrava gli occhi stupita e ci faceva largo.
Mi comprò circa una trentina di CD di musica classica, tra cui Ludwig van Beethoven, Wolfgang Amadeus Mozart, Franz Peter Schubert, Johann Sebastian Bach ecc...
Mi disse che solo attraverso la comprensione di quelle note e della magia di cui erano composte, avrei compreso il mondo.
Mi disse: "Solo chi si emoziona e trema nel sentire questi geni, è degno di essere chiamato "artista"."
Ricorderò sempre il grande Umberto Borbonese, un amico ed un genio senza eguali.
Un uomo emotivo e riflessivo, profondo ed esigente, capace ed umano.
Oggi anche io sono un artista, un designer ed un digital artist.
Disegno modelli, creo, improvviso, e coloro abiti e borse. Mi rivedo nei suoi racconti, nelle sue fatiche, nelle sue volontà.
Dell'inimitabile Umberto Borbonese, ripercorro il suo esempio, e la vita mi conferma ogni giorno tutti gli insegnamenti che parlando con lui, ho avuto la possibilità di apprendere.
La vita di un artista, chiunque esso sia, non è fatta di solo successo e felicità.
La vita di un artista è piena di alti e bassi, di ricerca e di fallimento, di sogno e di delusione, di gioia e di lacrime.
Ma vi sono due costanti, che mai mancheranno ad un artista: l'amore e la passione.
Ed è la passione che supera la stanchezza, e l'amore per la moda azzitisce la frustrazione di certi momenti del mio vivere e del vivere di ogni singolo vero artista.
Tutte le avventure, da questo grande uomo a me raccontate, rimangono vive nella mia mente.
Quell'incontro oggi lo rivivo mettendo in pratica non solo i suoi insegnamenti ed il suo sapere, ma rapportandomi al mondo con eleganza, umanità ed umiltà, esattamente come faceva l'inimitabile Umberto Borbonese.
"Ciao Umberto, un grande abbraccio.
La mia stima continui a raggiungerti, ovunque tu sia. "