Inchiesta Lobby Nera: la versione di Jonghi Lavarini
Pubblichiamo il seguente comunicato ufficiale di Roberto Jonghi Lavarini, inviato dal Comitato pro Roberto Jonghi Lavarini, sulla vicenda relativa all'inchiesta di Fanpage messa in onda da La 7.
Sono vittima di una vergognosa campagna mediatica che mi dipinge per quello che non sono ma tutti i giornalisti che riporteranno notizie fasulle o ingiurie saranno sistematicamente denunciati per diffamazione aggravata a mezzo stampa con adeguata richiesta di risarcimento danni. In questi tre giorni, iene sedicenti giornalisti, sciacalli sedicenti fotografi e avvoltoi sedicenti video operatori, presentandosi a nome di Fanpage e La 7, hanno insistentemente stalkerizzato, perseguitato non solo me (che ho le spalle larghe) ma tutta la mia famiglia (figlie minorenni comprese) che spaventate hanno dovuto lasciare casa e rifugiarsi da parenti.Chiedo all’editore Urbano Cairo che conosco bene, e all’Ordine dei Giornalisti di verificare e vigilare sulla correttezza deontologica, professionale e morale di questi individui, e diffidiamo legalmente tutti a mandare in onda nuovi video artefatti e denigratori. Vogliamo vedere prima le famose 100 ore di girato, come ha richiesto giustamente l’On. Giorgia Meloni, ma sono altrettanto convinto che quelle consegnate alla magistratura siano solo un prodotto volutamente artefatto dai “compagni militanti” di Fanpage, già epurato dalle tante ed evidenti prove a nostro favore e discolpa, quanto dalle continue scorrettezze, provocazioni e veri e propri reati commessi dalle loro spie infiltrate.Gli operatori della Guardia di Finanza che hanno eseguito la perquisizione della mia abitazione sono stati assolutamente corretti, tranne uno che, in servizio, si è palesato, più volte e in maniera provocatoria, di idee politiche opposte. Miei amici avvocati mi dicono che i magistrati che stanno seguendo l’inchiesta siano persone corrette e scrupolose, ed io spero possano smentire tutto quanto scritto e non contestato nel libro “Il sistema” di Luca Palamara e Alessandro Sallusti. Certo vi è già stata una palese violazione del segreto istruttorio, che sarà debitamente segnalata al competente Tribunale di Brescia, visto che l’intervento della G.D.F. è stato contemporaneo all’arrivo dei giornalisti sopradescritti. Comunque, alla fine, quello che conta è che nessuno ha dato e preso soldi in nero o commesso reati, per questo sono assolutamente sereno, pronto a rispondere alle domande degli inquirenti.Ben dieci, amici e veri patrioti, avvocati di tutta Italia, si sono offerti di assistermi gratuitamente e saranno ascoltati come consulenti, ognuno per le sue specializzazioni tecnico-giuridiche. Ma il mio avvocato è e rimane Adriano Bazzoni, già braccio destro dell’avvocato Ignazio La Russa, che mi ha già assistito nelle precedenti cause, tutte politiche, durante la mia lunga e coerente militanza da, quando, a soli 14 anni, nel 1986, mi iscrissi al Fronte della Gioventù del Movimento Sociale Italiano di Via Mancini a Milano.Lo pseudo giornalista Salvatore Garzillo è uno .... agente provocatore che, per 3-5 anni, sotto mentite spoglie, dichiarando false generalità e producendo documenti falsi, in violazione della deontologia professionale, della legge sulla privacy, della morale e della decenza, commettendo tutta una serie di gravi ed evidenti reati che a lui (al suo direttore ed al suo editore) saranno puntualmente contestati, con adeguata richiesta danni, ha spiato eventi e luoghi privati. Mai pensavamo che "Salvatore Cardillo" fosse un agente provocatore di una lunga e studiata operazione diabolica, da servizi segreti deviati e o stranieri, al soldo dei poteri forti della plutocrazia mondialista, che voleva e vuole colpire la forza politica e integrità morale delle destre identitarie e sovraniste, in particolare, in questo caso, di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, Carlo Fidanza e Chiara Valcepina che sono veri patrioti, assolutamente perbene.Ma questo sistema mediatico di infame propaganda denigratoria nei confronti degli avversari politici, e intimidatoria nei confronti dei loro sostenitori, usato contro la Meloni e Salvini, come prima contro Berlusconi e contro Trump negli U.S.A., oggi colpisce chi come me, ma come prima di me l’amico Gianluca Savoini, appartiene alla vera destra, libera e diffusa, orgogliosa e coerente.
Hanno paura di noi perché: - evidenziamo la irreversibile crisi del sistema democratico capitalista occidentale (l’astensione al 53% ne è solo uno dei sintomi più evidenti);- contestiamo la supina appartenenza dell’Italia alla Unione Europea e alla N.A.T.O.;- rivendichiamo la supremazia della Politica (della cultura e della giustizia sociale) sulla economia e il ritorno alla sovranità monetaria di popolo (contro il signoraggio delle banche private);- guardiamo ad una alleanza geopolitica, eurasiatica e cristiana, con la Russia di Putin, seguendo la quarta teoria politica del filosofo tradizionalista russo prof. Alexsandr Dugin; - contestiamo in prima fila, in piazza, la covid-dittatura del green-pass.
È questa la destra senza complessi di colpa storica e di inferiorità culturale, alla quale semplicemente appartengo, che vale un determinante 5% elettorale e che fa gola a tutti i partiti, e che se Lega e Fratelli d’Italia non vogliono più, si organizzerà politicamente in maniera autonoma.Infine ringrazio le centinaia di amici, patrioti e anche avversari che, conoscendo me (pochi pregi, tanti difetti, coerenza e goliardia, disinteressato e gratuito impegno sociale e culturale, prima che politico) mi hanno espresso la loro stima e solidarietà. Capisco anche chi per carattere o posizione mantiene un prudente riserbo, tipico italiota. Mi fanno invece assolutamente schifo i voltagabbana che fanno finta di non conoscermi o peggio, cercano goffamente di prendere le distanze. Nelle prossime ore andrò a denunciare le decine di “leoni da tastiera” per gli insulti e minacce ricevute sui social. Di tutto e tutti, mi ricorderò bene negli anni avvenire.
Note.
Il comunicato è stato pubblicato perché i riferimenti email/server del comunicato sono tracciabili e identificabili.
La foto in alto accompagna il comunicato con la seguente dicitura: "Roberto Jonghi Lavarini, poche settimane fa, con il caro amico David Tchiffy Zie Jean Gervais, re tradizionale africano, con il quale collabora, insieme a Romano Prodi, per diversi progetti di solidarietà e sviluppo in Africa, dialogo e integrazione in Europa".