Mauro Corona, il ruolo dell'informazione e la lezione di Giovanna Pedretti
Dopo la tragica fine di Giovanna Pedretti, l'aspettativa di tanti è che stampa e media prendano posizione verso quegli influencer che spargono dubbi e ipotesi su cui si accalcano haters e gossippari.
Sarebbe un desiderio di tutti, tra l'altro, iniziare dal poter distinguere tra opinioni, informazione, cronaca e comicità nei programmi di informazione televisiva.
Infatti, secondo l'ultimo Gallup Index, negli Stati Uniti la fiducia nei telegiornali è ulteriormente diminuita: solo l’11% degli intervistati dice di fidarsi molto o abbastanza dei media.
Intanto, fa notizia l'annuncio di Mauro Corona, dopo esser stato querelato per le sue frasi in una puntata di Carta Bianca, che non sa se verrà più in televisione "perché devi stare attento a quello che dici, che fai. Mi sto stancando, è probabile che molli tutto e torni nella grotta”.
La vicenda a cui si riferisce è la seguente.
Martedì 15 settembre 2020, Bianca Berlinguer raccontava che De Laurentiis si è presentato in Lega «avendo la febbre più altri disturbi. Ha parlato di indigestione di ostriche (e sorride, ndr) e invece aveva il coronavirus e molti sono stati costretti a mettersi in isolamento», quindi chiede allo scultore Mauro Corona cosa pensa della giustificazione addotta dal patron azzurro.
La risposta, riportata anche da diversi quotidiani tra cui Libero (link), è stata questa:
"Forse se diceva di polenta e luganega era più credibile. Ci sono stati altri casi di gente che ha avuto problemi a causa di ostriche. Ma che male hanno fatto ‘ste ostriche?
Almeno trovate una bugia più barzellettesca: polenta e luganega o polenta e frico, come usano in Friuli.
No, sapeva benissimo cosa aveva e mi dispiace molto. Non sapevo… non si sa mai, è un azzardo che, augurandogli ovviamente che guarisca come ho augurato a Silvio Berlusconi, per carità, però sapeva.
Io sono un povero diavolo ma se sento la febbre non vado al bar, dico che ho la febbre e sto chiuso qui anche se la febbre può essere indotta da grandi bevute.
Non si fa così. L’Italia è un paese molto estetico, ma manca l’etica e se non c’è quella è inutile avere l’estetica".
"Bugia più barzellettesca". "Sapeva benissimo cosa aveva". "Manca l’etica".
Ma, se fosse stata una 'bugia' e se 'sapeva benissimo cosa aveva', Aurelio De Laurentiis avrebbe violato l'articolo 3 del Decreto-Legge, il n. 19/2020, poi convertito con L. n. 35/2020, cioè le norme di contenimento della pandemia da Covid-19 vigenti nel 2020?
Salvo che il fatto non fosse reato ai sensi dell'art. 650 c.p. “inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità”?
Dunque, non dovrebbe fare scalpore se Aurelio De Laurentiis - presidente della Filmauro e della SSC Napoli - presenta una querela per quello che era stato detto su di lui nel corso di un programma di informazione come CartaBianca su Raitre, durante la pandemia.
Piuttosto, nel raccontarci della querela di De Laurentiis contro Mauro Corona, dovrebbe fare scalpore la notizia diffusa del Centro studi investimenti sociali (Censis) il 1° dicembre scorso (link), secondo il quale "la televisione è considerata affidabile sulla pandemia dal 58,0% e sull’Ucraina dal 57,0%".
Dati che sono in linea con l’Edelman Trust Barometer 2022 (link) secondo il quale solo il 42% si fida delle informazioni diffuse da giornalisti.
Di stringente attualità il messaggio sull’informazione che il Presidente della Repubblica inviò alle Camere il 23 luglio 2002:
” La garanzia del pluralismo e dell’imparzialita’ dell’informazione costituisce strumento essenziale per la realizzazione di una democrazia compiuta; si tratta di una necessita’ avvertita dalle forze politiche, dal mondo della cultura, dalla societàcivile."