La Pasionaria dei Parioli
Osservando contenuti e forma della comunicazione politica, indirizzata agli elettori, o auspicati tali, si ha la sensazione che il quoziente intellettivo (IQ) di chi la elabora e la diffonde sia mediamente inferiore a quello dei destinatari.
Molte volte i messaggi sembrano buttati là in fretta e furia con superficialità, oppure ermetici al punto da risultare incomprensibili, od ancora talmente ambigui da risultare un boomerang, oppure boriosi e molesti perché assertori di presunte verità assolute, o …
Oddio! È vero che la storia della cosiddetta pubblicità commerciale dimostra che anche i professionisti della comunicazione possono toppare un messaggio, ma almeno loro molte volte hanno l’umiltà di correre ai ripari.
Il politico no ! Una volta imparata a memoria una tiritera il politico la ripete senza pensare per settimane davanti ad ogni microfono o telecamera.
La replica 10, 100, 1000 volte come una giaculatoria, nel tentativo di ottenere quell’effetto accumulo che è il sogno di ogni pubblicitario.
Importante, però, è che la tiritera sia di moda.
Ecco appunto !
Da oltre un mese, ad esempio, la Pasionaria dei Parioli, al secolo Giorgia Meloni, approfitta di microfoni e telecamere per lagnarsi di quella che sarebbe, secondo lei, la intollerabile continuità di Draghi con il governo Conte.
Presumo che la presidente di FdI si riferisca ai provvedimenti che Draghi è costretto a mettere in atto per contrastare i nefasti effetti della stessa pandemia alla quale cercava di porre un argine anche l’ex premier Conte.
Infatti, Conte, prima, e Draghi oggi fanno i conti e basano le loro scelte con quei dati che, purtroppo ogni giorno, indicano i nuovi contagi, i ricoveri ospedalieri, le terapie intensive, i decessi.
Poiché gli stessi dati sono disponibili urbi et orbi, viene il sospetto che la pariolina o non li legga, o non li capisca, oppure se ne strafreghi delle sofferenze che il virus arreca agli italiani.
Sarebbe stato sensato attendersi almeno che la signora Meloni fosse sfiorata dal dubbio che se i nefasti dati della pandemia hanno indotti sia Conte che Draghi a ricorrere alle stesse restrizioni, per salvaguardare la salute degli italiani, sono loro ad essere dalla parte giusta, mentre angustiarsi per la continuità/discontinuità di Draghi è solo un becero e squalificante modo di fare propaganda, per di più senza senso.