Da diversi anni a questa parte, nelle nostre cucine combattiamo una battaglia, no non è quella contro i grassi, ma contro le farfalline della pasta.

Questi insetti, che si trovano all’improvviso aprendo le ante della dispensa e che volando invadono tutta la casa, hanno anche un nome scientifico “Plodia interpunctella”, ma molti li conoscono come “tingola fasciata del grano” o “tarma del cibo”.

Già, non sono delle figure mitologiche spuntate da un ciberspazio dietro il frigorifero, purtroppo arrivano dai pacchi di pasta o riso che acquistiamo al supermercato. Spesso si trovano all’interno delle confezioni sotto forma di larva o addirittura ancora di uova, e finiscono il loro ciclo vitale trasformandosi in farfalle.

Mentre all’inizio questa metamorfosi sembrava presentarsi solo dopo parecchio tempo che le confezioni venivano aperte, ora non è raro acquistare prodotti farinacei già inquinati dalle tarme. È difficile accorgersi, prima di comprarlo, se il pacco di pasta prescelto sia intaccato oppure no, perché il packaging può impedire di vedere all’interno, oppure perché le uova dell’insetto non si sono ancora schiuse e quindi la pasta non ha subito alterazioni visibili a occhio nudo.