I sacrificabili
L’ILVA è la prova inconfutabile della “strategia imprenditoriale italiana”. Come mai questi sicari in giacca e cravatta hanno potuto imporre per decenni la loro politica aziendale se questi impianti rappresentavano un grave pericolo per la salute pubblica e l’ambiente sin dal 1982? La storia dell’ILVA è stata scritta dalle istituzioni dello Stato infatti Parlamento, governi, ministeri hanno provveduto a garantire la continuità di questo scempio emanando leggi e stipulando protocolli d’intesa con i Riva in dispregio delle più elementari regole di buon governo e civiltà. Ecco quello che ci dovrebbe veramente fare paura: le istituzioni non operano più come organi di garanzia per il rispetto dei diritti dei cittadini ma per assicurare l’impunità e la continuità della produzione a chi, per realizzare grandi profitti, sacrificano la vita e la dignità del prossimo.
La richiesta di pene così severe sicuramente susciterà l’ira funesta dei garantisti: ci sono voluti 40 anni per arrivare a chiedere un atto di giustizia, aspettiamo la sentenza! Personalmente condivido pienamente ciò che ha detto l’ex procuratore di Taranto dr. Franco Sebastio in merito alla sentenza che verrà emessa: tale atto è importante ma al di là del suo contenuto non può modificare la realtà, il danno al territorio e alle persone è reale e il suo dispositivo non avrà il potere di far resuscitare i morti, risanare l’ambiente e le persone che ci vivono. È morto un bimbo con un tumore provocato da residui contaminanti provenienti dagli impianti, quei residui glieli aveva “trasmessi” la madre durante la gestazione perché ne era stata a sua volta contaminata, sono stati i medici legali a certificarlo: a quel bimbo gli è stato rubato il diritto alla vita ancor prima di nascere: a nessuno si deve riconoscere tale potere!
Se vogliamo sopravvivere è necessario “purificare” la politica e le istituzioni. In materia ambientale e nei reati contro la pubblica amministrazione occorrono leggi ad hoc. I reati contro l’ambiente devono essere considerati crimini contro l’umanità e puniti adeguatamente con norme specifiche: i “politici italiani” prendessero esempio da kamala Harris e dai giudici americani che non si fanno intimidire o ricattare da questi cialtroni (vedi Shell).
Il problema della corruzione (ormai divenuta capillare e considerata normale amministrazione) che ha sovvertito un intero paese deve essere considerato un fenomeno criminale a sé stante e di particolare gravità per le conseguenze negative che determina sulla collettività. Non si può mettere sullo stesso piano chi commette una rapina in banca e chi si appropria indebitamente di denaro pubblico.
Attenzione questo è un esempio “accademico”. Un rapinatore quando si reca in banca se lo prendono è certo che si fa anni di galera e subito si ritova in cella – chi ruba soldi pubblici non rischia nulla; il rapinatore può arrivare a rubare 100/200 mila euro – chi ruba soldi pubblici lo fa per avidità (perché il pane non gli manca) e arriva a far danni per milioni di euro (vedi Craxi &C.; 49 milioni della Lega); la banca è assicurata e recupera tutto il denaro tramite l’assicurazione - le cifre colossali rubate alla PA spedite in tempo reale nei paradisi fiscali non si trovano più (anche perché nessuno le cerca o preferisce non cercarle). Valutiamo i danni: la banca recupera tutto quanto gli è stato sottratto; il denaro pubblico non viene quasi mai recuperato e serve per mandare avanti gli ospedali, le scuole, pagare gli stipendi e le pensioni, provvedere ai più fragili e quant’altro: quella sottrazione provoca un gravissimo danno alla collettività tutta ma soprattutto mette ancora più in difficoltà le fasce deboli. Personalmente reputo i reati contro l’ambiente e contro lo Stato gravissimi: anche se i loro effetti si manifestano lentamente, è difficile se non impossibile porvi rimedio (vedi l’aumento della povertà).
Se nel Parlamento non siedono persone rette, con una chiara coscienza civile, che lavorino per curare gli interessi dei cittadini ci saranno, ahimè, la Confindustria, le banche, la criminalità organizzata a farlo allora ci saranno altre ILVA, ponte Morandi, Bagnoli, il lago di Bracciano, le terre dei fuochi...
Siamo tutti assetati di verità e giustizia, abbiamo bisogno di risposte oneste ma purtroppo chi ci ha provato l’hanno messo alla gogna. E’ per questa ragione che non hanno perdonato all’ex ministro Toninelli di aver pubblicato i contratti e di aver chiesto la revoca della concessione alla società Autostrade S.p.A.: il M5S ha la grave colpa di non averlo difeso, protetto e mantenuto al suo posto. Non era un incapace, è una persona onesta e coraggiosa messa sotto una terribile pressione.
Il ministro Bonafede ha osato emanare una nuova normativa sulla prescrizione per questo ha fatto la stessa fine di Toninelli: il M5S non lo ha difeso, protetto e mantenuto al suo posto. Il M5S doveva fare quadrato intorno a chi ha avuto il coraggio di fare la cosa giusta. Anche il premier Conte è stato lasciato solo nel momento più delicato e sacrificato.
Ai parlamentari 5S doveva essere lasciata l’opzione di astenersi dal votare un governo sorto per la rovina del Movimento e con il quale nulla hanno e mi auguro avranno in comune: l’espulsione ha indebolito e portato divisione in un momento delicatissimo. Non riesco a capire perché i “capi” abbiano preso tali decisioni. Non solo non salveranno il lavoro fatto ma perderanno sé stessi. La saggezza popolare riesce a sintetizzare con semplicità situazioni complesse, nel caso specifico la posizione dei 5S e del premier Conte nei riguardi dei partiti si può definire: "I 5S non vanno bene ne a piedi ne a cavallo" oppure "Come ti giri, ti giri male" concludendo, sono ospiti indesiderati che i partiti tradizionali vogliono distruggere perché hanno dimostrato che si può fare politica agendo correttamente e i cittadini hanno dimostrato di apprezzarlo molto comunque ormai costituiscono un precedente.
A mio avviso un altro errore madornale è stato aver interrotto il contatto con la base: è dalla base che arrivano molti input utili per orientarsi meglio nell’attività istituzionale: notizie, progettualità, informazioni utili e tante altre piccole ma sempre preziose cose da tenere in considerazione. Il “cuore pulsante” del Movimento è la base: è da essa che arrivano i voti che permettono ai candidati di accedere alle cariche pubbliche visto che i voti non se li comperano ma se li guadagnano sul campo. Grillo si ricordi cosa gli ha detto Pannella tanti anni fa: “Stai attento, altrimenti questi ragazzi li rovinerai tutti” l’ormai fu aveva ragione, i suoi li ha sempre difesi e protetti e, nel bene o nel male, ancora il partito radicale esiste anche se Emma Bonino ha perso lo “smalto” di una volta e si mette a santificare un governo che non merita tutta quella considerazione che gli viene attribuita a “scatola chiusa”. Ho comunque la netta sensazione che mi stia sfuggendo qualche particolare fondamentale.