Il commissario su Genova latita? La ricostruzione del ponte sul Polcevera ne è quasi certamente la causa
«Il Governo ha fatto un decreto su Genova, ma se i tempi non saranno quelli previsti da noi, entro settembre inizio demolizione, entro novembre inizio cantiere, ne risponderanno davanti ai liguri e agli italiani. Non tollereremo un’ora di ritardo, per nessuna ragione al mondo.»
Così dichiarava il presidente della regione Liguria Giovanni Toti un paio di giorni fa in un post su Facebook, dopo la riunione del CdM in cui si dava notizia del decreto per gestire le conseguenze e l'impatto su Genova del crollo del ponte Morandi, ma in cui non è stato però indicato l'elemento più importante di tutti gli altri: cioè chi dovrà prendere le decisioni su che cosa fare.
Una questione di secondo piano? Non tanto, visto che regione Liguria e comune di Genova sembrano avere idee diverse sul ponte, dal progetto a chi lo dovrà ricostruire.
Le amministrazioni locali della Liguria hanno già scelto il progetto dell'architetto Renzo Piano e hanno detto che per loro la costruzione del nuovo ponte deve essere affidata a Fincantieri e Austostrade.
La componente 5 Stelle del Governo del cambiamento, invece, di Autostrade non vuol sentirne parlare, esclusi i soldi che dovrà sborsare per pagare danni e ricostruzione. E sulla ricostruzione del ponte, quasi certamente, si deve trovare l'accordo nel governo, come dimostra il ritardo nella nomina del Commissario.
Nel frattempo nel blog di Grillo, che da alcuni mesi si è ritagliato il ruolo di battitore libero in favore del Movimento senza condizionarlo politicamente, è spuntato il video di un ponte "pescato" da YouTube...
Quali siano le referenze del suo progettista non lo so, perché di architettura ed architetti non ne so niente, ma è evidente che il messaggio dato da Grillo ai suoi sia quello di non accettare a scatola chiusa ciò che altri hanno già proposto, invitandoli, pertanto, a percorrere la strada di una gara internazionale.
Al post di Grillo, ha risposto Giovanni Toti in questi termini: «Se, oltre che a decidere chi deve costruire il ponte, da che parte si comincia e se si demolisce in un modo o in un altro, ci mettiamo anche a fare un concorso per come lo costruiamo, chi fa il disegno e come si sistemerà sotto, penso che i genovesi vedranno il ponte tra una decina di anni.
Abbiamo un bel progetto e delle imprese che possono realizzarlo - ha proseguito i presidente della regione Liguria. - Facciamo una cosa alla volta: demolire il ponte, partire con la ricostruzione e indennizzare le persone che devono lasciare le case.
Se ci diamo una road map serrata e seria, con compiti precisi, penso che riusciremo a fare le cose rapidamente. Se invece abbiamo obiettivi molto velleitari e decidiamo di allargare il campo sempre di più come si fa in Italia o ci lasciamo andare al benaltrismo che è sport nazionale, penso che tra 10 anni saremo ancora qui a ragionare sul ponte e a vedere quei due tronconi.»