"Costituzione della Repubblica Italiana - Art. 53.
Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività."

Sarà per questo che quando il reddito supera anche di un solo centesimo quei limiti eterni di 36.151,98 euro le persone prima esenti pagano centinaia di euro di tassa sanitaria, compresi 10 euro fissi per ogni ricetta per consentire le esenzioni a chi non li supera. Anche a prescindere dall'assurda disparità di trattamento dei coniugati per i quali il limite scende a 18.076 di reddito lordo medio pro-capite, mi sembra un modo un po' distorto, esagerato e capzioso di applicare la norma, un'altra assurdità.

Se il reddito lordo è un euro sopra i limiti esenti la capacità contributiva non può essere più di tanto superiore a quella di un contribuente esente. Si dovrebbe quindi pagare non più del netto corrispondente a un euro lordo. Non considerando netto e detrazioni, se il reddito supera di 500 euro il limite e le tasse da pagare sono 1000 euro chi è tenuto a pagare avrà un reddito di 500 euro inferiore a quello di chi è esente. Non è nemmeno progressività ma solo altra assurdità.

Anche la progressività dell'Irpef comporta aliquote superiori non per aumentata capacità contributiva ma per il mancato adeguamento dei limiti al costo della vita. Anche questo calcolo è punitivo per le famiglie.

A parità di reddito lordo complessivo è più tassata la famiglia in cui uno dei coniugi per badare ai figli deve rinunciare ad un lavoro retribuito o accontentarsi di uno poco remunerativo mentre l'altro sarà tassato con aliquote più alte.

Resta comunque l'iniquo trattamento per i redditi da 2.840,51 e 8.000 euro annui.