Lo strano caso di Hasib Omerovic che attende risposte sull'operato della polizia
Hasib Omerovic, ragazzo sordomuto di 36 anni, da 50 giorni è ricoverato all'Ospedale Gemelli di Roma, in coma, dopo essere precipitato da un'altezza di 8 metri.
La famiglia, insieme al portavoce dell'associazione 21 Luglio Carlo Stasolla e al deputato Riccardo Magi, ha tenuto una conferenza stampa alla Camera dei Deputati per denunciare quanto accaduto: Hasib Omerovic sarebbe caduto dalla finestra della sua casa di Primavalle, a Roma, dopo la visita di quattro persone in borghese e senza mandato che si sarebbero qualificate come agenti della polizia di Stato.
La dichiarazione di Carlo Stasolla: "Chi difende i più deboli da quelle istituzioni che dovrebbero difenderli? Da anni siamo impegnati ad accompagnare la fuoriuscita delle famiglie rom dai campi, loro, che hanno seguito con successo questo percorso di inclusione, si sono presentati da noi quest'estate per raccontarci una storia a cui all'inizio abbiamo stentato a credere, quindi abbiamo voluto vedere documenti e foto e abbiamo fatto dei sopralluoghi ricostruendo il tutto nei dettagli. A quel punto abbiamo capito che ci trovavamo di fronte a una vicenda dai lati oscuri e inquietanti.Abbiamo costruito una rete intorno a questa famiglia addolorata e abbandonata; Hasib è in ospedale da 50 giorni in condizioni gravissime senza ancora riprendersi, e noi vogliamo gettare luce su questa storia affinché tanti altri cittadini del nostro Paese possano accompagnare Fatima nel percorso di ricerca della verità. I familiari sono caduti in u tunnel da quel maledetto 25 luglio, si sono trasferiti lontano, hanno perso il lavoro, vanno tutti i giorni in ospedale a trovare Hasib. Due le iniziative al momento portate avanti dalla 21 Luglio: un appello al Comune di Roma affinché alla famiglia venga assegnata una casa diversa dall'attuale, perché non possono più tornare lì, e una raccolta firme indirizzata al capo dea Polizia, Lamberto Giannini, affinché anche lui si attivi per fare chiarezza".
Le parole di Riccardo Magi:
"Chiediamo se il ministro sia a conoscenza del fatto e se non ritenga di avviare almeno un'indagine interna, e se vi sia un rapporto di servizio su quell'intervento di polizia anche per capirne il motivo, perché alla famiglia non è mai stato notificato un esposto, una denuncia: nulla. Vogliamo capire come e perché è avvenuto l'intervento e cosa intenda fare, con urgenza, il ministro. A Camere sciolte purtroppo non abbiamo strumenti come le interpellanze urgenti per chiamare il Governo a rispondere ma solo la possibilità di presentare un'interrogazione a risposta scritta; chiediamo comunque che il ministro e il Governo rispondano in tempo brevissimi. La verità di fronte a un fatto così grave e a questa mancanza di chiarezza non la richiede solo la famiglia, ma le istituzioni democratiche nella loro interezza".
Che cosa sarebbe accaduto lo ha riassunto l'avvocato della famiglia, Susanna Zorzi:
"Il 25 luglio, in mattinata, la famiglia si allontana da casa insieme a uno dei figli. A casa rimangono l'altra figlia Sonita, con una grave disabilità, e Hasib, un ragazzo sordomuto ma assolutamente autonomo, indipendente e senza ulteriori problematiche. La famiglia era uscita per svolgere delle normali attività quotidiane, poi intorno alle 13 riceve la telefonata di una vicina che dice di tornare immediatamente a casa perché Hasib aveva avuto un incidente. La telefonata passa immediatamente nelle mani di un poliziotto che spiega che Hasib si è solo rotto un braccio ed è già in ospedale.Quando la famiglia torna a casa, non c'è quasi più polizia, dicono loro che Hasib è stato ricoverato al Gemelli per il braccio rotto e non ricevono ulteriori spiegazioni. Hasib si sarebbe quindi gettato dalla finestra dell'abitazione, un appartamento a cui si accede dal piano terra del palazzo ma che sul retro, dov'è la finestra della camera del ragazzo, è a 9 metri da terra, praticamente un terzo piano. E Hasib, che non ha mai lasciato intendere di avere strane problematiche, si sarebbe gettato da quella altezza.A quel punto, ha raccontato ancora l'avvocato, viene fuori che su Facebook in un gruppo del quartiere Primavalle qualcuno si lamentava di Hasib e qualche giorno prima aveva pubblicato un post in cui diceva di fare attenzione al ragazzo, perché avrebbe molestato delle donne e bisognava dargli una lezione. Viste le sue condizioni i suoi gesti potrebbero anche essere stati fraintesi, fatto sta che anche qualcun altro in quei giorni riferisce ai familiari che girava la voce che bisognava dargli una lezione. La Polizia alla fine ci ha detto che il soggetto era stato indicato per aver molestato delle persone, che loro erano lì per un controllo e che lui si è chiuso in camera e ha fatto quello che ha fatto senza che gli agenti potessero intervenire: spiegazioni che non bastano ai familiari, anche perché abbiamo riscontrato delle stranezze all'interno dell'abitazione.Al momento dell'accaduto - ha proseguito Zorzi - sul posto c'era la Polizia in forze con almeno otto agenti del commissariato Primavalle, che erano lì per chiedere i documenti ad Hasib non si sa per quale ragione, una cosa già di per sé molto strana. Poi, quando i familiari si recano al policlinico Gemelli, apprendono che invece il ragazzo è in fin di vita, lo è stato per due giorni e ora dopo due mesi è ancora in coma: ha subito interventi chirurgici importanti, le braccia sono compromesse e non si sa se potrà mai più comunicare con qualcuno. Nei giorni successivi i familiari si rivolgono al commissariato, ma senza ricevere alcuna delucidazione o chiarimento ulteriore se non illazioni, perché sembrerebbe che Hasib avesse molestato o dato fastidio a qualche ragazza e per quello si rendeva necessario un intervento all'interno dell'abitazione.
Nelle foto della camera di Hasib mostrate alla stampa, infatti, si vedono una scopa rotta che prima dell'intervento della Polizia era integra, un termosifone quasi sradicato dal muro, la porta d'ingresso della camera completamente scardinata, macchie di sangue su una felpa. Tutti elementi - ha sottolineato Zorzi - che chiediamo al pm di approfondire. Non è il nostro ruolo individuare le responsabilità, ma sono avvenute cose che non riusciamo a spiegarci, oltretutto in un arco temporale così breve.
Sul posto sono intervenuti probabilmente più di 4 agenti ma non c'è nessuna notifica , non hanno firmato alcunché. Non abbiamo nulla, né un mandato né un referto, capiremo dalla cartella clinica in che condizioni Hasib è arrivato in ospedale. Non ci risulta inoltre nessuna traccia della scientifica e di rilievi effettuati quel giorno o in quelli successivi. Il 118 è stato chiamato immediatamente e sono arrivati in 20 minuti, dovrebbe essere stata proprio la Polizia a chiamare. Lo sappiamo dalla testimonianza dell'unica signora che al momento si è resa disponibile a parlare, ci ha detto che ha sentito un tonfo e ha visto nell'immediatezza degli agenti di polizia avvicinarsi, quindi era certa la loro presenza in quel momento".
Fonte: AGTW (agtw.it) e Agenzia DIRE (www.dire.it)